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Apple, a Palermo apre Mec: la più grande collezione italiana diventa museo

Giuseppe Forello ha raccolto 4mila pezzi della «Mela» e 46 negativi originali di Steve Jobs. Tutti riuniti a pochi passi dalla Cattedrale

di Nino Amadore

Il Museo «Mec» di Palermo, tra reperti Apple e foto di Steve Jobs

3' di lettura

PALERMO - Si chiama Mec ed è un acronimo che va in due direzioni: da una parte la sintesi di «Meet, Eat e Connect»; dall’altra un semplice richiamo al nostro modo di indicare i computer della Apple, i «mec» appunto. Mec è un Museo, una esposizione permanente, un azzardo nel cuore del centro storico di Palermo: è il museo della rvoluzione informatica con il suo protagonista assoluto, Steve Jobs, ma è anche ristorante affidato alle cure dello chef Carmelo Trentacosti, classe 76, cresciuto alla scuola dello stellato Nino Graziano.

A Palermo il Mec, museo della Rivoluzione informatica

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Ma c’è ancora un elemento che fa di questo museo un luogo partiucolare: è ospitato a Palazzo Castrone Santa Ninfa, quasi di fronte alla Cattedrale, un immobile cinquecentesco, se vogliamo uno dei simboli di quell’architettuta del potere che costeggia  Corso Vittorio Emanuele, altrimenti detto il Cassaro. Il Mec, che apre il 31 gennaio 2020, è anche frutto della visione e creatività di Giuseppe Forello, architetto e imprenditore palermitano che sin dagli anni Novanta del secolo scorso ha avviato la collezione di macchine della Apple: oggi possiede una delle collezioni Apple più importanti al mondo con 4mila pezzi e 46 negativi originali di foto di Steve Jobs con uno spaccato della vita privata dell’imprenditore morto nel 2011: «Qualche anno fa - racconta - gli americani volevano acquistare la collezione: erano imprenditori di Las Vegas. Mi avevano contattato tramite Edward Luttwak e mi avevano offerto cinque milioni di euro. Non ho ceduto».

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Quei pezzi ora saranno esposti a Palermo a rotazione e già la mostra (Steve Jobs 1955-2011 - Why Join the Navy If You can Be a Pirate?) che inaugura questo spazio così singolare, almeno per la Sicilia, propone alcuni tra i pezzi più interessanti per gli appassionati: c’è per esempio il primo personal computer creato da Steve Jobs e Steve Wozniak, praticamente mai utilizzato e ancora da assemblare; c’è la prima stampante e ci sono altri oggetti che fanno parte della nostra storia, del nostro immaginario e del nostro vissuto come l’ipod o il primo iphone (mai utilizzato). Accanto a icone come il Lisa, il Next Cube e i Macintosh sono esposte le altre macchine informatiche che hanno cambiato per sempre il nostro modo di comunicare, lavorare e vivere.

Accanto alle macchine informatiche, a tracciare la storia di questa epopea sono gli stessi pionieri della Silicon Valley, che accompagnano il visitatore nell’intero percorso con una serie di video-interviste realizzate da 8-BIT Generation, la più grande library multimediale al mondo dedicata alla Rivoluzione informatica. Lungo il percorso di visita della mostra sono esposti anche diversi prototipi, alcuni dei quali mai usciti in commercio; foto inedite di Steve Jobs; memorabilia tra cui pupazzi, diapositive, vinili, riviste. Chiude il percorso l’area del Tempio, sezione dedicata all’arte contemporanea e alla fotografia d’autore con un’installazione di Edoardo Dionea Cicconi e – alle pareti – una selezione di fotografie di Jean Pigozzi e Diana Walker.

La mostra nasce grazie alla collaborazione tra Giuseppe Forello e un altro imprenditore italiano, egualmente appassionato e competente di Information technology, Marco Boglione, fondatore e presidente di BasicNet, primo marketplace nel settore dell’abbigliamento.
Curata da Cecilia Botta, storica dell’informatica e curatrice di BasicGallery, archivio storico di BasicNet, la mostra progettata dallo stesso Forello e dal concept designer Francesco Ferla è divisa in otto aree tematiche – Innovazione, Pirati, Seme e frutto, Apple Store, Prototipi, Pixar, Tempio e Competizione – che si snodano attraverso le sette sale del Mec Museum, ripercorrendo la vita del fondatore della Apple e l’evoluzione dei suoi prodotti dal 1976 a oggi.

«Why Join the Navy If You Can Be a Pirate? - dice Forello - è un viaggio che racconta l'opera e la grandezza di Steve Jobs e che si spinge ben oltre il mondo del digitale e della tecnologia. È la storia di un uomo che, con le sue intuizioni e i suoi prodotti, ha ridisegnato profondamente la nostra società, attivando quell'inarrestabile cascata di trasformazioni che caratterizza il nostro tempo e di cui, ancora, non percepiamo del tutto i confini e la vastità». Il Mec Museum osserva i seguenti orari di apertura: dalle 9,30 alle 17,30 con ultimo ingresso alle 17. Domenica dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20. La giornata di chiusura è il lunedì. Sarà possibile anche prenotare le visite e le eventuali cene visitando il sito web della struttura: www.mecmuseum.it. Il biglietto di ingresso ordinario è di 7 euro; per studenti e giovani al di sotto dei 18 anni c’è il ridotto a 5 euro. Previsto anche un ingresso cumulativo famiglie di 15 euro (tre persone).

Per approfondire:
Apple, multa da 837 milioni per violazione di brevetti
Amazon e Apple, due visioni geopolitiche contrapposte

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