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Apple perde terreno in Cina e spinge i produttori locali. Boom Huawei e Xiaomi

La ripresa del mercato dei “telefonini” ridisegna nuovi equilibri: iPhone 15 fatica, mentre i modelli autoctoni prendono quota

di Biagio Simonetta

3' di lettura

Mentre Apple arranca, i produttori locali colgono l’opportunità e imboccano la strada della crescita. Succede nel mercato cinese degli smartphone, che torna a crescere dopo un paio d’anni in netta flessione. E che, a quanto pare, sta ridisegnando nuovi equilibri che sembravano ormai consolidati.

Facciamo un passo indietro. Quattro anni fa sembrava impossibile: il morso letale del ban commerciale, imposto da Donald Trump, stava sgretolando pezzo dopo pezzo l’impero di Huawei, minandone il business nel mondo degli smartphone in modo determinante. L’impossibilità di poter installare Android (di proprietà di Google) sembrava un colpo troppo importante, per lasciare scampo alla società di Shenzhen. Oggi, invece, la situazione sembra essersi ribaltata. E proprio Huawei (ma non solo) sta macinando numeri importanti, grazie a un nuovo modello (il Mate 60 Pro) che a quanto pare ha spostato gli equilibri, e che intanto è finito al centro di discussioni per eventuali ban infranti.

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Volano i titoli

L’altro gigante cinese, Xiaomi Corp., ha guadagnato circa 20 miliardi di dollari in valore di mercato dal minimo di giugno scorso. E lo ha fatto grazie all’entusiasmo per il suo ultimo telefono e alle prospettive nei veicoli elettrici e in altre attività di elettronica. Il titolo, quotato a Hong Kong, è cresciuto di oltre il 60% negli ultimi 4 mesi, diventando quello con la migliore performance nell’indice Hang Seng Tech.

Xiaomi è la conferma che i produttori cinesi di smartphone, legati al sistema operativo di Google (Android) stanno capitalizzando, mentre Apple registra entrate in calo nel Paese che a quanto pare non lasciano tranquillo Tim Cook, apparso in almeno un paio di eventi in Cina nell’ultimo mese, con l’obiettivo di spingere un iPhone 15 che a quanto pare sta incontrando qualche difficoltà di troppo nel mercato asiatico più importante al mondo.

Xiaomi sbanca con la serie 14

La serie 14 di Xiaomi ha ricevuto oltre un milione di ordini dal suo lancio di fine ottobre. Si tratta del secondo più grande debutto per uno smartphone cinese negli ultimi mesi, dopo il successo di Huawei con il Mate 60 Pro. Huawei, giova ricordarlo, non è quotata in borsa, ma gli investitori stanno stanno guardando con grande attenzione alle azioni dei suoi fornitori. Xiamo, invece, come detto è quotata, e le sue azioni sono aumentate grazie agli ordini della serie 14, con diversi analisti convinci che siano destinate a crescere ulteriormente. I veicoli elettrici e l’intelligenza artificiale legata all’IoT (settore dove Xiaomi spadroneggia) sono visti come potenziali catalizzatori aggiuntivi del titolo.

Mercato in ripresa, ma Apple soffre

Tornando agli smartphone, sia Morgan Stanley che Citigroup hanno parlato di segnali eloquenti sulla fine della crisi del mercato in Cina e di una probabile ripresa nel prossimo anno. Il ritorno sorprendentemente forte di Huawei ha contribuito a stimolare l’appetito dei consumatori cinesi per i prodotti locali innovativi. «Huawei sta chiaramente guadagnando terreno rapidamente dopo il lancio del nuovo prodotto caratterizzato dalla sua esclusiva funzione fotocamera e dalle chiamate satellitari», ha detto all’agenzia Bloomberg, Jian Shi Cortesi, gestore di fondi presso GAM Investment Management. «Le vendite di iPhone stanno perdendo slancio in Cina al momento, poiché molti consumatori non percepiscono grandi miglioramenti nelle funzionalità del nuovo iPhone», ha aggiunto. E la spia rossa dell’allarme, si è già accesa sul cruscotto di Apple. Secondo i primi dati, iPhone 15 avrebbe perso circa il 4,5% del mercato, rispetto al lancio di iPhone 14. Un crollo dovuto ai competitor locali ma anche alla voglia, sempre più evidente, di Pechino, di spingere gli utenti verso produttori cinesi. Inseguendo l’autarchia digitale.

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