Ambiente, Italia assediata dalle frane: ecco di chi è la colpa
Cresce con una media di mille eventi all'anno il numero di frane sul territorio nazionale. Fenomeni che hanno ripercussioni e conseguenze sia in ambito economico sia sociale
di Davide Madeddu
3' di lettura
Dai centri abitati alle strade, passando per le reti ferroviarie e le aree montagnose. Cresce con una media di mille eventi all'anno il numero di frane sul territorio nazionale. Fenomeni che hanno ripercussioni e conseguenze sia in ambito economico sia sociale.
Numeri importanti
Nell'inventario dei fenomeni franosi in Italia, curato dall'Ispra con le Regioni e le province autonome, le frane censite, dal 2016 al 2023 sono più di 620 mila. Numeri importanti che ogni anno crescono di almeno mille unità: si tratta delle nuove frane o di quelle che si riattivano. A queste si sommano nella misura di qualche centinaia, «gli eventi principali che causano impatti significativi sulla popolazione, sui centri abitati e sulla rete stradale e ferroviaria».
Il report dell'Ispra
I dati, che tracciano lo scenario nazionale, sono indicati nel Report Ispra del 17 maggio 2023 su “Evento alluvionale Emilia-Romagna 16-17 maggio 2023 - Quadro di sintesi generale della pericolosità e del rischio di alluvioni nella Regione Emilia Romagna”. Nel documento, in cui si ricostruisce lo scenario che ha interessato dai primi giorni di maggio sino al 17 l'Emilia Romagna, si fa il punto sullo stato delle frane presenti nel territorio nazionale. Fenomeni che, come scrive l'Ispra nel documento, «causano impatti significativi sulla popolazione, sui centri abitati e sulla rete stradale e ferroviaria».
Tra cause naturali e mano dell'uomo
I ricercatori che hanno curato il documento indicano anche quali possono essere i motivi che generano questi fenomeni. «Le cause del dissesto - si legge - vanno ricercate, in primo luogo, nelle condizioni fisiche del territorio italiano: geologicamente giovane e tettonicamente attivo, costituito per il 75% da colline e montagne». Non è tutto, perché alle cause naturali, in cui rientrano le piogge e i terremoti, si aggiungono «sempre più di frequente quelle antropiche legate a tagli stradali, scavi, costruzioni, perdite da acquedotti e reti fognarie».
Il peso del cambiamento climatico
Ci sono poi anche gli impatti dei cambiamenti climatici sui fenomeni franosi che vanno a interessare sia quelli che avvengono sui versanti in alta quota sia quelli superficiali sia gli altri che hanno origine da piogge brevi e intense.
L'istituto superiore per la protezione e ricerca e protezione ambientale fa anche un bilancio degli effetti e danni che riguardano direttamente le persone. Negli ultimi 50 anni, per la precisione nel periodo che dal 1972 arriva al 2021, le frane registrate in tutta Italia hanno causato 1.071 morti, 10 dispersi, 1.423 feriti e 145.548 evacuati.
Pericolosità e rischio idrogeologico
Non meno importante l'aspetto che riguarda eventuali elementi di pericolo o fattori di rischio.«Il 93,9% dei comuni è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera; il 18,4% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni; 1,3 milioni di abitanti a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni - si legge ancora nel documento -. Tali dati sono stati pubblicati nel Rapporto 2021 Ispra sul dissesto idrogeologico in Italia che aggiorna il quadro di riferimento sulla pericolosità associata a frane e alluvioni e gli indicatori di rischio».
Il caso Emilia Romagna
Nel documento viene viene inserito anche il caso Emilia Romagna: «Per quanto riguarda la pericolosità per frane, il 14,6% del territorio dell'Emilia-Romagna è classificato a pericolosità elevata e molto elevata nei Piani di Assetto Idrogeologico - si legge ancora nel documento -. Sono 86.639 gli abitanti a rischio, residenti nelle aree a maggiore pericolosità per frane; sono a rischio frane oltre 39.660 famiglie, 53.013 edifici, 6.768 imprese e 1.097 beni culturali».
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