Amministrative e referendum, Camere chiuse per dieci giorni. Le riforme in stand-by
Via libera al ddl concorrenza lunedì 30. Sulla riforma del Csm 260 emendamenti. Delega fiscale 20 giugno in aula alla Camera
I punti chiave
3' di lettura
Il Parlamento si prepara alla pausa elettorale per il voto del 12 giugno in quasi mille Comuni, oltre ai referendum sulla giustizia. Lo stop per consentire ai parlamentari di girare l’Italia per comizi rispetto ai sette tradizioni giorni si allunga a più di dieci. Slittano così alcuni provvedimenti clou, già in stand-by per divisioni politiche e ora finiti nel limbo elettorale.
Il pressing di Draghi per la riforma della giustizia
Per altri disegni di legge il “fermo” rischia di non essere casuale, politicamente. È il caso della riforma del Csm, che in più punti coincide con i quesiti referendari promossi da Lega e Radicali. Il testo è all’esame della commissione Giustizia del Senato che deve votare gli emendamenti (260 quelli presentati), prima dell’approdo in aula fissato il 14.
Una riforma che, dopo l’accordo di maggioranza su balneari e fisco, il premier Mario Draghi ha esortato a completare «con prontezza». Sull’ultimo via libera di Palazzo Madama pesano le forti perplessità di Lega e Italia Viva: una modifica a Palazzo Madama implicherebbe una terza lettura alla Camera e l’impossibilità di eleggere il nuovo Csm a settembre, come il governo vorrebbe. È plausibile, sul fronte leghista, che la situazione si sblocchi dopo il referendum.
Le chiusure di Camera e Senato
Lo stop ai lavori parlamentari per il voto amministrativo riguarderà Aula e commissioni. A Montecitorio la chiusura è già ufficiale e copre 11 giorni, dal 2 al 12 giugno. Così hanno deciso i presidenti dei gruppi, inglobando anche il “ponte” per la festa della Repubblica.
A Palazzo Madama il sigillo dovrebbe arrivare lunedì 30 maggio, con la conferenza dei capigruppo. La pausa parlamentare nei fatti si allunga di un paio di giorni e include il summit del Partito popolare europeo che si riunirà a Rotterdam il 31 maggio e il 1° giugno. Atteso pure Silvio Berlusconi. Da qui la richiesta avanzata dal gruppo di Forza Italia di partecipare, assentandosi ovviamente dal Parlamento. Richiesta concessa.
Il via libera al ddl Concorrenza prima della pausa
Per i senatori l’ultimo giorno di lavoro utile sarà il 30. Con un menù di giornata ricco: alle 11 toccherà al ddl sulla concorrenza, destinata alla prima approvazione in Aula, dopo tanti tira e molla e un accordo faticosamente raggiunto nella maggioranza. Poco prima, la commissione Lavoro sarà alle prese con la riforma del codice appalti, ritoccata alla Camera il 24 maggio scorso e quindi ora di nuovo al Senato. Il testo dovrebbe filare liscio ma è quasi impossibile chiudere la partita in settimana (essendo una legge delega, però, non scade).
Delega fiscale il 20 giugno in aula
A Montecitorio le ultime votazioni in aula saranno lunedì pomeriggio sulla tutela delle detenute madri, mentre il giorno dopo si discuterà del volo da diporto fino al question time del primo giugno. In coda finiscono il decreto legge Elezioni, oltre alla contestatissima delega fiscale: in stallo dall’8 marzo, quando la commissione Finanze approvò la riforma del catasto con il voto contrario di Lega e FI, riprenderà l’esame il 13 giugno rispettando l’approdo in Aula previsto il 20.
Anche su questa riforma c’è una forza di maggioranza che non ci sta: per la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra di Liberi e Uguali l’articolo 2 sulla tassazione personale del reddito, «dopo l’ultimo compromesso voluto dal centrodestra, conferma di fatto lo status quo, cristallizzando tutte le ingiustizie che caratterizzano il nostro sistema fiscale. Su questo articolo - annuncia - Leu non può dare e non darà il suo assenso».
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