ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl colosso ai raggi x

Apple condannata al successo dell’iPhone. Il melafonino pesa troppo sui ricavi

La società ha un business solido e redditizio. Il cellulare, però, ha un’incidenza elevata rispetto agli altri prodotti e servizi.

di Vittorio Carlini

(H_Ko - stock.adobe.com)

4' di lettura

L’iPhone è il “Re”. Nei conti della Apple il (per molti) “mistico” telefonino ha assunto il ruolo di vero mattatore. Il melafonino, lanciato da Steve Jobs nel gennaio del 2007, nel corso degli anni ha preso il centro della scena. Per rendersene conto basta scandagliare i bilanci della casa della mela morsicata su di un arco di tempo sufficientemente ampio.

Così nell’esercizio 2010-2011 - l’azienda di Cupertino chiude gli esercizi fiscali a settembre – lo smartphone valeva il 42,5% delle vendite nette totali. Poi, tra il 2014-2015 e il 2017-2018 l’incidenza ha superato il 60%, raggiungendo il picco proprio nel 2014-2015 (66,3% delle sales complessive). Infine, negli ultimi anni, il peso è rimasto sopra il 50% (52,11% nello scorso esercizio) con l’incidenza che è arrivata al 53,4% nei primi nove mesi del 2022-2023 (48,5% nell’ultimo quarter). Insomma: il valore percentuale del melafonino sul giro d’affari ha disegnato una parabola, la quale però è rimasta ben in alto rispetto all’incidenza sulle vendite nette complessive.

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Altre voci di ricavo

Certo: soprattutto di recente altre voci di ricavo, diversificando l’attività, hanno aumentato la loro rilevanza. I servizi, ad esempio, hanno accelerato. Questi, dal 2015-2016 al secondo posto come valore delle entrate, costituivano nel 2016-2017 il 14,26% delle vendite. Successivamente si è arrivati al 19,6% (2019-2020) fino al 21,4% di fine giugno del 2023. Non solo. La società, negli anni, è molto cresciuta. Nel 2022 i ricavi sono saliti a 324, 3 miliardi di dollari e i profitti a 99,8 miliardi . Ciò detto, tuttavia, il tema di fondo resta valido: il melafonino è un prodotto preponderante nell’economia della Apple.

IL PESO DELL’IPHONE SULLE VENDITE
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Gli esperti

Anche perché gli stessi servizi (basta pensare ad Apple Store) sono legati, in qualche modo, all’iPhone stesso. A fronte di un simile contesto la domanda è: l’Azienda è eccessivamente “iPhone centrica”? «Il gruppo vanta un business indubbiamente di successo -sottolinea Umberto Bertelè, professore emerito di strategia al PoliMi-. Al di là di ciò, però, non può negarsi che la società sia sempre, e comunque, condannata alla grande affermazione del suo prodotto principale». «A ben vedere - fa da eco Giacomo Calef, country manager di NS Partners -, da una parte, il peso dell’iPhone sui ricavi rimane troppo elevato; e, dall’altra, la diversificazione del business prosegue bene sui servizi ma non pare, al momento, altrettanto efficace sugli altri prodotti».

La geopolitica

Peraltro, la questione della diversificazione dell’iPhone è sottoposta a variabili geopolitiche che possono giocare a favore o contro. Un esempio? Lo scontro tecnologico tra Washington e Pechino. Alcuni giorni fa, guarda caso poco dopo il lancio del nuovo smartphone 5G di Huawei e poco prima dell’evento di Apple, la Cina ha minacciato di vietare l’uso del melafonino nelle società statali o collegate al Governo. In altre parole: circa mezzo milione di potenziali cellulari venduti in meno nell’ “ex Regno di Mezzo”. La notizia ha impattato il titolo in Borsa. Apple, in poche sedute, ha perso circa 200 miliardi di dollari di capitalizzazione. Vero! Gli investitori avranno sfruttato l’informazione per vendere e portarsi a casa la plusvalenza (da inizio anno, dopo avere per un po’ oltrepassato i tremila miliardi di dollari in capitalizzazione, Apple guadagna più del 38%). Di più. «All’interno dello scontro tra Usa e Cina - riprende Calef -, le eventuali ulteriori limitazioni alle aziende di Pechino nell’export verso l’America possono agevolare Cupertino». Ciò considerato, tuttavia, è «innegabile come l’evento segnali quanto la casa della mela morsicata sia sensibile alle dinamiche dell’ iPhone».

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Sviluppo incrementale

Già, le dinamiche dell’ iPhone. A ben vedere, c’è anche chi non considera un problema il fatto che il gruppo sia così legato ad un singolo prodotto. «L’evoluzione delle società hi tech - spiega Nicoletta Corrocher, docente di economia dell’innovazione alla Bocconi - avviene soprattutto con lo sviluppo incrementale». La ricerca resta al centro, ma «non è indispensabile creare sempre dei punti svolta. È importante, invece, essere “best in class” nella gestione ed evoluzione delle soluzioni che si hanno. In particolare se risultano vincenti come l’iPhone». «Corretto» afferma Bertelé il quale, però, sottolinea: «gli elevati prezzi in Borsa di Apple sono giustificati, anche, dalla consapevolezza che l’azienda realizza soluzioni ad alta marginalità». In tal senso, da un lato, trovare alternative «ad una “cash cow” come il melafonino è difficile»; e, dall’altro, questa «difficoltà rende l’azienda vittima del suo stesso successo».

Il rischio Ue

Una soluzione, convengono in molti, è proseguire - spingendo sulla stessa Intelligenza artificiale - nello sviluppo dei servizi: dal cloud all’App Store fino alla pubblicità. Sennonché, l’Ue (con il Digital markets act) è decisa a salvaguardare la concorreza sui mercati. Tutti i colossi tecnologici sono coinvolti. La stessa Apple (video) , che si oppone all’ipotesi rimarcando i rischi per sicurezza e privacy degli utenti, potrebbe in Europa vedere cadere (o limitare) il vincolo tra App Store e iPhone. Al di là del tema in sé, ancora una volta è coinvolto il melafonino. Apple, in attesa di un nuovo momento “wow”, fa troppo rima con iPhone.

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