«Angelini Industries pronta allo shopping su robotica e hi tech»
Sergio Marullo di Condojanni, Ceo della holding: ricavi 2021 a 1,7 miliardi e utile a 97 milioni. Accanto alla farmaceutica, che rappresenta il 58%, «vogliamo crescere nelle macchini industriali e nell’automazione»
di Carlo Marroni
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È stato un anno di svolta per Angelini. Il gruppo che ora si presenta con il nuovo brand Angelini Industries, lo scorso anno ha effettuato nel farmaceutico la più importante acquisizione della sua storia, ormai ultracentenaria: 500 milioni di euro per Arvelle Therapeutics, società biofarmaceutica precedentemente posseduta dal conglomerato coreano Sk, focalizzata sullo sviluppo di trattamenti innovativi di terza generazione per la cura delle epilessie e licenziataria esclusiva nella Ue e in altri paesi dello spazio economico europeo, per la commercializzazione di cenobamato, molecola antiepilettica giudicata dagli esperti di grande efficacia.
«Una decisione importante per il nostro gruppo su un prodotto di straordinaria efficacia» commenta Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Holding, la “cabina di regìa” di un gruppo saldamente in mano alla famiglia, che ha chiuso il bilancio 2021 con un utile netto di circa 97 milioni e ricavi complessivi superiori a 1,7 miliardi, con un leggero incremento sull’ottimo 2020. L’operazione «rafforza il posizionamento di Angelini Pharma – una delle società operative del gruppo – tra i player europei nel campo della salute mentale, in linea con la nostra strategia di medio-lungo termine per il settore farmaceutico» dice Marullo in una conversazione con Il Sole 24 Ore. La società con questa acquisizione entra nei mercati del Nord Europa, Uk, Francia, Olanda, Svizzera e si espande in Germania.
Ma accanto alla farmaceutica, che rappresenta comunque il 58% del totale del giro d’affari e che nel secondo anno di Covid ha avuto un andamento positivo per i prodotti tradizionali – tra tanti spicca la Tachipirina, ma anche altri marchi sono notissimi, tra cui Moment e Tantum – si sta consolidando un nuovo filone, quello delle macchine industriali. In questa chiave è la decisione recente di comprare il 100% di Fameccanica – di cui il 50% era in mano a Procter & Gamble – azienda in provincia di Chieti, specializzata in Factory Automation, leader nel settore dei prodotti igienici monouso, con circa 700 dipendenti, tre sedi operative in Italia, in Cina e in Nord America e ricavi superiori a 200 milioni .
Il 29% dei ricavi di gruppo è invece riconducibile a Fater, storica joint venture con P&G, che in Italia produce e distribuisce i prodotti a marchio Pampers, Lines e Ace. Angelini Industries ha mezzi propri per oltre 600 milioni (scesi da quota 800 dopo l'operazione Arvelle): è la riserva pronta per nuove acquisizioni? «Siamo pronti a cogliere nuove opportunità di crescita, e non solo nel mondo farmaceutico, che resta centrale. Vogliamo crescere nelle macchine industriali, nella robotica e nell'automazione. Abbiamo come obiettivo la penetrazione del mercato Usa, che ha una forte richiesta di queste tecnologie. Basti solo pensare che il 70-80% dell'attività di stoccaggio è molto indietro nell'automazione». Accanto, poi, ai tre segmenti forti stanno crescendo nuovi business, con due start up: «Angelini Consumer e Angelini Ventures. La prima è una piattaforma che offre servizi e prodotti soprattutto per genitori e nuove famiglie, tanto che abbiamo lanciato una linea di giocattoli “montessoriani”, e l'altra che investirà nel digital health e nel biotech». Infine, con una quota attorno al 7% dei ricavi, il gruppo è presente nel vino e nei profumi.
Il 2021 è stato anche l'anno di alcuni movimenti nell'azionariato di controllo: Maria Francesca Angelini ha ceduto la sua quota del 16% in nuda proprietà ad Angelini Finanziaria, la cassaforte di famiglia, che le ha comprate come azioni proprie (come risulta da visura camerale, di cui il Sole è in possesso), il 68% in nuda proprietà con diritto di voto è in mano a Thea Paola Angelini, vice presidente esecutivo (moglie di Marullo di Condojanni), mentre il padre Francesco Angelini – il “patron” del gruppo - ha il 16% in piena proprietà e l'usufrutto sul 100% delle azioni della società. Sempre nel 2021 si è conclusa anche la vicenda collegata alla denuncia intentata da Maria Giolla Angelini contro i suoi familiari, con l'archiviazione perché il fatto non sussiste.
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