Ambiente: arriva Seabin, pattumiera di mare che cattura le microplastiche
I primi due a Cattolica e Fiumicino, il prossimo a Sorrento. Il dispositivo, immerso in acqua, riesce a catturare fino a 500 chili di spazzatura
di Enrico Netti
2' di lettura
Un altro Seabin, dopo quelli già in uso in diversi porti, è stato posato in Italia. Questa volta è stata scelta l’area marittima di Fiumicino mentre si dovrà attendere qualche mese per il prossimo che sarà collocato a Sorrento. Il progetto si inserisce in seno all’iniziativa PlasticLess promossa da LifeGate a cui partecipa Procter & Gamble. I Seabin sono un’invenzione australiana: una volta immersi sono in grado di catturare 500 chilogrammi, circa 1,5 chili al giorno, di microplastiche, microfibre e altri rifiuti comuni come, per esempio, mozziconi e cotton fioc, sospesi nell’acqua. Il dispositivo è stato ideato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton e lanciato sul mercato a fine 2017. Vento e correnti convogliano lo sporco all’interno del raccoglitore che è in grado di trattare 25mila litri d’acqua marina al giorno.
Con la plastica raccolta, LifeGate potrà produrre oggetti di uso comune come felpe o teli da mare. Inoltre i dati raccolti forniranno informazioni utili per la ricerca e per meglio capire gli effetti dell’inquinamento sulle persone e gli ecosistemi.
«Siamo da sempre impegnati nel generare e ispirare un impatto positivo sull’ambiente. Per questo abbiamo sposato con grande entusiasmo l’iniziativa PlasticLess di LifeGate che contribuirà a combattere la presenza della plastica nei porti italiani ed europei, rendendo più puliti mari splendidi come il Tirreno», ha dichiarato all’inaugurazione di Seabin Faiza Lahlou, Europe Communications & Sustainability Director di P&G. La multinazionale ha varato il piano «Ambition 2030» che coinvolgerà i brand, la filiera di produzione e approvvigionamento, partnership con le maggiori organizzazioni esperte in sostenibilità e il coinvolgimento dei dipendenti dell’azienda. Tra gli obiettivi più ambiziosi c’è il 100% di imballaggi riciclabili o riutilizzabili, la riduzione del 50% di emissioni di gas serra, e l’approvvigionamento del 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili.
L’articolo è stato integrato il 3 febbraio per segnalare la precedente esistenza di “pattumiere del mare”
PER APPROFONDIRE:
● Fondi «green» poco verdi: dentro i portafogli spuntano tabacco, Oil e difesa
● Microplastiche: ecco quante ne ingeriamo
loading...