DOPO L’OK AL CETA

«Apre grandi opportunità per l’industria italiana»

di Nicoletta Picchio

2' di lettura

Un traguardo importante, che rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, dal momento che il mercato canadese per numerosi settori dell’industria italiana è determinante. «Dopo un percorso controverso che rischiava di minare l’efficacia di un accordo commerciale strategico per l’industria italiana, il voto rappresenta un importante traguardo per le imprese europee e canadesi». Così Lisa Ferrarini, vicepresidente per l’Europa di Confindustria, ha commentato la votazione in plenaria del Parlamento Ue, che apre la strada all’attuazione dell’accordo Ceta.

«Con il vento del protezionismo che soffia sempre più forte era fondamentale che l’Europa battesse finalmente un colpo in favore del libero commercio», ha proseguito la Ferrarini, che ha sottolineato i vantaggi concreti per il mondo imprenditoriale italiano: «Per la nostra industria si aprono grandi opportunità. Il mercato canadese è determinante per numerosi settori. L’abbattimento dei dazi è solo il primo e più immediato risultato, perché il Ceta aprirà i mercati degli appalti pubblici; abbatterà ostacoli tecnici non tariffari; assicurerà maggiore apertura agli investimenti e garantirà più tutela della proprietà intellettuale, tra cui quella specifica relativa alle Indicazioni geografiche». Questo capitolo dell’accordo «rappresenta in particolare uno dei principali successi per l’industria alimentare italiana che potrà beneficiare di adeguate garanzie nel mercato canadese».

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La vicepresidente di Confindustria ha voluto ringraziare esplicitamente, nella nota diffusa ieri, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che «si è speso molto per il buon esito del negoziato» e gli eurodeputati italiani «che si sono mobilitati perché questo accordo, che apre importanti opportunità di collaborazione fra l’industria italiana e quella canadese, vedesse la luce».

Dal presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, sono arrivate alcune quantificazioni: il solo abbattimernto dei costi per le certificazioni può generare 2,9 miliardi di euro all’anno di crescita mentre la caduta delle tariffe doganali regalerebbe 460 milioni al manifatturiero e 24 milioni all’agroalimentare. «L’accordo - ha detto Scordamaglia - porterà grandi vantaggi all’agroalimentarte e non solo».

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