ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùHi tech in India

Apple, Tata rileverà le attività indiane del fornitore Wistron Technologies

Il rafforzamento del colosso nel sub continente. Il primo fornitore taiwanese della Apple ha aperto uno stabilimento di assemblaggio in India nel 2017

di Marco Masciaga

FILE PHOTO: A woman looks at a new iPhone 15 Pro and a Huawei Mate 60 Pro as Apple's new iPhone 15 officially goes on sale across China, at an Apple store in Shanghai, China September 22, 2023. REUTERS/Aly Song/File Photo

2' di lettura

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI

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Che i rapporti tra la Apple e l’India siano destinati a farsi sempre più intensi è cosa nota. In parte perché la casa di Cupertino sta cercando di diversificare le sue catene di fornitura e in parte perché il suo peso sul mercato indiano sta crescendo. La conferma della tendenza in corso è arrivata venerdì quando il vice ministro indiano per l’Information technology Rajeev Chandrasekhar ha annunciato su X, il social media noto fino a pochi mesi come Twitter, che il Gruppo Tata rileverà le attività indiane della Wistron Technologies, il primo fornitore taiwanese della Apple ad aver aperto uno stabilimento di assemblaggio in India nel 2017.

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La crescita in India

L’accordo da 125 milioni di dollari è una tappa importante nel rapporto tra la società californiana e New Delhi perché con l’acquisizione di Wistron InfoComm Manufacturing India da parte di Tata Electronics, il gruppo basato a Mumbai diventa il primo produttore indiano di iPhone. Il Gruppo Tata è una delle maggiori conglomerate del Paese con interessi molto variegati che spaziano dall’acciaio agli hotel di lusso, dal sale al software, dalle automotive all’energia.

Il rapporto tra Wistron e l’India ha vissuto anche momenti difficili. Il peggiore risale senza dubbio al dicembre del 2020 quando, nello Stato del Karnataka, una disputa sindacale su dei mancati pagamenti dei salari sfociò in una protesta in cui i dipendenti indiani della società taiwanese danneggiarono apparecchiature per milioni di dollari. Negli anni successivi anche Foxconn e Pegatron, due società taiwanesi fornitrici storiche della Apple, hanno aperto stabilimenti in India.

Lo scorso aprile la casa di Cupertino ha aperto a Mumbai e New Delhi i suoi primi due Apple Store sul suolo indiano nel tentativo di aggredire un mercato da sempre più orientato verso device meno costosi di quelli della casa della mela. I dati sulle retribuzioni storicamente dipingono un quadro parziale della ricchezza del Paese, ma l’India resta un posto dove guadagnare più di 25mila rupie al mese - al cambio attuale 284 euro, ovvero una frazione di ciò che costa un iPhone - significa far parte, del 10% della popolazione con i salari più alti.

La scommessa della Apple si fonda principalmente su due fattori: il potere d’attrazione di un marchio capace di far spendere ben al di là delle proprie possibilità economiche e il fatto che in un Paese di quasi 1,5 miliardi di persone anche una piccolissima minoranza – perdipiù concentrata a Delhi e Mumbai – può essere numericamente sufficiente per giustificare la presenza di due negozi sotto il diretto controllo della casa madre.

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