Amazon, profitti record e ricavi da 108 miliardi per il re di e-commerce e cloud
Il gruppo di Jeff Bezos ha completato una stagione d’oro per le Big Tech americane: 75 miliardi di utili, 330 di vendite e 9.000 di market cap
di Marco Valsania
I punti chiave
6' di lettura
Amazon polverizza le previsioni, chiudendo con un punto esclamativo trimestrali da record per le Big Tech americane. Il colosso dell'e-commerce, di Internet e dei servizi cloud ha messo a segno risultati record nei primi tre mesi dell'anno. I profitti sono più che triplicati a 8,1 miliardi di dollari, pari a utili per azione sono stati pari a 15,79 dollari contro i 9,54 attesi. L'aumenti del fatturato è stato del 44% a 108,52 miliardi, superando nuovamente la soglia dei cento miliardi di vendite in tre mesi e i 105 miliardi pronosticati alla vigilia. Amazon ha anche previsto vendite tra i 110 e i 116 miliardi nel secondo trimestre in corso, allungando a tre trimestri consecutivi la collezione di ricavi oltre i cento miliardi. Il titolo, che nel 2020 era salito del 76%, ha guadagnato il 5% nel dopo mercato.
Dal commercio al cloud e alla pubblicità
Amazon ha beneficiato del boom dell'e-commerce come anche della pubblicità digitale e della forza della sua divisione AWS nei servizi cloud, dove è incalzata da Microsoft. Amazon Web Services, fonte cruciale di profitti, ha riportato una crescita del business del 32% a 13,5 miliardi. La raccolta pubblicitaria, dove sfida i grandi leader Google e Facebook, è parte della divisione Other che ha conosciuto un incremento delle entrate del 77% a 6,9 miliardi. Amazon vanta anche 200 milioni di abbonati al servizio Prime, che offre benefici quali spedizioni gratuite e di streaming video, un aumento di 50 milioni dalla fine del 2020. L’azienda ha annunciato che il suo Prime Day, evento di promozione delle vendite rivolto agli abbonati, avrà luogo nel secondo trimestre. Amazon è ancora guidata dal fondatore Jeff Bezos, l'uomo più ricco al mondo, che da terzo trimestre diventerà però chairman esecutivo e lascerà la poltrona di Ceo al braccio destro Andy Jassy, responssbile proprio del successo di AWS.
6 aziende, 75 mld di utili, 330 di vendite, 9.000 di market cap
Il bilancio di Amazon completa una stagione d'oro per le performance di BigTech. Assieme le grandi sei aziende tech Usa in Borsa – Apple, Amazon, Alphabet, Microsoft, Facebook con l’aggiunta di Tesla - hanno riportato un tesoro di profitti da oltre 75 miliardi di dollari nel trimestre tra gennaio e marzo. Le vendite sono lievitate ad oltre 330 miliardi, reduci già da un aumento collettivo di circa un quinto oltre i 1.100 miliardi nell’intero anno scorso. Assieme vantano inoltre una capitalizzazione di mercato, grazie a protratti rally, da oltre novemila miliardi, rispetto ai circa cinquemila a fine del 2019. Sono tutte cifre che dimostrano la loro enorme e crescente influenza sia nell'economia reale che a Wall Street. Più in dettaglio Apple ha oggi un valore di mercato leader pari a 2.240 miliardi, seguita da Microsoft con 1.900 miliardi, Amazon 1.750 miliardi, Alphabet 1.620 miliardi, Facebook 937 miliardi. Il protagonista dei veicoli elettrici e high-tech Tesla, fanalino di coda di questa elite porta in dote altri 649 miliardi (e 438 milioni di utili e 10,4 miliardi di entrate). Questa forza d’insieme, e le prospettive di una continua crescita, si traduce anche in miliardi di dollari di nuovi investimenti in arrivo.
Le sfide all'orizzonte
Anche se non mancano le sfide all'orizzonte: dalla protezione della privacy, anzitutto per Facebook (che ammette difficoltà in arrivo per il targeting delle inserzioni). All'antitrust e polemiche su monopoli, da Apple ad Alphabet e Amazon. Le polemiche hanno raggiunto il Congresso e le authority, che hanno in corso molteplici indagini. La maggioranza parlamentare democratica appare sensibile alle critiche di abusi di posizione dominante. Amazon fa anche i conti con pressioni di sindacalizzazione dei dipendenti, ormai è il secondo datore di lavoro americani dietro Walmart, che finora è riuscito a respingere, ultimo caso in una elezione al grande centro di distribuzione di Bessemer in Alabama. Nel mirino sono inoltre le pratiche fiscali di numerosi colossi, con la tendenza ad abbattere significativamente le imposte federali nonostante la redditività record.
Bilanci sopra le attese
Ma i motori della crescita dei colossi hanno trovato conferma nell'ultimo trimestre, generalmente caratterizzati da ottimismo. Sopra le attese e straripanti, prima di Amazon, sono stati anche i conti Apple, Alphabet, Facebook e Microsoft trainati dalla domanda di servizi digitali e prodotti tech – da pubblicità a apps e streaming, da e-commerce a smartphone, computers e altri gadget – sia nel corso della pandemia che nei mesi adesso della ripresa dalla crisi in particolare negli Stati Uniti.
