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Anno in corsa per i rubinetti di Nobili

Ricavi in crescita anche nella crisi. Boom in Germania per l’azienda novarese, ok al piano di investimenti per altri 26mila metri di impianti.

di Luca Orlando

2' di lettura

«Sì, in effetti è il miglior anno della nostra storia, chi l’avrebbe detto».

Nessuno, in effetti, a partire proprio da Carlo Alberto Nobili, terza generazione imprenditoriale, direttore commerciale delle omonime rubinetterie, che a metà aprile, a fine lockdown, guardando i numeri si è confrontato con ricavi in calo del 26% rispetto al 2019. Difficile, in quel momento, pensare positivo.

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La ripresa da allora è stata però oltre le attese, con ordini in arrivo dall’Italia ma anche dall’estero, dove l’azienda novarese realizza i tre quarti dei propri ricavi. «È stata una corsa e per recuperare abbiamo fatto i salti mortali - spiega Nobili - ma alla fine chiudiamo l’anno in crescita di qualche punto percentuale, oltre i 76 milioni di euro: si tratta del nostro record».

Non certo lo standard, per un comparto che come gran parte delle meccanica e della componentistica ha patito l’emergenza Covid, in Italia come all’estero: tra valvole e rubinetti, nei primi 10 mesi del 2020 l’export ha infatti ceduto oltre 600 milioni di euro, un calo dell’11,6% che ha abbattuto le vendite oltreconfine a 4,7 miliardi di euro. «Per noi è stata determinante la ripresa della Germania - spiega l’imprenditore - ma devo dire che anche l’Italia chiude il 2020 con numeri positivi. E anche nei primi due mesi del 2021 i ricavi tengono, siamo sui livelli dell’anno scorso, che era partito benissimo». Sprint legato al blocco delle forniture dalla Cina, fonte cruciale per la rubinetteria. Primo effetto collaterale sulle filiere produttive globali che aveva in effetti rilanciato i ricavi del made in Italy in numerosi settori, vantaggio che tuttavia si è perso nel corso dei mesi. E che non ha frenato il recupero di Nobili. L’azienda, fondata nel 1954, ha contenuto la cassa integrazione a poco più di un mese, gestendo in modo graduale la riapertura post-lockdown, inserendo in prima battuta, e solo su base volontaria, gli under 55 privi di patologie, per poi tornare progressivamente a pieno regime.

«Gli investimenti in robot da questo punto di vista ci hanno aiutato - aggiunge Nobili - perché ogni operatore ne “pilota” sei o sette, restando quindi distante dai colleghi di reparto». I risultati consentono all’impresa di proseguire nel piano di investimenti, che prevede entro l’anno l’avvio di un nuovo spazio produttivo da 26mila metri quadri, capannoni che serviranno in parte per allargare le produzioni esistenti, in parte per ospitare quanto attualmente realizzato nel vecchio sito di Borgomanero. «Per ora abbiamo investito quattro milioni - spiega Nobili - ma alle strutture dovremo aggiungere ovviamente attrezzature e impianti. Impegni che potranno dare lavoro ad altri 50 addetti».

Investimenti realizzati con mezzi propri, confermando la filosofia aziendale di ridotto indebitamento con le banche ed elevata patrimonializzazione.

«È la politica che ci ha insegnato il nonno - aggiunge Nobili - e che noi proseguiamo investendo nell’azienda la ricchezza prodotta». Investimenti che nel tempo hanno prodotto un elevato tasso di automazione, con l’inserimento di intere linee robotizzate. E che hanno consentito la realizzazione all’interno dell’intero ciclo di lavorazione dei rubinetti, a partire dalla fonderia.

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