Amazon, i lavoratori americani respingono l’ingresso del sindacato in azienda
Nello scontro-simbolo nel centro di Bessemer in Alabama ben il 70% contrari alle union. Polemica su comportamenti anti-sindacali dell’azienda
di Marco Valsania
4' di lettura
Bessemer è nel cuore del sud americano, a poca distanza da Birmingham in Alabama. Ma questa cittadina di 27.000 abitanti è diventata teatro di uno scontro sociale e politico dalle implicazioni nazionali, sul futuro del sindacato e delle relazioni industriali negli Stati Uniti. Qui i quasi seimila dipendenti di un magazzino e centro di distribuzione di Amazon – da sempre contraria alle union - hanno votato se aderire o meno al sindacato e hanno deciso non farlo, con una secca maggioranza die due a uno. E qui è scattato un test del clima sociale nell'era di Joe Biden alla Casa Bianca, che del sindacato è un ufficiale sostenitore e si era espresso a favore dell'azione delle union.
Uno scontro-simbolo
L'esito dello scontro è stato una netta vittoria della Corporate America e una drammatica sconfitta dei sindacati. La posta in gioco è presto detta. La sconfitta potrebbe segnare nuove e profonde battute d'arresto delle union, scoraggiando ulteriori campagne di rilancio della sindacalizzazione negli Stati Uniti e in particolare in nuove aziende e settori, dal commercio elettronico al tech in generale. E che il sindacato spera invece sia una battaglia persa in un conflitto ancora lungo e dal quale non intende ritirarsi.
I no al 70%
I dipendenti del centro di distribuzione al centro della vicenda si sono espressi per oltre il 70% contro l'adesione alla Retail, Wholesale and Department Store Union. Per il colosso di e-commerce e Internet, la sfida sindacale di Bessemer è stata la più significativa negli Stati Uniti, dove impiega ormai un milione di persone (su 1,3 milioni globali), secondo datore di lavoro del Paese dietro a Walmart. Da quando è stata fondata nel 1995, Amazon aveva finora respinto solo campagne più marginali delle union per un ingresso nel gruppo.
Protesta del sindacato
La RWDSU ha chiesto indagini e accusato Amazon, da sempre contraria a rappresentanze dei lavoratori, di tattiche antisindacali e illegali durante un'aggressiva campagna. “Non lasceremo che le menzogne di Amazon passino senza risposte”, ha fatto sapere il segretario generale del sindacato Stuart Appelbaum. Il sindacato vorrebbe che le autorità cancellino le elezioni come viziate.
Il responso sancito dal Nlrb federale
Ma la bocciatura al conteggio finale appare netta. La normativa americana prevede un voto a maggioranza dei dipendenti, gestito dal National Labor Relations Board, autorità federale di supervisione della normativa sui rapporti di lavoro: dei 5.805 aventi diritto nel grande magazzino, in sette settimane di voto si è espresso il 55 per cento. A conti fatti, 1.798 schede contro il sindacato, 738 a favore e circa 500 temporaneamente annullate, non abbastanza da alterare l'esito. “Le schede incerte non sono sufficienti a influenzare il risultato”, ha fatto sapere il Nlrb.
Le speranze sindacali
La union aveva sperato di far breccia in un centro di recente apertura, da poco più di un anno, e con l'85% di dipendenti afroamericani, spesso più sensibili all'appello del sindacato. Ha fatto leva su proteste per le pesanti condizioni di lavoro, raccogliendo denunce di lavoratori su carichi eccessivi e mancanza di pause. Secondo gli osservatori, in gioco con un successo del sindacato era anzitutto la massa in discussione della grande flessibilità voluta dall’azienda nella gestione della manodopera, a Bessamer come ovunque nel Paese, con rapidi licenziamenti e assunzioni davanti alle oscillazioni della domanda.
La risposta dell'azienda
Amazon ha ufficialmente replicato agli sforzi del sindacato sottolineando che, in uno stato disagiato quale l'Alabama, offre polizze sanitarie e un salario minimo di 15 dollari l'ora, il doppio del minimo federale. Che i dipendenti possono avere opportunità di carriera. E ha rivendicato i vantaggi d'una “diretta connessione” dei lavoratori con l'azienda, senza filtri sindacali giudicati controproducenti.
Gli ostacoli al sindacato
Negli Stati Uniti, però, le campagne di sindacalizzazione incontrano tradizionalmente gravi difficoltà. Le imprese hanno costante accesso ai dipendenti sul luogo di lavoro, anche per pressioni e intimidazioni, mentre le union non possono essere presenti all'interno. Le autorità federali hanno spesso pochi poteri per intervenire. Nel caso di Bessemer il sindacato ha criticato l'azienda per aver organizzato un'aggressiva campagna a base di meeting obbligatori anti-sindacali per i dipendenti, pubblicità, manifesti, text, promozione di siti anti-sindacali. Il contenuto delle azioni aziendali è stato spesso controverso: votando per il sindacato i lavoratori avrebbero perso la loro voce, le union sono un business e prendono i vostri soldi per nulla. Militanti sindacali hanno denunciato ostacoli anche a fare campagna all'esterno, compresa l'accelerazione di semafori nei pressi del centro che sarebbero gestiti dall'azienda. Durante lo stop al rosso lavoratori pro-sindacali erano soliti fare campagna. Amazon è inoltre nota per i messaggi anti-sindacali anche nei video di istruzioni ai nuovi dipendenti, temporanei o permanenti.
Un declino storico
Il sindacato oggi conta su una crescita di popolare nei sondaggi. Ma le iscrizioni restano in declino storico. Il tasso di sindacalizzazione è pari all'11% nel Paese e ancora più basso, all'8%, in Alabama. Migliora nel settore pubblico, mentre scivola tra la aziende private. Aziende tech e di servizi digitali nel recente passato sono finite nella bufera per drastici comportamenti antisindacali, tra queste Google per il licenziamento di dipendenti che avevano organizzato proteste. In quel caso le autorità federali diedero torto all’azienda.
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