Arte

Anselm Kiefer a Palazzo Ducale a Venezia: la magnificenza del contemporaneo

Un tuffo al cuore per la nuova installazione site-specific che l'artista tedesco ha realizzata in occasione della 59° Biennale d'Arte.

di Silva Menetto

Anselm Kiefer (Photo credit: Georges Poncet)

3' di lettura

La nuova “opera-totale” di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio è una installazione che ribalta ogni schema e coglie tutti di sorpresa, impossibile restare indifferenti. L'arte contemporanea entra prepotente nel cuore della storia, nel palazzo del potere della Serenissima con una serie di dipinti che dialogano con uno degli spazi più importanti di Palazzo Ducale: la sala in cui si eleggeva il Doge.

Gabriella Belli

Anselm Kiefer viene invitato nel 2019 dalla Fondazione Musei Civici Veneziani (MUVE) a confrontarsi con la storia in un dialogo tra passato e presente, tra i dipinti di Tintoretto, Andrea Vicentino e Palma il Giovane.“Volevo realizzare con Kiefer un progetto di arte pubblica nel senso più semplice del termine: pittura come strumento per la collettività, per interrogarsi e riflettere sul valore dell'arte e su quanto la sensibilità di quest'artista straordinario avrebbe potuto catturare e restituirci del nostro tempo presente” scrive A, direttore della Fondazione Musei, nel suo saggio introduttivo all'opera.

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Titanica e sorprendente epifania

Poi l'acqua grande del novembre 2019, il lockdown, le drammatiche vicende in cui il mondo ha vissuto questi ultimi due anni hanno ribaltato tutte le premesse e hanno contribuito a far diventare la nuova creazione del pittore tedesco quella titanica e sorprendente epifania che è.Tutta la complessità del tempo che stiamo vivendo si manifesta e avvolge completamente lo spettatore nella Sala dello Scrutinio, ricoperta di tele e trasformata in un monumentale atto di testimonianza, che afferma la sua identità nel presente, con echi premonitori allo strazio provocato da ogni guerra, ma che assorbe simboli e ispirazione della storia millenaria della Repubblica del Leone.

Del resto la mostra di Kiefer, oltre a essere parte della quinta edizione di MUVE Contemporaneo, è direttamente legata alle celebrazioni per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia.

Trentatré grandi tele che compongono l'installazione

Per le trentatré grandi tele che compongono l'installazione, Kiefer ha scelto un titolo emblematico “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce”; una citazione dagli scritti del filosofo veneto Andrea Emo (1901-1983), riportata sulle tele che compongono l'opera di ingresso alla mostra, nella Sala della Quarantia Civil Nova, dove dei libri bruciati pendono su un orizzonte livido e brulicante di pali/croci, al fondo del quale si stagliano comunque bagliori di luce.

Andrea Emo

Ma il riferimento a Emo non è l'unico aggancio letterario all'interno dell'installazione dei Kiefer per Venezia: l'ispirazione è venuta anche dal Faust di Goethe, dalle teorie di Alfred Wegener sulla deriva dei continenti (ed ecco la tela con le barene ghiacciate), dal Vecchio e Nuovo Testamento (con una scala che evoca quella di Giacobbe e una bara con un sacchetto di reliquie, forse quelle di San Marco).Questa Venezia posta tra il Nord e il Sud del mondo, snodo cruciale degli scambi tra Oriente e Occidente, diventa metafora di opposti. Anselm Kiefer lascia alla sensibilità del singolo l'interpretazione dei segni e dei simboli, che siano sommergibili, divise lacere o carrelli della spesa ciascuno con un'etichetta col nome di un Doge. E su tutto il vessillo svettante del Leone marciano.Una pittura materica che si fa viva, dove si impastano paglia e corda, acrilico, resina, acciaio, legno, foglia d'oro, scarpe e filo metallico.

Il tema del viaggio si ingloba a quello delle migrazioni, la distruzione, le tragedie, la memoria sembrano indicare che tutto è già stato eppure sta per accadere. E l'arte, ancora una volta, ha la capacità di testimoniare il presente ponendo domande sul futuro dell'umanità.

Curata da Gabriella Belli e Janne Sirén, la mostra di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale di Venezia rimarrà visitabile fino al 29 ottobre 2022.Il catalogo, pubblicato da Marsilio, oltre ai testi dei due curatori riporta saggi di Salvatore Settis, Massimo Donà, Jean de Loisy, Elisabetta Barisoni e una conversazione tra Hans Ulrich Obrist e Anselm Kiefer


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