Antitrust, sanzioni per 1,3 miliardi in 7 anni
di Nicola Barone
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Dal novembre 2011 l'Antitrust ha irrogato sanzioni per poco meno di un miliardo e mezzo di euro (1.370 milioni, ndr) e aperto più di 130 casi. Fa il bilancio dei suoi sette anni alla guida dell'Autorità garante della concorrenza, Giovanni Pitruzzella. «Ogni anno della mia presidenza si è caratterizzato per un aumento dell'importo delle sanzioni irrogate rispetto all'anno precedente» e allo stesso tempo l'Autorità «ha insistito sull'importanza della funzione deterrente delle sanzioni anche in periodi di crisi». Nel settennato sono state esaminate 894 operazioni di concentrazione mentre a 646 ammontano i procedimenti conclusi per pratiche commerciali scorrette e 39 per clausole vessatorie con sanzioni irrogate pari a 230 milioni di euro.
Soltanto nel 2017, come emerge dalla relazione annuale, per quanto riguarda la tutela della concorrenza sono state concluse 25 istruttorie di cui dieci istruttorie avviate per casi di intese, 12 istruttorie avviate per casi di abuso di posizione dominante e 3 istruttorie avviate per analizzare operazioni di concentrazione potenzialmente idonee a costituire o rafforzare posizioni dominanti su mercati nazionali. Le istruttorie per intesa hanno riguardato sia il settore dei servizi (finanziari e professionali), che alcune attività industriali, mentre diversi abusi di posizione dominante hanno interessato i settori dei servizi pubblici (telefonia, energia elettrica, servizi postali e trasporto pubblico locale). Le sanzioni complessivamente irrogate alle imprese sono state pari a circa 444 milioni di euro, con un aumento del 76% rispetto all'anno precedente. «L'Autorità ha, inoltre, stimato che l'impatto della propria attività di enforcement, in termini di benefici sui consumatori, nel 2017 è stato pari a circa 784 milioni di euro (con un incremento pari a circa il 31% rispetto al 2016), dei quali circa 502 milioni ottenuti grazie al contrasto alle intese, 269 milioni derivanti dalle istruttorie sugli abusi di posizione dominante e ulteriori 13 milioni di euro dalle misure imposte alle concentrazioni», si legge nella relazione.
Per ciò che concerne invece l'attività di “protezione” dei consumatori, nel corso del 2017 l'Autorità ha svolto 117 procedimenti. In 90 casi ha riscontrato infrazioni delle norme del Codice del consumo e del decreto legislativo 2 agosto 2007, in altri 24 casi il procedimento si è concluso con l'accettazione degli impegni, mentre in ulteriori tre casi l'Autorità non ha rilevato alcuna violazione di legge. «Nella maggior parte dei casi - segnala l'Antitrust - le istruttorie sono state avviate grazie alle segnalazioni ricevute dai consumatori e dalle associazioni dei consumatori; le prime hanno permesso di avviare 72 procedimenti istruttori, di cui 54 conclusi con una sanzione, mentre le segnalazioni delle associazioni hanno consentito di avviare 16 procedimenti, di cui 14 conclusi con una sanzione. Le sanzioni complessivamente comminate sono state di poco superiori ai 78 milioni di euro, con un incremento del 47% rispetto al 2016».
Spazio per interventi contro giganti del web
C'è spazio anche per le autorità nazionali della concorrenza per vigilare «sull'immenso potere di mercato dei giganti del web» come come Google, Amazon, Facebook e Apple. Di questo si dice convinto Pitruzzella pur ricordando che per vigliare su questi colossi «entrano in gioco soprattutto i poteri della Commissione europea» a causa della dimensione dei fenomeni presi in considerazione. Pitruzzella ha ricordato tra l'altro il procedimento, non ancora concluso, nei confronti di Facebook per possibili pratiche commerciali scorrette. L'Antitrust accende anche un faro sul «ruolo che possono svolgere gli algoritmi nel realizzare il coordinamento delle attività economiche, particolarmente dei prezzi, di imprese concorrenti». La questione è se «una collusione realizzata non più attraverso l'intesa tra le persone fisiche ma direttamente dalle macchine e dagli algoritmi, potrà essere sanzionata dall'Antitrust e in presenza di quali condizioni». Secondo l'Autorità è «pronta a raccogliere queste sfide» e, proprio per questo, ha recentemente svolto un concorso per selezionare esperti di algoritmi ed esperti informatici.
In Italia grande resistenza contro sharing economy
Nell'economia digitale «è fondamentale che l'intervento dell'Antitrust stimoli e non ostacoli l'innovazione» e in particolare nei casi come Booking.com, MyTaxi, Uber e Airbnb l'Autorità ha agito per «allargare le possibilità di scelta del consumatore». In molti Paesi europei «e certamente in Italia- spiega Pitruzzella - una grande resistenza è frapposta alle piattaforme di sharing economy. Certamente non dobbiamo sottovalutare il loro impatto disruptive sui servizi tradizionali e su tutti coloro che si guadagnano da vivere. Parimenti però non possiamo ignorare i vantaggi offerti da tali piattaforme». Il presidente ricorda ad esempio che l'Antitrust è intervenuta sia per promuovere una regolamentazione che non blocchi lo sviluppo di piattoforme come Uber, sia per ottenere la rimozione di regolazioni anticoncorrenziali.
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