Apple
Apple ha più che raddoppiato i profitti, a 23,6 miliardi di dollari, con un giro d'affari salito del 54% a 89,6 miliardi. Gli iPhone hanno messo a segno un aumento del 65,5% con i modelli da 5G. Le vendite di Mac sono salite del 70% e quelle di iPad del 79 per cento. Sotto il profilo geografico, la regione della Grande Cina, che comprende Hong Kong e Taiwan, ha assistito ad una crescita dell'87% a 17,73 miliardi, aiutata dal paragone con un trimestre di lockdown l'anno scorso. La redditizia divisione di servizi, con iCloud, Apple Music e App Store, è cresciuta del 26,7 per cento. Apple ha rivendicato 660 milioni di abbonamenti sull'intero ecosistema dei servizi offerti sui quali punta sempre più, in rialzo di 40 milioni. E l'azienda ha definito uno dei capisaldi di questo suo ecosistema, l'App Store, un vero “miracolo economico”, anche se è al centro di controversie per pratiche accusate di essere monopolistiche.
Alphabet
Alphabet ha visto la performance è stata trainata da un vero e proprio boom della pubblicità digitale anche nel clima ripresa dalla crisi pandemica. Il giro d'affari complessivo è lievitato del 34% a 55,31 miliardi, superando previsioni di 51,7 miliardi. Gli utili hanno fatto ancora meglio: sono più che raddoppiati a 17,9 miliardi, pari a 26,29 dollari per azione contro i 15,64 previsti. Le entrate da inserzioni, motore del suo business, sono balzate del 32% a 44,7 miliardi. Il gioiello video YouTube, al suo interno ha visto le revenue crescere del 49% a oltre 6 miliardi. Oggi viene usato dall'81% di americani adulti contro il 73% del passato. La divisione cloud, dove il gruppo è in ritardo sulla concorrenza, ha comunque riportato incassi per la prima volta oltre i 4 miliardi, in aumento del 46%, e le sue perdite si sono ridotte sotto il miliardo.
Fb nel primo trimestre 2021 ha riportato utili balzati del 94% a 9,5 miliardi e ricavi lievitati del 48% a 26,17 miliardi. Facebook, seconda solo a Google nella raccolta pubblicitaria digitale, ha potuto contare su un aumento nei prezzi dei digital ad del 30% e del numero di inserzioni del 12 per cento. Anche se ha previsto in avanti sfide per le strette sulla privacy che potrebbero limitare il targeting personalizzato. Apple, in particolare, ha introdotto nuovi restrizioni sulla privacy nel suo sistema operativo iOS 14 criticate da Fb. L'azienda ha anche anticipato frenate delle revenue nel terzo e quarto trimestre dell'anno. Per il futuro conta in particolare sull'e-commerce: il Ceo Mark Zuckerberg ha sottolineato le potenzialità della sua piattaforma di commercio elettronico integrata nel social network, che intende continuare a potenziare. Nel trimestre ha indicato che gli utenti attivi del suo Markeplace hanno superato il miliardo. In generale gli utenti mensili attivi sono stati 2,85 miliardi, leggermente meno delle attese, e così gli 1,88 miliardi di utenti medi quotidiani. Le entrate medie per utente sono tuttavia salite a 9,27 dollari da 8,40 dollari. Su tutte le sue piattaforma gli utenti sono aumentati a 3,45 miliardi da 3,30 miliardi.
Microsoft
Microsoft, nel suo terzo trimestre fiscale, ha riportato la maggior crescita delle vendite dal 2018, del 19% a 41,71 miliardi contro i 41,03 attesi. Per il gruppo è stato il primo trimestre da oltre 40 miliardi di fatturato. I profitti sono stati di 15,46 miliardi, i rialzo del 44% e pari 1,95 dollari per azione contro gli 1,78 pronosticati. La sua divisione di servizi cloud, Azure, in concorrenza con il leader AWS di Amazon, ha marciato ad un passo di crescita del 50%, identico agli ultimi tre mesi del 2020, rispetto al 46% previsto. L'intero segmento di Intelligent cloud, che comprende anche i server e altri prodotti, è salito del 23% a 15,12 miliardi. La divisione Productiviy and Business Processes, che contiene Office e LinkedIn, è cresciuta del 15 per cento. La More Personal Computing, che include Windows e i device, ha marciato del 19 per cento.
Investimenti
L'avanzata di Big Tech si traduce anche in investimenti, su molteplici fronti. Amazon ha annunciato aumenti di salario per mezzo milione di addetti, di fino a tre dollari l'ora per un totale di un miliardo di dollari. In tutto il gruppo ha 1,3 milioni di dipendenti, cresciuti di 500.000 nel corso del 2020 in risposta alla domanda. Nell'ultimo anno ha inoltre aperto nuovi magazzini, centri di smistamento e distribuzione, con progetti di 1.500 piccoli centro in futuro più vicini ai mercati finali di destinazione per accelerare le consegne degli ordini. Google è reduce dal lancio di una spesa da 7 miliardi nel 2021 in sedi e uffici in una ventina di stati. Apple ha alzato il target del suo contributo all'economia americana, tra spese capitali, in fornitori, centri dati anche produzioni media per lostreaming, a 430 miliardi entro il 2026 da 350 entro il 2023, promettendo 20.000 nuove assunzioni oltre le ventimila già previste. Microsoft ha aperto nuovi centri dati. Facebook ha ritoccato al ribasso il suo piano complessivo di capital expenditure per l’anno, ma pur sempre a 19-21 miliardi.
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