Amministrative, da Verona a Catanzaro le 13 sfide ai ballottaggi
La partita più attesa tra i capoluoghi è quella della città veneta, dove il risultato potrebbe creare tensione fra Salvini e Meloni per la leadership del centrodestra
I punti chiave
- A Verona sfida Tommasi-Sboarina (senza apparentamenti)
- Lucca, polemiche su Casapound
- Testa a testa ad Alessandria
- A Parma centrosinistra favorito
- Catanzaro, il centrodestra torna compatto
- A Piacenza e Viterbo sfida tra donne
- A Frosinone Azione di Calenda con il centrodestra
- Barletta, il centrodestra parte in vantaggio
- A Como sfida inedita dopo il flop del centrodestra
- A Monza il sindaco uscente cerca lo storico bis
5' di lettura
Dopo la tornata elettorale del 12 giugno saranno 13 i ballottaggi dei capoluoghi in programma domenica 26 giugno. La partita più attesa è quella di Verona, dove il risultato finale potrebbe aprire una nuova fase di tensione fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni che si intestano la leadership del centrodestra.
Al primo turno le urne hanno dato il verdetto per altrettanti sindaci: nove sono andati al centrodestra (a cui si può aggiungere Messina in cui ha vinto il candidato di una lista civica che fa riferimento al centrodestra), tre i sindaci al centrosinistra. Per quanto riguarda i ballottaggi, sette vedono in testa il centrosinistra (Alessandria, Cuneo, Como, Verona, Parma, Piacenza, Lucca), cinque il centrodestra (Monza, Gorizia, Frosinone, Barletta e Catanzaro), uno una lista civica (Viterbo). Complessivamente i Comuni richiamati al voto sono 65 con due milioni di elettori interessati.
A Verona sfida Tommasi-Sboarina (senza apparentamenti)
A Verona alla sfida tra il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi, che al primo turno ha ottenuto il 39,8% dei voti, e Federico Sboarina fermatosi al 32,7%, si arriverà senza apparentamenti. Un testa a testa in cui il distacco è di ottomila voti. Il tentativo di andare ad un apparentamento formale tra Sboarina e Flavio Tosi (ex sindaco leghista di Verona, rimasto escluso dal ballottaggio, candidato di Forza Italia che ha ottenuto il 23,8% al primo turno) è naufragato dopo l’ultimo rifiuto opposto dal candidato di Fratelli d’Italia.
Ad agitare la competizione in uno dei feudi della destra anche una lettera del vescovo Giuseppe Zenti divenuta subito un caso. A finire sotto i riflettori le parole sulla «famiglia voluta da Dio», e le questioni gender scritte dal prelato 75enne in un messaggio ai sacerdoti in vista del ballottaggio del 26 giugno. Famiglia e gender sono un nervo scoperto della città veneta: soprattutto dopo che, nella primavera 2019, si attirò le attenzioni di mezzo mondo ospitando il “Congresso della Famiglia”, un concentrato di movimenti anti-abortisti e anti-femministi ospitato con il beneplacito di Sboarina, che vide Matteo Salvini tra i protagonisti.
Lucca, polemiche su Casapound
Nel campo del centrodestra gli occhi sono puntati anche su Lucca, dove il sostegno di Casapound e negazionisti al candidato del centrodestra Marco Pardini, chiamato a recuperare lo svantaggio di nove punti sul dem, Francesco Raspini, ha provocato reazioni e prese di posizione clamorose. Elio Vito, esponente di Forza Italia, ha deciso di lasciare il partito rassegnando le dimissioni anche da parlamentare in polemica per l’ok azzurro al movimento di estrema destra. Riflessi anche sul centrosinistra. A livello nazionale, Azione di Carlo Calenda dice “no” al campo largo ma, per la chiusura della campagna elettorale, nella città toscana Calenda, a sostegno di Raspini. «Il nostro candidato, che non era di Azione ma un civico - ha spiegato Calenda - ha deciso di appoggiare la destra dove c’è anche CasaPound e io mi sono scusato con gli elettori e vado a sostenere il candidato altrui».
Testa a testa ad Alessandria
Altra sfida serrata quella di Alessandria tra il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, centrodestra, e il candidato di centrosinistra Giorgio Abonante, che al primo turno hanno portato a casa rispettivamente il 40,24% e il 42,04% dei voti. Ago della bilancia potrebbero diventare i voti di Giovanni Barosini (Azione con Calenda e tre liste civiche), arrivato terzo allo spoglio con il 14,64% delle preferenze.
In Piemonte si vota anche a Cuneo dove Patrizia Manassero del centrosinistra (46,99%) è in netto vantaggio su F ranco Civallero che ha ottenuto il 19,84%. Anche qui nessun apparentamento con gli altri cinque candidati esclusi dal ballottaggio che hanno lasciato libertà di voto ai loro sostenitori.
