Appello delle telco alla Ue: «Le big tech paghino di più per le reti»
Le più grandi società di telecomunicazioni europee chiedono alla Ue di obbligare le Big Tech a pagare un “giusto” contributo per l’utilizzo delle loro reti
di Andrea Biondi
I punti chiave
2' di lettura
Una lettera aperta che sarà inviata alla Commissione Europea e ai componenti del Parlamento Europeo. Le più grandi società di telecomunicazioni europee chiedono alla Ue di obbligare le Big Tech a pagare un “giusto” contributo per l’utilizzo delle loro reti. «Senza gli investimenti necessari, il “Decennio digitale” europeo finirà per fallire. Gli investimenti futuri sono sottoposti a forti pressioni ed è necessaria un’azione normativa per garantirli», si legge in questa lettera aperta visionata dal Sole 24 Ore e inviata da 20 ceo delle principali telco europee.
L’appello delle telco
Non è la prima volta che i ceo dei principali gruppi lanciano questo appello. Ora, nell’ultima lettera, fra quest’ ci sono Margherita della Valle, ceo di Vodafone Group; Pietro Labriola, ad Tim; José María Alvarez Pallete, Chairman and CEO, Telefónica; Timotheus Höttges, CEO, Deutsche Telekom; Christian Salbaing, Deputy Chairman, Hutchison Europe e tutti i capoazienda delle principali compagnie telefoniche
Investimenti monstre
«Oggi – scrivono – chiediamo ai politici della UE di rivedere l’attuale quadro normativo delle telecomunicazioni e di consentire all’Europa di avere campioni industriali per competere a livello globale». E ancora: «la chiave di questo dibattito sono gli investimenti. L’UE stima che saranno necessari almeno 174 miliardi di euro di nuovi investimenti entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi di connettività. Il settore delle telecomunicazioni attualmente non è abbastanza forte per farcela».
Il «fair share»
Di base c’è un traffico dati cresce, al ritmo del 20-30% ogni anno, e ci sono una manciata di grandi aziende tecnologiche che lo assorbono. Per questo le maggiori aziende di telecomunicazioni chiedono alla UE «di garantire un contributo equo da parte di quelle aziende che traggono maggiori benefici dalle infrastrutture che costruiamo e gestiamo. Un tale meccanismo dovrebbe rivolgersi solo ai maggiori generatori di traffico, escludendo i più piccoli. Potrebbe includere responsabilità e trasparenza sui contributi ricevuti in modo che gli operatori investano direttamente nell’infrastruttura digitale europea».
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