Amazon ora deve assumere 1.300 interinali. L’ispettorato del lavoro: ha sforato le quote
di Cristina Casadei
3' di lettura
Amazon dovrà assumere più di 1.300 interinali. È questo l’esito dei controlli che l’Ispettorato del lavoro aveva fatto nel sito di Castel Sangiovanni, in provincia di Piacenza, a ridosso delle festività natalizie. Non si è fatta attendere la richiesta dei sindacati, con la Cgil che propone di sedersi al tavolo per dare seguito alla richiesta di stabilizzazioni sulla base del verbale dell’Ispettorato.
Ma ripercorriamo la storia. Il colosso della logistica, che da sempre si avvale di lavoratori in somministrazione per fare fronte ai picchi di lavoro di alcuni periodi dell’anno, come appunto quello natalizio, lo scorso 7 dicembre aveva ricevuto la visita di un pool di ispettori che si erano trattenuti un’intera giornata per verificare le condizioni di lavoro e la loro regolarità, intervistando sia i responsabili aziendali che i lavoratori.
Le informazioni raccolte hanno poi portato alla notifica «del verbale di contestazione del 30 maggio», annuncia l’Ispettorato Nazionale del lavoro. Che cosa viene contestato all’azienda? Nel documento viene spiegato che la multinazionale «ha utilizzato, nel periodo da luglio a dicembre 2017, i lavoratori somministrati oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato». Secondo il calcolo fatto dagli ispettori è emerso che «l’impresa, a fronte di un limite mensile di 444 contratti di somministrazione attivabili, nel periodo suindicato, ha invece sensibilmente superato tale limite, utilizzando in eccesso un totale di 1.308 contratti per lavoratori somministrati».
La decisione potrebbe avere un impatto da subito. Gli ispettori evidenziano in una nota che «l’iniziativa ispettiva potrà consentire la stabilizzazione degli oltre 1.300 lavoratori interinali utilizzati oltre i limiti, i quali pertanto potranno richiedere di essere assunti, a tempo indeterminato, e a far data dal primo giorno di utilizzo, direttamente dalla società Amazon».
Ma cosa dicono in Amazon dove avevano accolto gli ispettori con la massima collaborazione? La società in una nota, si definisce come «un datore di lavoro corretto e responsabile». Spiega di rispettare «il lavoro svolto dall’autorità ispettiva» e di impegnarsi «affinchè tutte le osservazioni che ci vengono rivolte siano affrontate il più rapidamente possibile».
In particolare, però, Amazon spiega che il verbale notificato non riporta il numero di contratti in somministrazione che viene invece indicato nella nota diffusa ieri dall’Ispettorato.
«Data l’elevata stagionalità cui è soggetta la nostra attività, ricorriamo nei periodi di picco a personale in somministrazione il cui ruolo è cruciale nell’aiutarci a gestire con efficienza il nostro lavoro. Escludendo questi periodi, la gran parte dei nostri lavoratori è assunta con contratto a tempo indeterminato e siamo costantemente impegnati nella conversione dei contratti di somministrazione in tempo indeterminato».
Nel centro di distribuzione di Castel San Giovanni, al momento dell’apertura, nel 2011, erano impiegate 150 persone a tempo indeterminato. «Oggi i contratti a tempo indeterminato sono oltre 1.650 - dice Amazon - e tutti hanno iniziato con contratti in somministrazione convertiti nel corso degli anni in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In particolare, negli ultimi due anni le conversioni sono state rispettivamente 500 nel 2016 e 270 nel 2017 e il nostro impegno è continuare a crescere».
Quanto invece all’altro tema su cui si sono concentrati i controlli e cioè l’algoritmo e l’utilizzo di dispositivi informatici per il controllo a distanza e il miglioramento della ricerca dei pacchi da parte dei dipendenti, l’ispettorato non ha riscontrato irregolarità: «In esito ad altri profili oggetto di accertamento - spiega la nota dell’Ispettorato - non sono invece emerse irregolarità, né sono state accertate violazioni in tema di controllo a distanza dei lavoratori».
Nel sindacato, a cui la multinazionale ha recentemente aperto le porte con uno storico accordo sui turni e gli orari, la notizia dell’esito dell’ispezione suona come «la conferma di alcune preoccupazioni che abbiamo sul modello Amazon: anche il nuovo lavoro, legato al digitale, ha dei limiti. E così si scopre che in molti casi il tasso di sfruttamento della forza lavoro è alto», spiega la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti. A questo punto, «ci auguriamo che la situazione venga affrontata attraverso le normali relazioni sindacali - dice Scacchetti -. Si apre subito la richiesta di stabilizzazione dei lavoratori».
Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, aggiunge che «la decisione su Amazon è una vittoria dell’impegno dei lavoratori e del Sindacato e conferma la nostra linea. Anche nell’era 4.0, il mondo del lavoro unito vince».
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