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Apple, ricavi in calo per il quarto trimestre consecutivo

I profitti aumentano, ma l’azienda offre previsioni caute anche per il periodo di fine anno. Pesano la Cina, i Mac e gli iPad; record invece i servizi.

di Marco Valsania

Trimestrale con ricavi sopra le attese per Apple

4' di lettura

Apple scivola, nei ricavi e in Borsa. Il colosso tech e re della market cap ha chiuso il quarto trimestre dell’esercizio fiscale con ricavi in calo dell’1% a 89,5 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti ma uno dei più lunghi periodi di declino nella storia dell’azienda, per la precisione dal 2001. Hanno pesato le difficili condizioni del mercato in Cina, tra frenate e maggiore concorrenza, e l’andamento sottotono di prpdotti quali i Mac e gli iPad. Nell’intero anno fiscale terminato a settembre la flessione delle vendite è stata del 3% a 383,29 miliardi.

Utili in rialzo ma appannati dai ricavi

L’utile netto trimestrale è ugualmente salito, a 22,95 miliardi da 20,72 miliardi, superando le attese con 1,46 dollari per azione contro 1,36. E’ stato però l’andamento del giro d’affari a dominare l’attenzione degli investitori. Apple ha anche anticipato un deludente trimestre di fine anno, tradizionalmente tra i più importanti per il gruppo: si aspetta vendite stagnanti rispetto all’anno scorso, contro previsioni di un ritorno alla crescita al passo del 5 per cento. Il direttore finanziario Luca Maestri ha detto che il fatturato sarà “simile” all’anno precedente, vale a dire vicino ai 117,2 miliardi piuttosto che ai 122,8 indicati dagli analisti.

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Bene iPhone e servizi

Più in dettaglio, i ricavi da iPhone tra lugliio e settembre sono stati 43,81 miliardi,in rialzo del 2,8% e oltre le previsioni ferme a 43,73 miliardi del mercato. L’ultimo modello di smartphone, l’iPhone 15, è uscito solo nelle ultime settimane del trimestre appena concluso e secondo i vertici aziendali sta facendo meglio del precedente modello. Dovrebbe tuttavia trovare il suo vero test in questi prossimi mesi, tra possibile maggior prudenza dei consumatori globali, danni da costi e cambio e problemi tra i fornitori. Bene lo scorso trimestre anche i servizi, che hanno portato in dote 22,31 miliardi di entrate, un massimo storico, aumentate del 16% e sopra le previsioni di 21,35 miliardi.

Male iPad, Mac e Cina

Hanno sofferto invece gli iPad, con vendite scese a 6,44 miliardi rispetto ai 7,22 miliardi dell’anno precedente e i computer Mac, con 7,61 miliardi nettamente sotto le previsioni di 8,63 miliardi e gli 11,51 miliardi di un anno prima. I ricavi in Cina, terzo mercato per l’azienda, sono risultati pari a 15,08 miliardi, scesi del 2,5% sotto le attese degli analisti che scommettevano di 17,01 miliardi. I risultati suggeriscono che Apple sta affrontando un rallentamento in Cina maggiore di quanto temuto, con gli iPhone che avrebbero risentito di una flessione del 10% secondo alcune stime e nonostante i vertici abbiano cercato di rassicurare sulla domanda nel Paese asiatico. Il governo di Pechino ha imposto il divieto di utilizzare l’iPhone in alcuni luoghi di lavoro e un nuovo modello di smartphone di Huawei Technologies Co. sta dando filo da torcere ad Apple. Le azioni Apple, davanti ai conti, sono scese del 3% nel dopo mercato, anche se il titolo resta in rialzo di quasi il 40% quest’anno.

Tech tra gli interrogativi

Il colosso di Cupertino, punto di riferimento dell’hi-tech americano e gruppo a maggior capitalizzazione di mercato, ha chiuso una stagione di bilanci con luci e ombre per tutti i Big Tech. I conti sono spesso parsi solidi, ma almeno tra gli investitori sono stati accolti con qualche deficit di entusiasmo e con attenzione a segnali di ostacoli in agguato. L’indice tech Nasdaq è scivolato in correzione di recente, con cali del 12% da luglio, sintomo di un potenziale nuova cautela su titoli che hanno fatto la recente storia dei rally di Wall Street. Anche se nelle ultime sedute sono comparsi recuperi.

I dilemmi di Alphabet e Meta

Marchi quali Alphabet e Meta hanno destato perplessità per frenate nell’attività legata al cloud, in passato gran motore di crescita e profitti, e dubbi sulla tenuta delle pubblicità digitale tra incertezze economiche e tensioni geopolitiche. Questi interrogativi sono stati spesso sollevati dagli stessi dirigenti delle società: Google di Alphabet, pur in rialzo in Borsa ancora del 43% da gennaio, ha visto il cloud marciare del 22%, meno delle attese, in un clima di “ottimizzazione” da parte dei clienti e consumatori – vale a dire di nuova austerità nella loro spesa. Meta, pur reduce da scalate in Borsa del 148% da gennaio dopo periodi difficili, ha previsto “volatilità” nel mercato delle inserzioni legata ai conflitti sul palcoscenico globale e al loro impatto sulla fiducia nell’economia. Senza contare che all’orizzonte, nel 2024, non è affatto escluso un atterraggio duro della crescita, anche se per ora l’espansione Usa tiene, davanti alla politica monetaria restrittiva della Fed per combattere una sempre tenace inflazione.

Amazon e Microsoft

Amazon, leader nella nuvola, ha sfoderato ottimismo sul volano dell’intelligenza artificiale, che dovrebbe beneficiare anche Google, ma questa rimane una scommessa tutta da verificare, tra incognite di business e regolamentazione. Amazon nel frattempo è tuttavia in rialzo del ben il 60% da gennaio. Microsoft qui ha a sua volta acceso qualche ottimismo: il suo cloud Azure ha superato le attese con un contributo quantificato in tre punti percentuali da attività legate a AI. E questo l’ha vista svettare in Borsa, un rialzo del 45% da inizio anno, nuovamente in grado di far sentire il fiato sul collo proprio a Apple per la corona di re della market cap a Wall Street.

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