Aran, nella Pa si guadagna come nel privato ma gli aumenti sono più consistenti. Rinnovato contratto dirigenza pubblica
Il rapporto semestrale sui dati del 2021: la retribuzione complessiva media annua lorda degli impiegati della Pa (ministeri, agenzie fiscali, funzioni locali) è stata pari a 31.766 euro
3' di lettura
Dopo tre mesi di trattativa, l’Aran e i sindacati rappresentativi hanno firmato il contratto collettivo nazionale della dirigenza Funzioni centrali per il triennio 2019-21. Lo si apprende da una nota. Il contratto riguarda 6.200 dirigenti pubblici e professionisti (medici, avvocati, ecc degli enti pubblici non economici quali Inps, Inail, Aci). Sono previsti incrementi del 3,78%, a cui si possono aggiungere fino allo 0,22%, in base alla disponibilità dell’ente.
In media un impiegato o un dirigente della pubblica amministrazione percepiscono stipendi allineati con quelli del settore privato, ma negli ultimi mesi gli aumenti contrattuali sono stati più consistenti per i lavoratori della P.a. Secondo il rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, «pur con la dovuta cautela nella comparazione», da un raffronto pubblico-privato «non sembrano emergere particolari disallineamenti nelle medie retributive».
Un confronto sulle retribuzioni
Nel 2021 la retribuzione complessiva media annua lorda degli impiegati della Pa (ministeri, agenzie fiscali, funzioni locali) è stata pari a 31.766 euro, contro una media nazionale per la stessa categoria nel privato pari a 30.836 euro. Nel privato, in particolare, si va da un massimo di 34.288 euro annui lordi percepiti dagli impiegati del settore banche e servizi finanziari ad un minimo di 27.515 euro lordi all’anno per i dipendenti che lavorano nel comparto turismo e viaggi.
Aumenti più sostenuti nel pubblico
Andando ad analizzare invece le variazioni delle retribuzioni contrattuali dei non dirigenti, si evidenziano incrementi tendenziali nel privato rispettivamente dell’1% a dicembre 2022, 1,2% a gennaio 2023, 1,3% a febbraio e dell’1,1% a marzo, contro aumenti decisamente più sostenuti - pari al 2,8% a dicembre 2022, 4,7% a gennaio 2023, 4,9% a febbraio e 4,9% a marzo 2023 - per il personale analogo che lavora nella pubblica amministrazione.
I problemi di reclutamento
L’Aran sottolinea che anche se da questa comparazione pubblico-privato non sembrano emergere particolari disallineamenti nelle medie retributive, è ipotizzabile, tuttavia, che problemi di competitività della Pa sul mercato del lavoro siano presenti per il reclutamento di specifiche e qualificate figure professionali, per le quali vi è maggiore domanda da parte delle imprese, soprattutto nelle professioni innovative (ad esempio, nuove professioni digitali).
L’Aran ricorda che nei tre settori del pubblico impiego presi in esame (ministeri, agenzie fiscali e funzioni locali) sono impiegate circa 560mila persone, il 23% del pubblico impiego contrattualizzato. In questo dato - che comprende anche il personale a tempo determinato - non sono conteggiati i dirigenti, destinatari di uno specifico e diverso contratto.
La retribuzione dei funzionari
Per quello che riguarda il settore pubblico, lo stipendio fisso annuo lordo mediamente corrisposto a un funzionario dei ministeri è di circa 32.800 euro. Un valore inferiore (29.900 euro) viene pagato nel comparto funzioni locali, mentre più elevata è la retribuzione fissa media di un funzionario delle agenzie fiscali (35.300 euro). Sommando “fisso” e “variabile”, i valori di retribuzione media complessiva di un funzionario per ministeri e funzioni locali raggiungono livelli analoghi (37.300 ministeri, 38.000 funzioni locali).
Più alti (41mila euro) i valori medi di un funzionario delle agenzie fiscali. E sulla base di valori e aliquote standard, è possibile calcolare, con accettabile approssimazione, una retribuzione netta annua media di circa 23.800 per ministeri, 24.200 per funzioni locali, 25.500 per agenzie fiscali, che fanno circa 1800-2000 euro/mese per tredici mensilità.
I quadri
Per quello che riguarda invece i posti di lavoro assimilabili ai quadri, la retribuzione complessiva annua lorda delle cosiddette “elevate professionalità”, sia nei ministeri sia nelle agenzie fiscali nel 2022 si va da un minimo di 50mila euro a un massimo di 70mila euro, mentre per le funzioni locali il range oscilla tra 29.835 e 55.035 euro. Seppur non immediatamente comparabile, la situazione nel privato registra nel 2021 una retribuzione media annua lorda per i quadri pari a 56.981 euro.
Le prospettive di crescita
Per quello che riguarda poi le prospettive di crescita con relativi aumenti di stipendio, l’Aran rileva che nei ministeri, la retribuzione fissa iniziale è di 30.300 euro annui lordi (circa 1.600 euro netti al mese). Più bassa, su valori intorno a 23.800 euro (circa 1.350 euro netti al mese), per le funzioni locali, dove però non è stata conteggiata nella retribuzione iniziale l’indennità pagata ai titolari di incarichi di elevata qualificazione, in quanto corrisposta solo ad una parte dei funzionari e, salvo casi particolari, non corrisposta ai neo-assunti. Più elevata, per agenzie fiscali (31.600 euro, corrispondenti a circa 1.650 euro netti al mese). La retribuzione iniziale può salire fino a 47.300, 53.600 e 55.000 euro, rispettivamente per ministeri, agenzie fiscali e funzioni locali (circa 2.150, 2.300 e 2.450 euro mese netti).
loading...