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Amazon: 700 milioni per riqualificare gratis centomila dipendenti

Amazon ha deciso che nei prossimi sei anni riaddestrerà per nuove mansioni e con nuove qualifiche oltre un terzo dei propri dipendenti negli Stati Uniti, vale a dire almeno centomila persone in tutto.

di Marco Valsania

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3' di lettura

New York - Anche per i colossi tech e i loro dipendenti l’innovazione incalza. Amazon ha deciso che nei prossimi sei anni riaddestrerà per nuove mansioni e con nuove qualifiche oltre un terzo dei propri dipendenti negli Stati Uniti, vale a dire almeno centomila persone in tutto. Un’operazione di riqualificazione tra le più grandi mai tentate, che richiederà un investimento da 700 milioni di dollari entro il 2025. Settemila dollari per ciascun lavoratore.

Incarichi, che diventano obsoleti o minacciano di diventarlo presto tra gli stessi ranghi del leader del commercio elettronico e di Internet , verranno sostituiti da specializzazioni considerate invece all’ordine del giorno, dal machine learning all’assistenza sanitaria. Le nuove “skills” potranno essere utilizzate dentro o anche trovando impieghi al di fuori dell’azienda e Amazon offrirà i corsi, un misto di espansioni di programmi esistenti e di interventi interamente nuovi, quasi sempre gratuitamente.

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Jeff Wilke, chief executive della divisione globale per i consumatori, ha spiegato l’iniziativa battezzata “Upskilling 2025” come una risposta necessaria alla constatazione che “la tecnologia sta cambiando la nostra società e certamente sta cambiando il lavoro”. La sfida, in questo clima, diventa quella di preparare i lavoratori “alle opportunità del futuro”.

Gli esempi citati da Amazon stessa sono rivelatori dei fini del piano: addetti all’esecuzione degli ordini nei giganteschi centri di distribuzione del gruppo potranno trasformarsi in tecnici specializzati in assistenza tecnologica - vale a dire nella gestione e controllo di macchinari e robot che li andranno a sostituire lungo gli scaffali. Dipendenti oggi dediti a compiti più impiegatizi potranno traslocare verso ruoli da ingegnere software e da programmatore nel corso di alcuni anni, senza essere costretti a iscriversi o re-iscriversi a college e università.

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I programmi di riqualificazione, accessibili senza impegni a rimanere nella società al loro termine, comprendono sofisticati corsi a livello universitario e post-universitario della sua Machine Learning University, destinata al personale con passata esperienza di scienze informatiche e che potrà avvantaggiarsi, quali insegnanti, di dipendenti Amazon che sono spesso ex professori. Amazon Career Choice sarà invece a disposizione anzitutto dei dipendenti dei magazzini di distribuzione: contribuisce al 95% del costo di lauree e diplomi in ambiti disparati ma considerati a forte domanda fuori da Amazon, dall’infermieristica alla meccanica aerospaziale. Il programma già esiste ma verrà significativamente ampliato con altre venti classi create entro l’anno prossimo. Amazon Apprenticeship offrirà da parte sua una serie di corsi intensivi sia in classe che sul campo.

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L’impatto per i dipendenti può essere significativo. Tecnologia e robotica dovrebbero portare all’eliminazione di 20 milioni di posti di lavoro al mondo soltanto nel settore manifatturiero (stime della Oxford Economics) e sempre più anche di mestieri a minor qualifica in campi tecnici e dei servizi. Il risultato del re-training, tuttavia, appare cruciale anche per le strategie di crescita e competitività di Amazon. Il gruppo già oggi fatica, come molte altre aziende hi-tech, a trovare un adeguato numero di tecnici specializzati per le sue necessità, in particolare negli Stati Uniti. Al momento ha circa ventimila posizioni aperte, metà di queste nei pressi del suo quartier generale di Seattle. Coprire almeno una parte di simili bisogni dall’interno, con spostamenti e promozioni, può aiutare a chiudere un simile deficit di skill.

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Il colosso di Jeff Bezos, con attività che ormai vanno dall’e-commerce ai servizi cloud e allo streaming di media, ha inoltre sfide d’immagine aperte e che gli sforzi gratuiti di riqualificazione potrebbero aiutare a risolvere. Vanta 630mila tra dipendenti a tempo pieno e part-time su scala mondiale, con 275mila lavoratori full-time nei soli Stati Uniti. In anni recenti si è trovata a dover rispondere ripetutamente a istanze sul trattamento e il pagamento del personale, spesso criticati come inadeguati. L’anno scorso, dopo ripetute pressioni, ha alzato il salario minimo negli Usa a 15 dollari l’ora.

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