A Parma centrosinistra favorito
Molto complicata per il centrodestra la partita di Parma. Qui, al primo turno, il candidato del centrosinistra, Michele Guerra, delfino di Federico Pizzarotti ed ex assessore nella sua giunta, ha preso il 44% sostenuto dal centrosinistra ma non dal M5s. I favori del pronostico sono tutti per lui. Il suo avversario, l’ex sindaco Pietro Vignali, candidato da Forza Italia e Lega, si è fermato al 21% e il sostegno garantito da Fratelli d’Italia (che di fatto ricompatta la coalizione dopo la corsa solitaria al primo turno) potrebbe non bastare.
A Catanzaro il centrodestra torna compatto
Anche a Catanzaro il centrodestra ritrova la compattezza al ballottaggio, dopo che al primo turno il partito di Giorgia Meloni aveva deciso di correre da solo con la propria candidata, Wanda Ferro. La deputata di Fdi (arrivata quarta con il 9,16%) ha assicurato il sostegno per il ballottaggio a Valerio Donato, candidato di Lega e Forza Italia che parte dal 44%. La sfida sarà con il candidato del centrosinistra Nicola Fiorita che ha ricevuto il 31,7 dei consensi. Catanzaro è uno dei quattro capoluoghi di regione andati al voto. Tre (Genova, L’Aquila e Palermo) sono stati conquistati dal centrodestra al primo turno.
A Piacenza e Viterbo sfida tra donne
Tra i tredici capoluoghi che vanno al voto solo in due città la sfida sarà esclusivamente tra donne. A Piacenza tra l’ex assessore di centrosinistra Katia Tarasconi che il 12 giugno ha raggiunto il 39,93% e Patrizia Barbieri del centrodestra che ha ottenuto il 37,72%. A Viterbo C hiara Frontini (33,08%), si contende la poltrona di sindaca con Alessandra Troncarelli del centrosinistra (27,90%).
A Frosinone Azione di Calenda con il centrodestra
A Frosinone Mauro Vicano, già candidato di Azione con cui ha ottenuto il 4,56%, insieme alle altre liste della coalizione che lo avevano sostenuto, appoggerà al ballottaggio Riccardo Mastrangeli, candidato del centrodestra che al primo turno ha ottenuto il 49,26%, mentre il candidato del centrosinistra, Domenico Marzi, ha raggiunto il 39,13%.
Barletta, il centrodestra parte in vantaggio
A Barletta il 26 giugno sarà sfida fra il candidato del centrodestra, l’ex sindaco Cosimo Damiano Cannito, e la candidata del centrosinistra (Pd e liste civiche legate al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano), Santa Scommegna che al primo turno non ha avuto il sostegno di Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. il Pd locale, infatti, aveva deciso di puntare su Scommegna, senza aver avuto l’ok dai pentastellati e da Sinistra italiana. Una decisione che non era piaciuta ai vertici nazionali del Partito democratico. Cannito ha ottenuto il 42,2%, Scommegna il 36,6%.
A Como sfida inedita dopo il flop del centrodestra
Il duello che si giocherà a Como per il ballottaggio è inedito e sorprendente: nella patria storica del centrodestra la coalizione Fratelli d’Italia-Lega e Forza Italia è rimasta esclusa per la prima volta dal ballottaggio per 103 voti, così che la poltrona di sindaco se la giocheranno Barbara Minghetti, centrosinistra (in testa con il 39,38%) e Alessandro Rapinese, titolare dell’omonima lista civica (27,33%). Il centrodestra ha annunciato ricorso al Tar per ottenere il riconteggio delle schede, ma di un eventuale intervento della magistratura si parlerà soltanto dopo il ballottaggio, che si terrà regolarmente. Compito principale dei due antagonisti, entrambi consiglieri comunali uscenti, sarà quello di recuperare fiducia nell’elettorato, che al primo turno ha toccato il minimo storico di affluenza: soltanto 31,951 votanti pari al 44,3%.
A Monza il sindaco uscente cerca lo storico bis
Non c’è mai riuscito nessuno ma questo potrebbe essere l’anno delle prime volte per Monza. Dopo la prima storica promozione nella serie A di calcio, Dario Allevi proverà a essere il primo sindaco a restare in carica per due mandati. Il candidato del centrodestra si contenderà la rielezione con il candidato del centrosinistra, Paolo Pilotto, dopo che il primo turno si è chiuso con Allevi al 47% e Pilotto al 40%. Il sindaco uscente, un passato in Alleanza nazionale ma ora indicato dal partito di Silvio Berlusconi cercherà di portare a casa il secondo mandato, sostenuto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, oltre che dalla lista civica “Noi con Dario Allevi”, a cui si è aggiunto a sorpresa anche il sostegno importante della lista “Civicamente” del candidato Paolo Piffer, che al primo turno ha chiuso con il 5,8% delle preferenze.
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