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Appello a Messa: i Dpr sul reclutamento del personale e sulla definizione degli ordinamenti didattici Afam da emanare al più presto

Il presidente del Consiglio nazionale per l'Alta formazione artistica e musicale: la caduta del governo rischia di bloccare l’ok a provvedimenti attesi da molti anni

di Antonio Bisaccia*

4' di lettura

Un viaggio è incompiuto se ci si ferma a mezza strada o prima del punto stabilito. Cosi scrive Lucio Anneo Seneca nelle Lettere a Lucilio. Questo è il rischio per il destino di due Dpr Afam molto attesi. Quello sul reclutamento del personale atteso da 23 anni e quello sulla definizione degli ordinamenti didattici. L'amministrazione del Mur e il ministro Messa ci hanno lavorato con convinzione e impegno per portarli a riva. Essi hanno avuto il loro iter previsto e sono arrivati al tavolo del Cnam per i prescritti pareri prima di essere deliberati – in via preliminare – dal Consiglio dei ministri (restano i soli pareri delle competenti commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato). Poi, come è noto a tutti, il governo è caduto, le camere sono state sciolte, e il tempo tecnico si è liquefatto come negli orologi di Salvador Dalì in Persistenza della memoria. Gli equilibri delle cose da fare, adesso, sono tutti da costruire da qui al giorno in cui il presidente del Consiglio Draghi darà la campanella al nuovo presidente.

Cosa contengono i due Dpr

Dato per scontato che il Dpr sugli ordinamenti didattici migliorerà l'organizzazione della didattica con tutte le sue dinamiche gestionali interne, cosa regolerà invece il Dpr reclutamento? E perché è importantissimo che sia emanato con urgenza (anche se siamo ben oltre la mera ”urgenza”, data la dimensione ultraventennale e ultra-tardiva che la connota)? Ebbene, il nuovo regolamento mette in atto una sorta di rivoluzione copernicana concreta. Istituisce, innanzitutto, l'Abilitazione artistica nazionale – vero nodo centrale della riforma del Dpr143/2019 – in analogia al sistema di reclutamento universitario (Asn). Tale modello certifica l'avvicinamento della disciplina delle istituzioni Afam alla disciplina delle Università ed è il cuore di un decentramento del reclutamento, che alimenta l'autonomia responsabile delle istituzioni. Una volta abilitati (e l'abilitazione avrà durata di nove anni), i docenti potranno partecipare ai “concorsi di sede”. È, inoltre, prevista una disciplina transitoria che tutela i docenti attualmente in servizio. Il Dpr, inoltre, disciplina il reclutamento della nuovissima figura del ricercatore, appena istituita in una recente norma e disciplina il reclutamento per il tempo indeterminato e determinato. Esso regola anche le altre tipologie degli incarichi di insegnamento fuori organico. Disciplina, altresì, i requisiti per la nomina di professori emeriti e professori onorari e regola il reclutamento del personale tecnico e amministrativo, sempre nell'ottica di quell'avvicinamento al sistema universitario che è condizione utile per entrare di diritto, sotto ogni forma possibile, nel sistema compiuto della formazione superiore. Passo non più differibile e vitale per l'Afam.

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Affari correnti

Il tema adesso è se tale Dpr (insieme a quello sugli ordinamenti didattici) possa(no) essere considerato(i) come “disbrigo degli affari correnti” potendo l'ordinaria amministrazione – prevista nell'attuale periodo di scioglimento del Parlamento – consentire soltanto l'esercizio di alcuni poteri degli organi costituzionali, al fine di rispondere a speciali contingenze, quali per l'appunto l'adozione di regolamenti amministrativi aventi natura di atti dovuti, ovvero imposti da circostanze straordinarie ed urgenti non differibili. Escluso anche solo il rischio teorico di una presunta “captatio benevolentiae”, ragione dell'attenuazione dei poteri dell'organo scaduto o dimissionario, dal punto visto tecnico-giuridico appare evidente la natura di atto dovuto dei regolamenti di cui si tratta. Regolamenti che rappresentano l'attuazione di una “delega” della legge 508/99 e successive modificazioni, tra cui la legge 79/2022 che anticipa pezzi di riforma che il Dpr reclutamento deve giocoforza completare e regolare. Se così non fosse si cadrebbe in un blocco strutturale impropriamente ibrido che cancellerebbe inesorabilmente quegli elementi fondanti che caratterizzano l'allineamento al sistema universitario. La legge 508/99 è davvero risalente: esiste da 23 anni. Da ciò deriva la necessità ed urgenza del varo dei Dpr, soprattutto considerando il più ampio processo di modernizzazione della macchina amministrativa che coinvolge, nell'ambito dell'allocazione dei fondi del Pnrr, in grande parte anche le istituzioni formative del Paese: comprese le istituzioni Afam.

Circolare chiara

Di conforto all'opinione espressa, è la circolare indirizzata dalla Presidenza del Consiglio ai membri del Governo dello scorso 21 luglio. Sono due, sostanzialmente, le tipologie di atti che impegnano l'attività dell'esecutivo nel tempo che resta prima dell'insediamento del nuovo Governo: (a) il disbrigo degli affari correnti comprensivi di leggi e di determinazioni già assunte dal Parlamento; (b) gli atti connotati da necessità ed urgenza. Considerato che le necessità e le urgenze sono sempre relative, è importantissimo inserire nel cruscotto delle “attività amministrative in corso di esecuzione” i due Dpr in parola.Del resto, dalla lettura lineare della circolare citata, si evince con chiarezza che, ad esempio, “…potranno comunque essere approvati i regolamenti per i quali risulti già in stato avanzato il procedimento di adozione”. Ed essendo questi due Dpr su reclutamento e ordinamenti didattici “attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento”, in illo tempore, appare oltremodo necessario – ai fini dell'operatività e della crescita di queste istituzioni – concluderne l'iter. Pena lo spettro dell'applicazione dell'originario Dpr 143 del 2019, ora sospeso, aborrito da tutti gli operatori del settore e considerato una vera iattura funebre per il sistema. E non risulterebbe essere, comunque, una soluzione l'ennesimo differimento ad interim di quest'ultimo regolamento. Re opitulandum, non verbis.

*Presidente del Consiglio nazionale per l'Alta formazione artistica e musicale

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