Appalti pilotati a Caivano, coinvolti imprenditori e capo cosca: 18 misure cautelari
Il comune, alla ribalta dopo lo stupro di gruppo di due cuginette di 10 e 12 anni, è stato sciolto per mafia dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre
I punti chiave
2' di lettura
Diciotto persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano nella gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici. Il comune di Caivano è stato sciolto per mafia dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre. Caivano è balzata alla ribalta per le violenze di gruppo, ripetute, su due cuginette, 10 e 12 anni. Teatro degli abusi, un centro sportivo abbandonato, il Delphina, all’interno del Parco verde di Caivano, la più grande piazza di spaccio di Europa, uno dei luoghi più degradati dell’hinterland napoletano. Una situazione che ha spinto il governo a vigilare e monitorare il territorio e ad approvare il cosiddetto decreto Caivano, che prevede daspo urbano e ammonimento del questore anche per i minorenni che abbiano compiuto 14 anni e una stretta sulla detenzione di armi e sostanze stupefacenti da parte di quei minorenni.
Informazioni riservate per l’aggiudicazione degli appalti
L’organizzazione criminale riusciva a ottenere da parte di pubblici amministratori notizie riservate relative all’aggiudicazione degli appalti in modo da poter indirizzare richieste estorsive ai vincitori. Nove delle 18 persone arrestate oggi erano state ’fermate’ il 10 ottobre scorso. Il fermo, misura precautelare, è stato ora sostituito da una misura cautelare. Le altre 9 persone coinvolte rientrano sempre nella stessa inchiesta: si tratta di 6 imprenditori edili locali, posti agli arresti domiciliari, mentre gli altri sono esponenti della criminalità organizzata locale.
Le accuse, dall’associazione mafiosa all’estorsione
Oggi i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda, la Diresione distrettuale antimafia, con le accuse, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione.
Le indagini della Dda
I provvedimenti scaturiscono da un’intensa attività investigativa condotta dai militari dal novembre 2022 a luglio 2023 e svolta sotto la direzione della Dda di Napoli. Secondo i risultati dell’indagine, in più di una occasione, i pubblici dipendenti si ponevano come intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta del pagamento delle estorsioni, ovvero nel ritiro del denaro. Gli stessi imprenditori, se da una parte erano vittime della richiesta estorsiva, dall’altra riuscivano a ottenere gli incarichi attraverso ’dazioni’ corruttive ad amministratori e dirigenti comunali compiacenti. Tra gli ulteriori 9 indagati c’è anche Angelino Antonio, considerato a capo del gruppo criminale di tipo camorristico operante su Caivano.
loading...