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Amazon Prime alla conquista dei diritti sportivi del football Usa

Il gruppo di Bezos pagherà alla Nfl 1,2 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 10 anni per i diritti della partita del giovedì sera.

di Monica D'Ascenzo

(AFP)

3' di lettura

Chi nel Thursday Night che apre la seconda giornata Nfl ha voluto vedere la sfida fra due delle favorite per il Super Bowl, Los Angeles Chargers e Kansas City Chiefs, lo ha fatto su Amazon Prime. Debutta così la corazzata di Jeff Bezos nelle esclusive delle partite del giovedì sera di football americano dopo l’accordo siglato nel marzo scorso con la Nfl da 1,2 miliardi all’anno per i prossimi 10 anni (l’80% in più di quanto pagava Fox Corp).

Si tratta di un ulteriore tassello negli investimenti che il gruppo americano sta facendo nello streaming per rosicchiare pubblico alle tv e ai canali via cavo. E per non muoversi alla cieca Amazon stretto una collaborazione con la società di consulenza Nielsen, con l’obiettivo di misurare il numero di spettatori delle partite, dato necessario per valutare poi gli impatti dell’investimento sulla raccolta pubblicitaria. Attualmente il gruppo di Bezos può già contare su circa 30 miliardi di entrate all’anno, ammontare che supera già quelli delle TV tradizionali. Secondo alcune fonti, riportate da Bloomberg, 30 secondi di spot su Amazon Prime costano già oggi 600mila dollari, contro i 500mila chiesti da Fox lo scorso anno.

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Amazon sta cercando di stimolare l’appetito deagli inserzionisti offrendo loro raccolte dati sugli abbonati Prime che permettono di realizzare campagne pubblicitarie mirate a seconda di aree geografiche, interessi, passioni degli spettatori. Il gruppo ha anche assicurato agli inserzionisti di poter raggiungere più di 12 milioni di spettatori per partita. Un dato in calo rispetto ai circa 16,4 milioni dell’anno scorso, ma che rappresenta una base di partenza da cui sviluppare un’audience più ampia, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Secondo i dati circa 80 milioni di famiglie hanno guardato Amazon Prime Video almeno una volta nell’ultimo anno, circa lo stesso numero che si è abbonato a un servizio di pay-TV.

L’ingresso di Amazon e Apple nel panorama dei media sportivi è stato salutato dalle leghe sportive positivamente per l’impatto che ha avuto sul valore dei diritti sportivi. D’altra parte, però, l’arrivo dei giganti della tecnologia sta preoccupando non poco i gruppi media tradizionali. Basti pensare che Amazon aveva oltre 60 miliardi di dollari in contanti e titoli negoziabili a bilancio a metà anno, più del doppio delle somme combinate del proprietario di ABC/ESPN Walt Disney, della società che controlla la CBS Paramount Global, della casa madre della NBC Comcast e della Fox. Una concorrenza impari se i giganti della tecnologia dovessero decidere di perdere miliardi di dollari in eventi sportivi se questo comunque si traduce in un incremento delle vendite del loro core business.

Nonostante tutto, però, le leghe sportive non sembrano affatto pronte a concedere un’esclusiva totale alle piattaforme di streaming, come dimostra la sconfitta incassata da Amazon nella gara per conquistare i diritti per la Champions League negli Stati Uniti, vinta dalla CBS, oppure dalla mancata conquista sempre da parte di Amazon dei diritti per la Big Ten Conference (associazione delle squadre universitarie) nonostante offrisse più di CBS e NBC. ESPN, poi, ha battuto Amazon per i diritti sulle gare di Formula 1, un accordo che faceva gola anche a Netflix.

Secondo gli esperti nelle prossime gare per la conquista dei diritti sportivi conteranno molto i risultati che il gruppo di Bezos porterà con le partite di Nfl. Resta ancora aperta la partita, in concorrenza con Apple e Google, per l’NFL Sunday Ticket, un pacchetto di partite fuori mercato che DirecTV offre da tempo. E non è detto che il prossimo traguarda per Prime Video possa essere il live di partite NBA. La lega punta a aumenti consistenti per i diritti e sarà da vedere se gli attuali partner (ESPN e Warner Bros. Discovery ) potranno sostenere la spesa. Si potrà, quindi, aprire l’era delle prodezze di LeBron James, Steph Curry e Giannis Antetokounmpo

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