ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Borsa, lusso frena l’Europa nella giornata della Fed, Milano (+0,1%) tiene con banche

Il Ftse Mib tocca soglia 29mila punti, poi arretra. Spread con Bund in calo a 162 punti, rendimenti in risalita. Euro stabile a 1,10 dollari, in retromarcia il gas

di Enrico Miele e Stefania Blasioli

La Borsa, gli indici del 26 luglio 2023

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La stagione delle trimestrali, che sta fornendo indicazioni contrastanti sullo stato di salute di alcuni settori come il lusso, fiacca l’andamento delle Borse europee, che chiudono sotto la parità una seduta già nervosa in partenza per l’attesa della Fed. Finisce così il rally di sei sedute consecutive in rialzo per i listini del Vecchio Continente. La peggiore, non a caso, è Parigi (CAC 40), capitale finanziaria del lusso, che perde a causa del tonfo di Lvmh in scia ai conti, seguito da quello di Essilorluxottica. Piazza Affari invece resiste fino alla fine, pur in una giornata volatile, e chiude in lieve progresso grazie alla tenuta dei bancari. Il FTSE MIB nel corso delle contrattazioni ha anche toccato la soglia dei 29mila punti, che non vedeva da inizi settembre 2008. Vendite anche sul resto del lusso, da Brunello Cucinelli al marchio Tod's mentre sul Ftse Mib si registrano passivi per Cnh Industrial, Prysmian , Inwit e Stmicroelectronics. Sul fronte opposto acquisti per Recordati dopo un paio di sedute difficili e Telecom Italia in attesa di schiarite sulla partita della rete unica. La seduta, per buona parte volatile, si è chiusa infine in ordine sparso per le piazze europee. La migliore è stata la Borsa di Madrid (IBEX 35) con in testa al listino alla vigilia dei conti il gruppo Acs (+3,2%) guidato da Florentino Perez, noto alle cronache italiane, oltre che come patron del Real Madrid, anche per la presenza forte nel capitale di Abertis (50% meno un'azione), il cui azionista di controllo è Mundys (50% più un'azione), la ex Atlantia che post delisting vede come soci di riferimento la famiglia Benetton e, a seguire, Blackstone. Ma il listino spagnolo è alla fine la “mosca bianca” della seduta visto che, con l’altra eccezione di Milano, le altre vedono rosso: Parigi (CAC 40), Francoforte (DAX 40), Londra (FT-SE 100) e Amsterdam (AEX). Le vendite si sono concentrate, come detto, sul comparto delle materie prime (con il sottoindice Euro Stoxx 600 del settore negativo per l’1,8%). Male il comparto dei beni (-1,8%), in cui rientrano i big del lusso, e tecnologici (-1,2%). Oltre alle già citate Lvmh e Essilux, gli investitori hanno infatti penalizzato, tra le altre, Hermes (-2,4%), la svizzera Richemont (-1,5%) e Kering. Male nell’abbigliamento anche Adidas e Zalando (-2%). Tra gli strappi della seduta quello del costruttore di motori Rolls-Royce (+21,2%) dopo il miglioramento dei target annuali.

A Piazza Affari strappa UniCredit, tonfo per Campari

L’indice principale, e il comparto del credito, sono stati trainati da Unicredit (che ha toccato punte del +3%) dopo una semestrale record e la revisione al rialzo dei target 2023. Sul podio Bper ed Banca Mps assieme a Stellantis con conti sopra le previsioni. Sul fronte opposto finisce ko Campari dopo una trimestrale in crescita con numeri leggermente al di sotto delle attese (ma il titolo da inizio anno ha corso senza sosta, +30%). Perdono quota Moncler, che a mercati chiusi ha pubblicato i conti e registra nel primo semestre ricavi in crescita del 24% pari a 1,136 miliardi di euro e un risultato netto a 145,4 milioni, e Amplifon che registra la novità dell’ingresso di EssilorLuxottica nel settore delle soluzioni acustiche che, secondo gli analisti, aumenterà la competitività del comparto.

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Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Bene Stellantis e Unicredit dopo conti migliori delle attese

Stellantis ha chiuso il primo semestre 2023 con un utile netto di 10,9 miliardi di euro, in crescita del 37%. I ricavi netti sono pari a 98,4 miliardi, in aumento del 12%. L'utile operativo “adjusted” è di 14,1 miliardi, con un +11% rispetto al primo semestre 2022. Si tratta di risultati migliori delle previsioni. In particolare, il consensus per l'utile netto era di 8,6 miliardi di euro e quello per i ricavi di 97 miliardi. Secondo gli analisti di Intermonte, «i risultati del primo semestre 2023 sono migliori del previsto grazie al minore impatto dell'inflazione dei costi/maggiori efficienze, mentre gli effetti prezzi e volumi erano in linea con le attese e il mix un po' più debole. Anche il free cash flow è stato forte con 8,7 miliardi di euro, ma grazie al Capex ben al di sotto delle aspettative». Anche per Equita i risultati del primo semestre di Stellantis sono «nettamente meglio delle attese» con un «free cash flow di 8,7 miliardi pari all'attesa per l'intero anno», mentre per Banca Akros, «i risultati del primo semestre 2023 hanno nettamente superato il consenso su praticamente tutte le metriche. Il fatto che Stellantis non abbia migliorato la guidance 2023 non è importante a nostro avviso perché la guidance è estremamente vaga». Sotto i riflettori per tutta la seduta anche la banca guidata da Andrea Orcel che a sua volta ha chiuso il secondo trimestre del 2023 con un utile netto di 2,3 miliardi, in aumento del 14,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 e contro gli 1,87 miliardi previsti dal consensus pubblicato sul sito di Unicredit. Nell'intero primo semestre l'utile è di 4,4 miliardi: si tratta del «miglior primo semestre di sempre» del «decimo trimestre consecutivo di crescita della redditività». Un «ottimo set di risultati superiori alle attese» per gli analisti di Equita, mentre da Intermonte sottolineano l'andamento del margine di interesse e «il costo del rischio zero». «Le nostre stime di utile netto 2023 sono circa un 10% sotto le nuove company guidance, vediamo spazio per rialzare le stime sia di utile netto che di distribuzione di capitale per il 2023», concludono gli esperti.

Spread con Bund in calo a 162 punti, rendimenti in risalita

Seconda parte di seduta negativa per i corsi dei titoli di Stato scambiati sul secondario telematico Mts. La flessione contemporanea di tutto il comparto non ha provocato variazioni di rilievo nello spread tra BTp e Bund che è risultato tuttavia in lieve calo. Nel finale, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari durata e' indicato a 162 punti base (164 il closing della vigilia). In deciso aumento i rendimenti: il decennale benchmark italiano risale al 4,11% (4,06% al closing della vigilia).

Andamento dello spread Btp / Bund
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Euro stabile a 1,10 dollari, in retromarcia il gas

Sul fronte dei cambi, l’euro passa di mano a 1,1072 dollari (da 1,1048 ieri in chiusura) e 155,40 yen (155,828). Il cambio dollaro/yen è a 140,34 (141,02). In retromarcia il gas a quota 29,3 euro al MWh (-10%). Prudente, infine, il petrolio: il Wti con contratto di consegna a settembre scambia a 79,4 dollari al barile (-0,2%) e il Brent stesso mese a 83,5 dollari (-0,1 per cento).

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