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Angelo Moratti «Intelligenza artificiale? Investo per dire la mia sullo sviluppo»

Attraverso la holding di partecipazioni Acm l’imprenditore è entrato nel fondo di venture capital di Ashton Kutcher e Guy Oseary, azionista di OpenAI

di Monica D'Ascenzo

4' di lettura

Un po’ di Italia nel capitale di OpenAi, la casa madre di ChatGpt. Gli investimenti in intelligenza artificiale si stanno moltiplicando e chi opera nel comparto delle start up non può ignorare il nuovo trend di mercato. Ancor meno se ha accesso ai protagonisti di questa nuova era tecnologica, come Angelo Moratti, che attraverso la holding di partecipazioni Angel Capital Management (Acm), ha deciso di investire nel nuovo fondo dedicato all’AI dello statunitense Sound Venture, già azionista di OpenAI.

L’occasione è venuta dalla visita a Milano nelle scorse settimane della star di Hollywood Ashton Kutcher e di Guy Oseary, partner del venture capital insieme a Effie Epstein. «È stata una tre giorni occasione di confronto e di conoscenza di un mondo in rapida evoluzione, raccontato da persone che seguono questo ambito di ricerca ormai da oltre un decennio» racconta Moratti, che spiega anche perché ha scelto di entrare nel fondo: «Ho deciso di investire nell’intelligenza artificiale per poter prendere parte allo sviluppo di quella che si annuncia essere una nuova rivoluzione al pari della rivoluzione industriale e dell’avvento di internet. Basti pensare che si tratta del prodotto con il più alto tasso di crescita nella storia dell’economia mondiale».

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L’impegno nell’AI non è una scelta meramente finanziaria, perché sarebbe ingenuo non vedere i rischi che comporta lo sviluppo di questa nuova tecnologia. «È innegabile che questa nuova tecnologia possa portare con sé anche ripercussioni negative per la nostra società. Mi sono interrogato su questi aspetti e sono giunto alla conclusione che sia più opportuno esserci in modo da poter avere un ruolo attivo nello sviluppo dell’applicazione in una direzione positiva per la nostra società».

Gli investimenti in AI

L’accelerazione è stata innegabile. Gli investimenti in AI hanno visto un’impennata dal 2020 a oggi destinata a perdurare nel prossimo futuro. Basti pensare che nel 2017 si sono contati solo 23 investimenti in start up del settore per un ammontare complessivo di 71 milioni di dollari, secondo i dati Cbs Insights. Un balzo si era poi avuto nel 2019 grazie al round da 1 miliardo di OpenAI (finanziato da Microsoft) su un totale da 1,296 miliardi di dollari. Poi calma piatta nel 2020 con 271 milioni in 65 deal, cresciuti a 1,548 miliardi in 105 operazioni nel 2021 e 2,654 miliardi in 110 round nel 2022.

Un trend che continuerà nel prossimo futuro considerato che i due terzi delle start up attive nell’intelligenza artificiale non ha ancora mai chiuso un round di Serie A (68%). C’è da scommettere che ora, dopo il lancio dirompente di ChatGpt sul mercato, sarà inevitabile che affluiscano capitali per lo sviluppo di nuove applicazioni nei diversi comparti dalla sanità alle costruzioni, dalla finanza ai media, dai consumer goods all’ambito legale.

Il fondo di Ashton Kutcher

Sound Venture è nato ben prima della frenesia da AI. Fondato nel 2015 dall’attore e produttore cinematografico Kutcher, dal produttore musicale Oseary e dalla managing partner Epstein, il venture capital con base a Beverly Hills gestisce oltre un miliardo di dollari di asset e conta nel proprio portafoglio investimenti in Airbnb, Uber, Flexport, Brex, Airtable, Affirm, Forthought, GitLab e You.com. Ora tutte le energie, e i capitali, saranno direzionati verso lo sviluppo della nuova tecnologia.

«Il fondo di Sound Venture investirà in start up nella fase growth nell’ambito dello sviluppo delle applicazioni dell’intelligenza artificiale» spiega Moratti, che nei giorni milanesi di Kutcher e Oseary ha avuto modo di testare le potenzialità dell’AI, compresa la possibilità di acquistare una casa a New York partendo dalla ricerca e arrivando al contratto da firmare nel giro di meno di mezz’ora.

Il nuovo fondo conta di investire in tutto in sei o sette società e il team non prevede di conservare capitali per eventuali follow on. Peraltro la strategia dichiarata prevede che non sia un deterrente agli investimenti l’impegno anche in due società concorrenti nello stesso ambito. D’altra parte, se è vero che le iniziative imprenditoriali si moltiplicheranno è anche vero che i talenti restano ancora pochi, secondo Effie Epstein.

Questione di regole

La vicenda di ChatGpt in Italia è fatta di stop and go. Dopo una prima partenza, un intervento del Garante della privacy ha temporaneamente interrotto l’attività di OpenAI nel nostro Paese. Dal 28 aprile ChaptGpt è tornato online in Italia, grazie all’accordo trovato dalla società con l’authority italiana in tema di protezione dei dati personali.

«Il Garante della privacy italiano si è mosso in modo adeguato e positivo, perché si tratta di una nuova tecnologia che necessita di una regolamentazione, al momento tutta da costruire. Nel caso di OpenAI il confronto con le istituzioni ha portato a un miglioramento della policy e delle regole di utilizzo» commenta Moratti, che chiosa: «In questa direzione ci dovrà essere uno sforzo delle istituzioni per comprendere il cambiamento storico delle nuove tecnologie che arriveranno sul mercato, perché non finirà con l’intelligenza artificiale. Un banco di prova importante sarà l’AI Act dell’Unione Europea, la prima regolamentazione al mondo sul tema».

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