Anche i vigili urbani possono usare i droni. Ma solo con l’ok del prefetto
Per controllare gli abusi sulle uscite di casa e le aperture di aziende ora anche gli apparecchi delle polizie locali. Ma restano aspetti da chiarire
di Maurizio Caprino

Per controllare gli abusi sulle uscite di casa e le aperture di aziende ora anche gli apparecchi delle polizie locali. Ma restano aspetti da chiarire
3' di lettura
Sì del ministero dell’Interno all’uso dei droni anche da parte dei vigili urbani per controllare il rispetto dei divieti di uscire di casa. Dopo lo stop imposto il 26 marzo in attesa di risposte dall’Enac, il 30 marzo il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha sbloccato la situazione. Ma non del tutto: i corpi di polizia locale devono sempre farsi coordinare dai prefetti, per evitare sovrapposizioni con Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza.
Il caso
Le incertezze nascono dall’ultimo decreto legge che regola sanzioni e controlli per l’emergenza coronavirus: l’articolo 4 del Dl 19/2020 esclude le polizie locali da queste attività. Infatti, le riserva alle «forze di polizia», che secondo la legge 121/1981 (articolo 16) sono solo quelle statali.
Di qui una levata di scudi dei Comuni e una circolare del capo di gabinetto del Viminale che il 29 marzo ha riconosciuto un ruolo anche ai vigili urbani. Trovando nella stessa legge 121/1981 lo spazio per un’interpretazione secondo cui il potere di accertamento delle sanzioni è affidato a tutto il personale che abbia la qualifica di agente di pubblica sicurezza. Quindi anche ai vigili.
Il tutto, però, a condizione che i corpi di polizia locale venga coinvolto dai prefetti nelle operazioni di controllo. E lasciando negli operatori incertezze su quale procedura seguire per verbalizzare le infrazioni.
Il pasticcio sui droni
Una retromarcia analoga si è vista nel caso specifico dei droni. Già tra il 23 e il 24 marzo, Enac ed Enav avevano autorizzato l’uso dei droni anche per le polizie locali e in deroga alle condizioni operative stabilite dalle norme generali che riguardano le forze dell’ordine (Dl 7/2015). Anche su alcune aree abitate e nelle vicinanze degli aeroporti.
Ma il 26 dal capo della Polizia veniva uno stop per ulteriori approfondimenti. In sostanza, c’era il timore che qualche agente si lasciasse scappare la mano.
Ora, con la circolare del 30 marzo, lo stesso capo della Polizia parla dell’importanza del ruolo delle polizie locali nel rendere più capillari i controlli. Quindi le ammette a svolgerli e, per renderli più efficaci, dispone un impiego coordinato dai prefetti, per assicurare una copertura del territorio omogenea e senza sovrapposizioni.
Ma, nelle pieghe della circolare, si afferma che il Dl 7/2015 autorizza all’uso dei droni solo le «forze di polizia» intese nel senso della legge 121/1981. Quindi solo quelle statali.
Ma com’è possibile che ora ci siano polizie locali che hanno in dotazione droni? Può essere che ne abbiano acquistati pur sapendo che la norma del 2015 gli vietava di utilizzarli? O questa norma era stata interpretata in modo diverso. O, ancora, sono droni acquistati dai Comuni per scopi non di polizia e ora messi a disposizione dei vigili urbani?
Il problema è politico
Probabilmente sono domande che resteranno senza risposta: inutile cercarne una tra le argomentazioni tecniche rispetto a quella che è una questione eminentemente politica.
Da decenni, soprattutto con l’avvento dei “sindaci-sceriffi” favorito dall’elezione diretta introdotta nei primi anni Novanta, il ministero dell’Interno si è posto il problema di arginare eventuali derive dei primi cittadini. A volte si aggiungono preoccupazioni dovute al fatto che gli agenti di polizia locale, almeno nelle realtà più piccole, hanno meno formazione degli altri.
Di qui tanti provvedimenti tesi a limitare direttamente o indirettamente le competenze delle polizie locali. Con disappunto anche dei corpi dove c’è più professionalità e dei Comuni che più hanno investito in apparati di videosorveglianza utilizzati spesso anche dai corpi statali a fini di indagine o di ordine pubblico.
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Luogo: Milano
Argomenti: Circolazione stradale nelle sue varie implicazioni (multe, assicurazioni, sicurezza, economia, appalti, energia)
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