Andare a remi per le isole di Venezia
Conoscere un altro volto della Laguna, facendo kayak non tra calli e canali, ma fra isole-orto, barene e aironi
di Camilla Colombo
2' di lettura
Quello che mi aspetta non è un tour tradizionale fra i canali che hanno reso Venezia un'icona del turismo nel mondo. Venice Kayak, nata nel 2008 dall'unione delle due passioni di René Seindal e di Marco Ballarin, è una compagnia che organizza escursioni in kayak con l'obiettivo di trasmettere, più che i fasti del Canal Grande, la conoscenza della natura e della storia, il rispetto per l'ambiente che rende viva la Laguna.
La mia avventura comincia ancora prima di raggiungere la sede della compagnia perché l'isola della Certosa, un tempo monastero, poi base dell'artiglieria napoleonica, è fuori dalle rotte più battute, tanto che la fermata del vaporetto è a richiesta. Appena scesa sul pontile, mi viene incontro Giovanni Da Lozzo, la mia guida. Mi fa indossare giubbotto salvagente, cappello e una sacca protettiva per quando si sta seduti in kayak. Senza tanti preamboli, ma con la rassicurazione che non è preoccupante il fatto che non abbia mai pagaiato in vita mia, ci dirigiamo nel porticciolo dove mettiamo in acqua le nostre canoe. Quando faccio mio l'adagio che per virare a destra, devo usare il braccio sinistro, mentre per virare a sinistra, quello destro, inizio davvero a divertirmi.
Scopro che il fondale è incredibilmente basso anche lontano dalla città. L'isola di Vignole, la prima che tocchiamo nel nostro giro, ha ancora solo 50 abitanti, come i posti a disposizione dentro la piccola e graziosa chiesa. L'avifauna comprende aironi, chiurli, cormorani, gabbiani corallini, martin pescatori: tutti avvistati durante il tour.
L'isola di Sant'Erasmo, con circa 500 abitanti, era l'antico orto di Venezia e mentre passo attraverso i suoi canali, gusto le more che crescono ai bordi dell'acqua, annuso la salicornia, deliziosa da mangiare in insalata, guardo curiosa le persone in bicicletta e le abitazioni di campagna, che mi paiono così insolite in quel contesto, solo perché di Venezia ho, come tutti, un'immagine da cartolina.
Mi sto a tal punto appassionando che la guida decide di allungare la rotta verso il Lazzaretto Nuovo e attraversare una superficie di barena, ovvero una distesa di vegetazione composta da Salicornia veneta, Halimione portulacoides e Limonium vulgare, dove nessun'altra imbarcazione può passare, a causa del basso fondale. È il momento più emozionante: davanti a me ho una distesa viola, gialla e rossa, il silenzio mi circonda, all'orizzonte si staglia il profilo di Venezia. Ho la sensazione di trovarmi in uno spazio e in un tempo lontani, anche se di queste distese, che nel 1960 ricoprivano l'80 per cento della Laguna, oggi rimane un misero 7 per cento.
Percepisco ancora più chiaramente quanto sia delicato l'equilibrio che regola la vita di questo luogo e quanto andrebbe preservato. Per quanto mi riguarda, aver scelto il kayak anziché il motoscafo è un semplice modo per fare la propria parte, senza contare il piacere dell'esercizio fisico. A fine giornata, le braccia e gli addominali ringraziano per la fatica.
Venice Kayak
L'escursione di due ore fra le isole di Vignole e Sant'Erasmo costa 95 € a persona; il tour naturale di tre ore 100 € a persona; la gita in giornata all'isola di Burano costa 125 € a persona.
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