Apple trova accordo con Irlanda su tasse non versate per 13 miliardi
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C'e' l'accordo tra l'Irlanda e Apple, il produttore di iPhone accusato dalla Ue di non avere versato tasse per 13 miliardi di euro. Dublino inizierà a raccogliere le imposte a partire dal primo trimestre del 2018, oltre un anno dopo la scadenza fissata originariamente dalla Commissione Ue. Lo ha annunciato il ministro delle finanze irlandese Paschal Donohoe in vista di un incontro con Margrethe Vestager, la commissaria per la Competizione Ue, pensato per aggiornarla sugli ultimi sviluppi.
L'intesa è arrivata dopo che la Ue in ottobre aveva segnalato l'Irlanda al più alto organo giudiziario della Ue, la Corte europea di Giustizia, per avere fallito di attuare l'ordine del 2016 di collezionare tasse arretrate di Apple entro il gennaio 2017. Il caso è esploso nell'agosto 2016, quando Vestager annunciò che l'intesa fiscale tra Apple e Dublino non era legale; le due parti negarono.
«Abbiamo raggiunto un accordo con Apple in relazione ai principi per creare un fondo di garanzia», ha detto il ministro irlandese delle Finanze. «Ci aspettiamo che il denaro inizi a essere trasferito nel conto da parte di Apple nel corso del primo trimestre del prossimo anno», ha aggiunto parlando da Bruxelles, dove si trova per partecipare al regolare incontro con i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo che ha eletto il portoghese Ceneno alla guida dell’organismo. Dal canto suo la Commissione ha spiegato che «oltre un anno dopo la decisione della Commissione, l'Irlanda non ha ancora recuperato gli aiuti illegali [concessi a Apple], nemmeno in parte. È per questo che la Commissione decise di segnalare l'Irlanda alla Corte Ue... speriamo che si possa lavorare in modo costruttivo con le autorità irlandesi per garantire che il recupero [delle tasse arretrate] sia completato il prima possibile. Questo ci permetterebbe di chiudere la procedura».
Apple ha commentato dicendo di avere dedicato «un team per lavorare in modo diligente e veloce con l'Irlanda sul processo richiesto dalla Commissione Ue. Restiamo fiduciosi che la Corte ribalterà la decisione della Commissione una volta che avra' analizzato tutte le prove».
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