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Appia Antica, candidata a patrimonio dell'umanità

Avviato l'iter di candidatura per l'iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. È il primo procedimento proposto direttamente dal Ministero della Cultura a favore di un sito presente per quasi l'intero nel Mezzogiorno

di Roberta Capozucca

3' di lettura

Nell'ambito di TourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale di Firenze, è stata presentata la proposta di candidatura della Via Appia Antica a patrimonio Unesco: un importate esempio dell'ingegneria stradale romana che, con i suoi 120.000 km, ancora oggi costituisce il nerbo della viabilità in Europa e intorno al bacino del Mediterraneo. Il sito coinvolge 74 comuni, 15 parchi, 12 province, 4 regioni e 28 uffici del Ministero, che oggi si trovano riuniti sotto il coordinamento del MiC per farne riconoscere l'eccezionale valore universale.

La candidatura

Con i primi sopralluoghi valutativi avviati nel settembre 2020, il dossier di candidatura della Regina Viarum verrà ufficialmente inviato dal Ministero della Cultura agli uffici Unesco entro febbraio 2023, proponendo all'esame il percorso integrale dell'antica Via Appia, da Roma a Brindisi comprensivo della variante traianea. Il sito verrà proposto nella tipologia dei siti seriali Unesco, in quanto caratterizzato da un patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico diffuso su 22 tratti di strada, carichi di valore scientifico e culturale che studiosi e artisti di tutti i tempi hanno contribuito a celebrare.
È la prima volta che il Ministero della Cultura italiano propone la candidatura di un sito a Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Si tratta di una decisione presa sulla base di connotati strutturali, essendo i suoi singoli siti per la maggior parte di proprietà e responsabilità dello Stato in grado quindi di beneficiare di un coordinamento centrale e risorse economiche difficilmente reperibili se la candidatura fosse partita dai territori. Per la convinzione, inoltre, che l'Appia Antica possa rappresentare un progetto di valorizzazione e di sviluppo territoriale in chiave culturale per molte aree interne d'Italia.
“Parliamo di una grande operazione di tutela e valorizzazione a livello globale di una via che per millenni ha unito Oriente e Occidente, lungo la quale la cultura greca ed ellenistica è penetrata nella romanità e la cultura urbana romana si è diffusa in tutto il mondo allora conosciuto” ha dichiarato il Ministro Franceschini. “Un territorio, che copre quasi l'intero Sud Italia, ricco di uno straordinario patrimonio culturale in grado di divenire uno dei più grandi cammini europei”.

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Il progetto e gli investimenti

L'estensione del sito e la compartecipazione di moltissimi attori, dalle soprintendenze alle associazioni, che su tutto il territorio nazionale si occupano della sua tutela, gestione e valorizzazione, ha fatto sì che l'Appia Antica fosse tra i progetti più spesso appuntati per un'eventuale candidatura Unesco, al punto che si trova nella lista propositiva italiana dal 2006. Nonostante ciò, forse proprio per la mancanza di un coordinamento centrale di candidatura non si è mai portato avanti il progetto fino a quando il Ministero, proprietario e direttamente coinvolto nella gestione della maggior parte dei siti archeologici connessi all'antica strada, ha deciso di prendere in mano la situazione incrociando le ingenti risorse stanziate con le virtuose azioni di restauro e valorizzazione che già si stavano portando avanti a livello centrale.
Era il 2016, infatti quando l'allora Mibact stanziò 20 milioni di euro a valere sul Piano “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 per il progetto “Appia Regina Viarum”: un intervento di ricerca, restauro e valorizzazione che ha riguardato l'Appia Claudia, ovvero il primo tracciato che da Roma porta a Brindisi. Nel 2016 poi, nell'ambito della Riforma Franceschini sulla riorganizzazione del Ministero, fu istituito il Parco Archeologico dell'Appia Antica ad autonomia speciale. L'istituto, che si sviluppa nel perimetro tracciato dal Parco Naturalistico dell'Appia Antica, è stato inoltre insignito della responsabilità del progetto di valorizzazione dell'intera strada consolare e del coordinamento di tutte le iniziative riguardanti l'Appia antica sul territorio nazionale. L'ultimo tassello di questa azione di valorizzazione congiunta e poliforme, che di fatto ha inizio molti anni fa, arriva nel maggio del 2021 quando con il Decreto Legge n.59 sono state approvate le risorse per gli anni dal 2021 al 2026, pari a 30,6 miliardi di euro, del Piano Nazionale Complementare (PNC) ovvero il fondo di investimento nazionale a supporto del Pnrr. Tra i progetti approvati dal Decreto, c'è lo stanziamento di oltre 21 milioni di euro per la candidatura dell'Appia Antica a sito Unesco: un totale di 2 milioni di euro a copertura dei costi di gestione e comunicazione della candidatura e quasi 19 milioni e mezzo di euro per operazioni di scavo, restauro e valorizzazione che saranno distribuiti tra i comuni e gli uffici del ministero dislocati sul tratto Traiano dell'Appia Antica. Nonostante l'arco temporale previsto dal PNC, i cui interventi dovrebbero essere terminati entro il 2026, il Segretariato generale competente per i fondi ha dato mandato di iniziare immediatamente più interventi possibili per arrivare alla fase di valutazione e poi al riconoscimento Unesco nella migliore condizioni possibili.Ora, non ci resta che aspettare il complesso e lungo iter con l'auspicio che l'Appia sia riconosciuta nella Lista del Patrimonio Mondiale durante la sessione estiva tra giugno e luglio del 2024.

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