Volata del titolo a WS

Amazon: Bezos record, vale 211 miliardi $ dopo lo stop del Pentagono a Microsoft

La volata dei titoli di Amazon a Wall Street, ha arricchito Jeff Bezos di 8,4 miliardi cementando la sua posizione di “paperone” del mondo

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2' di lettura

Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, ha raggiunto un patrimonio netto record del valore di 211 miliardi di dollari, dopo che le azioni di Amazon.com Inc. sono aumentate del 4,7% a seguito della decisione del Pentagono di annullare il contratto di cloud computing con la rivale Microsoft. Il rally ha aumentato la fortuna di Bezos di 8,4 miliardi di dollari, secondo il Bloomberg Billionaires Index, l’indice dei miliardari di Bloomberg. Lo segue a distanza Elon Musk con i suoi 180,8 miliardi. La medaglia di bronzo va a Bernard Arnault con 168,5 miliardi, mentre Bill Gates è quarto con 147,4 miliardi.

La mossa del Pentagono

Il Dipartimento della Difesa Usa ha annullato il maxi-contratto da 10 miliardi di dollari per il cloud assegnato nel 2019 a Microsoft e al centro di una lunga controversia, fatta di ricorsi in tribunale, con Amazon. Il Jedi (Joint Enterprise Defense Infrastructure) «non centra più i nostri bisogni alla luce dei requisiti in evoluzione e dei progressi dell’industria», ha annunciato a sorpresa il Pentagono, in quella che è vista come una vittoria per il colosso di Jeff Bezos.

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Lo scontro tra Amazon e Microsoft

Amazon infatti si era battuta duramente contro la decisione del Dipartimento di Difesa di assegnare a Microsoft la maxi-commessa, ritenendo la scelta motivata politicamente vista l’antipatia dell’allora presidente Donald Trump nei confronti di Amazon e di Bezos. Una teoria smontata solo in parte dalla revisione della gara, dalla quale è emerso che non poteva essere elaborata una valutazione completa su un’eventuale cattiva condotta etica, vista la limitata collaborazione della Casa Bianca nell’esame.

«Rispettiamo e accettiamo» la decisione del Pentagono «di muoversi su una strada diversa», ha detto Microsoft osservando comunque come la scelta iniziale avesse mostrato la fiducia del Dipartimento della Difesa nella sua tecnologia.

La nuova prospettiva del progetto

L’annullamento del maxi-contratto non chiude in via definitiva lo scontro fra i due colossi Big Tech. Il Pentagono ha infatti annunciato di voler procedere con un progetto a “più venditori” e intende sollecitare proposte da un “numero limitato di fonti”, ovvero da “Microsoft e Amazon Web Services”, le uniche due società in grado di centrare i requisiti necessari, e che quindi potrebbero dividersi il contratto.

Potrebbero essere considerate anche altre società - quali Google, Oracle e Ibm - se mostreranno di avere le carte in regola. Fra i requisiti da rispettare c’è quello di poter lavorare su tre livelli di informazioni, ovvero quelle non classificate, quelle segrete e quelle top secret. Ma anche una disponibilità dei servizi a livello globale ed elevati controlli di cybersicurezza.

Il nuovo contratto dovrebbe avere la durata di cinque anni ma il suo valore è ancora da determinare. L’annullamento del contratto rischia di ritardare ulteriormente l’aggiornamento tecnologico delle forze armate americane, costrette ad attendere servizi di cloud computing.



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