Meeting di Rimini al via: «Amicizia operativa» per luoghi di lavoro a misura umana
La rete di rapporti nasce per sostenere l’imprenditore di fronte alle sfide di un mondo in evoluzione
di Guido Bardelli*
3' di lettura
Il titolo del Meeting di questo anno - L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile - non sembra, a un primo esame, riferirsi ai rapporti nei luoghi di lavoro. È facile immaginare l’amicizia nelle scuole, nelle università, in una squadra sportiva, ma non in un ufficio o in una fabbrica. Spesso in questi ambienti si privilegia la concorrenza tra colleghi e l’assenza di condivisione che, anche come effetto indiretto dello smartworking, sembra una caratteristica inevitabile delle nostre aziende.
Il cambiamento d’epoca profetizzato da Papa Francesco ha reso evidente la fragilità dei progetti fondati sulla speranza nel futuro e nel progresso, che in questa “epoca cambiata” sono sostituiti da paura e incertezza. Un dato significativo riguarda il mondo del lavoro; secondo i dati del Global Rework Report 2023 della società Kelly nel nostro Paese il 33% dei lavoratori pensa di lasciare il proprio posto di lavoro entro un anno in quanto insoddisfatti delle situazioni in cui si trovano a lavorare. Questo disagio lo troviamo, in particolare, nei giovani che non concepiscono più il lavoro come un fine in nome del quale sacrificare i propri interessi, ma come un mezzo per dare consistenza alla loro esistenza per esprimere pienamente sé stessi.
Uscire dalle “certezze”
La provocazione dei giovani che ci chiede di privilegiare l’essere piuttosto che il fare riguarda in realtà tutti noi. È un invito a uscire dalle nostre “certezze” dando inizio a relazioni autentiche. Il lavoro della Compagnia delle Opere in questo anno è stato proprio caratterizzato da tale domanda: come accettare la sfida del cambiamento delle nostre aziende che questa epoca ci chiede così urgentemente? Lo spazio agorà della Compagnia delle Opere che abbiamo realizzato al Meeting vuole essere una proposta per tutti di una compagnia che «non si origina come un luogo di progetti e neppure come uno schieramento sociale. Essa è un esempio per tutti che ci può essere un cambiamento in atto, che dentro l’operato normale ci può essere una dimensione strana, nuova: la gratuità» (L. Giussani, L’io, il potere, le opere. Contributi da un’esperienza, Marietti 2000, pagg. 154-161).
Solitudine nei luoghi di lavoro
Questa mi sembra la sfida che il Meeting pone alla società di oggi e anche la Compagnia delle Opere desidera offrire il suo contributo: la paura del futuro, la solitudine nei luoghi di lavoro non si supera con astratti e a volte insopportabili richiami etici, ma incontrando presenze significative che nella realtà quotidiana testimoniano una diversità umana nell’affrontare le circostanze di ogni giorno nel mondo del lavoro.
Uno degli aspetti più imprevedibili di questa novità umana che la storia della Compagnia delle Opere continua a testimoniare, anche con forme differenti rispetto alla sua origine, è la capacità di vivere una «amicizia operativa» come evidenziato dal fondatore di Comunione e Liberazione, don Luigi Giussani. Vale a dire una rete di rapporti che non nasce per difendere le proprie attività dal futuro, ma per sostenere l’imprenditore di fronte alle sfide di un mondo in evoluzione. Una delle caratteristiche di questa «amicizia operativa» è la capacità di dialogo che essa genera: dialoghi all’interno della Compagnia delle Opere, ma anche all’esterno di essa, dialoghi tra diverse generazioni e, a volte, anche tra imprenditori concorrenti che non temono di mettere in comune i problemi e le difficoltà delle proprie aziende.
«Comunità felice»
Una amicizia di questo tipo contribuisce a generare spazi di società nuova che senza alcuna pretesa di egemonia costituiscono una speranza di costruire - come ci dice Papa Francesco - una «comunità felice». Per questo ad accogliere gli ospiti nello spazio agorà della Compagnia delle Opere al Meeting ci sarà anche un passaggio di Papa Francesco, pronunciato durante il suo intervento agli Stati Generali della Natalità: «Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una Società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno e tante volte si dimentica di sorridere» (Roma, 12 maggio 2023).
Il Meeting di questo anno ci potrà aiutare a riscoprire che questa amicizia «inesauribile» accade a volte del tutto inaspettata, ma al contempo è insita nella natura e nel desiderio di donne e uomini di sempre. Il Meeting non finirà di stupirci sino all’ultimo giorno e ci sosterrà nelle grandi sfide economiche sociali e umane che ci attendono.
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