Nuove annate

Anteprime di Toscana, la crescita è minata da aumento di costi e scarsità di materiali

Nel 2021 in calo solo il Montecucco. Difficoltà nel reperire bottiglie di vetro, cartoni per imballaggio, alluminio per le capsule, fino al legno per i pali dei nuovi impianti dei vigneti

di Silvia Pieraccini

Chianti Classico Collection

3' di lettura

Neppure il tempo di brindare ai record di vendite del 2021, che il vino toscano – impegnato nella settimana del 20-25 marzo nelle Anteprime delle annate messe in commercio dalle principali denominazioni – si trova a fronteggiare le nubi all'orizzonte: non tanto per l'andamento delle vendite nei Paesi di guerra, che pesano poco sul business, quanto per la difficoltà nel reperire bottiglie di vetro, cartoni per imballaggio, alluminio per le capsule, fino al legno per i pali dei nuovi impianti dei vigneti.

«I prezzi di questi materiali sono saliti – ha spiegato Giovanni Manetti, presidente del consorzio del vino Chianti Classico, aprendo alla Stazione Leopolda di Firenze la rassegna dei nuovi vini in commercio ‘Chianti Classico Collection' riservata a stampa e operatori – ma quel che è peggio è che le aziende non trovano i materiali, col rischio di dover ritardare l'imbottigliamento del vino. È una situazione difficile da gestire, che non si era mai verificata prima e che porterà un aumento dei prezzi medi delle bottiglie, stimato tra il 5 e il 7%».

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Tutto questo avviene proprio mentre il vino toscano ha messo a segno il record di vendite (2 milioni e 119mila ettolitri, +10% rispetto al 2020 secondo i dati di Avito, l'associazione che riunisce i principali consorzi di tutela della regione, sulla base delle fascette di Stato rilasciate) e il record di esportazioni, arrivate a 1,13 miliardi di euro (+16,4% sul 2020, superiore alla media italiana che è +12,4%, e +11% sul 2019 pre-Covid).

La crescita di vendite 2021 interessa quasi tutti i territori: la performance migliore (+27%) è quella del Brunello di Montalcino (che pesa 85.238 ettolitri), seguito dal Nobile di Montepulciano (+22% con 51.780 ettolitri), Chianti Classico (+21% a 282.559 ettolitri) e vini Orcia (+20% con solo 1.865 ettolitri). Crescita a due cifre anche per Vernaccia (+16% a 38.112 ettolitri), Maremma Toscana (+16% a 51.468 ettolitri), Valdarno di Sopra (+17% a 1.306 ettolitri), Bolgheri (+10% a 53.903 ettolitri), Rosso di Montalcino (+10% a 34.149 ettolitri).

Le due voci dai volumi più “pesanti”, Igt Toscana e Chianti, hanno chiuso l'anno rispettivamente con +9% (con 700.987 ettolitri) e +5% (con 722.690 ettolitri). L'unico vino in contrazione di volumi è il Montecucco (-26% a 5.965 ettolitri), mentre cresce leggermente (+3% a 69.046 ettolitri) il Morellino

La rassegna ‘Chianti Classico Collection', alla quale partecipano 180 produttori, è stata anche l'occasione per presentare le unità geografiche aggiuntive (Uga), cioè la suddivisione della denominazione in aree geografiche più ristrette e omogenee, di cui nel Chianti Classico si parlava da più di 30 anni, tesa a valorizzare le diversità territoriali. Il progetto, varato da tempo, attende però l'ultimo decreto ministeriale (“si spera entro l'anno”, dice il presidente Manetti) per poi avviare l'imbottigliamento e la vendita con l'indicazione del Comune o località di provenienza, da Greve a Lamole, da Gaiole a Radda a San Donato in Poggio e via dicendo.La presentazione delle nuove annate del Chianti Classico ha seguito quella del Chianti e del Morellino, che si è svolta domenica 20 marzo (è l'unica aperta al pubblico), e ha preceduto le rassegne della Vernaccia a San Gimignano (22-23 marzo); del Nobile a Montepulciano (23-24 marzo); dei vini dell''Altra Toscana', cioè le denominazioni più piccole e meno conosciute, nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze (il 25 marzo). Tutti insieme formano la settimana delle ‘Anteprime di Toscana', organizzata dai consorzi di tutela insieme con Regione Toscana e Camera di commercio di Firenze.

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