intervista ad andrea coscelli

Andrea Coscelli, il Ceo italiano dell’Antitrust inglese: la partita è sul digitale

di Marzio Bartoloni

3' di lettura

Èun italiano a vigilare sulla concorrenza nel mercato più libero e aperto d’Europa. Se in Italia le liberalizzazioni sono da sempre un tallone d’Achille in Gran Bretagna hanno deciso di affidare a un nostro connazionale la guida del loro Antitrust.

Da alcuni giorni Andrea Coscelli - nato a Parma 48 anni fa, studi alla Bocconi e un Phd a Stanford - ha assunto ufficialmente l’incarico di Ceo (Chief executive officer) della Cma, l’Autority che vigila sul mercato, battendo concorrenti di peso proprio nel pieno della tempesta di Brexit. «Il fatto che fossi italiano non penso abbia avuto effetto sulla nomina anche perché i miei maggiori concorrenti erano tutti inglesi», avverte Coscelli che dopo gli studi ha lasciato l’Italia per vivere a Londra (« dove mi sono sempre trovato bene per lavorare»), conquistando anche la cittadinanza inglese. Dopo varie esperienze nel privato, Coscelli ha lavorato per cinque anni al regolatore inglese delle comunicazioni (Ofcom) come direttore delle analisi economiche, per poi entrare alla Competition and markets Authority - operativa dal 2014 - dove ha prima lavorato come numero due e ha poi gestito l’interim, quando il precedente Ceo, Alex Chisholm, un anno fa è andato via per un altro incarico.

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Fino al 26 luglio scorso quando il Governo di Sua Maestà lo ha scelto per guidare l’Antitrust con «priorità – avverte lui – che sono le stesse per tutte le Autorità: prendere decisioni in tempi rapidi assicurando alle imprese i diritti procedurali soprattutto nell’ambito digitale. Intervenendo, se necessario, sui processi concorrenziali in mercati complessi e “fast moving”». Ma anche verificando che «i consumatori ricevano i benefici dei nostri interventi in tempi e modi certi». Come nel caso delle sfide al mercato e alla concorrenza che arrivano dai grandi player del web. «Bisogna sicuramente aprirsi al mercato digitale – avverte Coscelli – la questione è come assicurarsi che i mercati digitali rimangano aperti alle nuove start up, restino innovativi e offrano benefici chiari ai consumatori». Il caso di Uber è emblematico: in Italia dopo le grandi proteste dei taxi si è deciso – proprio nella legge sulla concorrenza appena approvata – di affidare a una delega la soluzione della patata bollente. Oltremanica la questione è invece molto più avanti: «Uber è stata al centro di un grosso dibattito anche nel Regno Unito. Noi siamo intervenuti per ricordare alle autorità regolamentari dei comuni che dovessero stabilire un giusto equilibrio tra la protezione dei consumatori e la libertà per il mercato di muoversi con le nuove tecnologie se nell’interesse dei consumatori». Ora negli ultimi mesi il dibattito «si è spostato sulle condizioni lavorative dei guidatori di Uber che al momento sono considerati “self employed” per cui non hanno diritto a ferie e compensazione per assenza dal lavoro quando malati». 

Il nuovo Chief executive officer dell’Antitrust d’Oltremanica cita anche l’intervento della Commissione europea a giugno su Google che «va in questa direzione». Assicurando cioè che «i concorrenti dei grossi players come Facebook o Google possano avere successo se introducono prodotti e servizi innovativi». Ma ora dopo l’addio della Gran Bretagna all’Europa questo lavoro non sarà più difficile? Coscelli sottolinea che Londra continuerà «certamente» a collaborare con l’Ue e le autorità nazionali, perché dopo Brexit «la nostra abilità di intervenire, quando necessario, per difendere i consumatori inglesi dipenderà in modi cruciale in molti casi dall’abilità di lavorare in cooperazione con altri visto che le aziende sempre più adottano le stesse pratiche a livello europeo se non globale».

Il Ceo nato a Parma e trapianto a Londra avverte anche che «in realtà stiamo già collaborando molto con la Commissione, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiano e altre Autorità nazionali su varie istruttorie e questo andrà solo aumentando». Per quanto riguarda infine l’Italia Coscelli non esprime un giudizio sulla legge sulla concorrenza appena approvata («non ho seguito la discussione»), ma non nasconde gli elogi per il numero uno della nostra Authority Giovanni Pitruzzella che «sta facendo un ottimo lavoro ed è molto presente a livello internazionale». «Storicamente, quella italiana è sempre stata una delle più importanti Autorità nazionali in Europa».

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