Arazzi di Raffaello in Sistina: con filologia e microclima controllato
Dal 17 febbraio già 125.000i visitatori hanno visto i 12 arazzi
di Laura Traversi
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Completa. E più vicina. Così appare la Sistina –la Cappella nei Palazzi Vaticani- a chi può vederla nella breve settimana in cui sono collocati in situ tutti e 12 gli arazzi di Raffaello ancora in possesso dei papi di Roma. Bellissimi, come per secoli ne hanno detto fonti essenziali sulla storia del Rinascimento, a partire da Antonio de Beatis che li vide a Bruxelles (1517), sui telai di Pieter van der Aelst (1450-1532/3) e da Vasari (1568).
Completa perché sia le storie di Pietro e Paolo, il pescatore e il miliziano, sia le fasce monocrome in basso e le bordure classicheggianti, si saldano perfettamente e finalmente all'apparato pittorico fisso delle pareti e della volta, da Perugino a Michelangelo. E l’effetto sul pubblico è evidente se già da lunedì 17 febbraio a oggi sono stati 125.000i visitatori ad ammirare gli arazzi, che resteranno solo fino a domenica 23 dicembre nella Sistina.
Certo la loro magnificenza era visibile già nell’esposizione sotto le vetrine di poco distanti della Pinacoteca, a rotazione (Sala VIII o di Raffaello). Ora però ogni visitatore, storico dell'arte o restauratore, che abbia visitato la Sistina all'altezza del finto e monotono panneggio decorativo della fascia inferiore, non può che sperimentare una forte soddisfazione grazie a questa straordinaria esposizione, che ricostituisce significato e unità di visione a questo luogo “mitico”. L'ultima domenica del mese, quindi quella gratuita chiuderà l’esposizione, col dichiarato intento di rendere possibile ai romani di partecipare ad un evento nella cappella e nel museo che è, soprattutto, romano e italiano anch'esso. Perché - mistero insondabile (?) - i trascurati cittadini romani ai musei si fidelizzano solo con la totale gratuità, come in Gran Bretagna. A 5 euro di tessera annuale ( MIC Card ) ancora non vanno, come potrebbero, liberamente nei Musei del Comune (es. Musei Capitolini ). Che sono tra quelli “identitari”, come i Vaticani, non solo della cultura di Roma e del mondo greco-romano ma, di quella europea e occidentale.
Una Sistina più vicina perché la scala dimensionale data intenzionalmente da Raffaello, ovvero il proporzionamento delle figure dei suoi cartoni (1515-16, sette dei quali sono al Victoria & Albert di Londra) e degli arazzi, rispetto alle scene sovrastanti dei Quattrocentisti (Storie di Mosè e della Vita di Cristo di Botticelli, Ghirlandaio, Perugino, Rosselli, Signorelli ecc.) e di Michelangelo, dà equilibrio e fondamenta narrative e simboliche assai solide all'apparato pittorico infinito, complesso ma anche avvolgente creatovi tra 1481 e 1541. Arazzi ammirati e “rubati”, durante l'atroce Sacco di Roma (1527) e messi all'asta durante l'occupazione francese (1798), poi riacquisiti dal cardinale Consalvi (1808).
La gestione e conservazione
Uno dei principali problemi gestionali dei Musei Vaticani e del suo staff tecnico, scientifico, amministrativo e di custodia è stato proprio la messa a regime di forme di contenimento dell'impatto “antropico” sui capolavori ereditati nel tempo, visto che i flussi dei visitatori dei Musei sono cresciuti, tra 2014 e 2020, da 20/25.000 fino a picchi di 30/32.000 presenze giornaliere (per quasi 1/3 dell'anno). Proprio dopo il restauro della volta michelangiolesca cominciò quel flusso globale, che sembra inarrestabile e trascura artisti e capolavori “nella porta accanto” come in molti musei statali e non, italiani e stranieri (es. Appartamento Borgia del Pinturicchio).
Nel più piccolo stato del mondo, come sottolineato spesso dal direttore dei Musei Barbara Jatta e dal predecessore Antonio Paolucci, dare attuazione ai principi della conservazione preventiva e della manutenzione programmata è stato possibile prima che nel resto della penisola. Con uno staff museale che si aggira intorno ai 1.000 addetti, tra dipendenti (circa 800) e funzioni esternalizzate, ed una forte integrazione tra i vari Dipartimenti e Aree (quasi 50 tra Musei, Laboratori di restauro, Uffici amministrativi e Personale di custodia), la macchina di questo “museo universale” cerca di raccogliere la sfida dei selfies e dei viaggi low-cost senza limitare l'accesso. E così, per garantire un ambiente salubre per patrimonio e persone, l'aria presente nella Sistina viene cambiata fino a 60 volte al giorno, grazie a un costante monitoraggio dei parametri microclimatici, con decine di sensori per T (°C), anidride carbonica (CO2), inquinanti, UR (% di Umidità relativa), illuminamento, ecc, che consentono di visionare senza rischi gli Arazzi della Scuola Vecchia di Raffaello, costituiti da fili di seta talvolta arricchiti d'argento e oro in micro-lamine. I valori massimi di esposizione alla luce sono calcolati in 50 LUX (secondo norme e standard condivisi internazionalmente), con ragionate modulazioni nel tempo favorite dai più avanzati apparati di illuminazione a LED, che diventeranno dotazione delle vetrine fisse della Sala di Raffaello.
In una grande “macchina termodinamica” come un museo affollato su cui impattano circa 6,7 milioni di visitatori l'anno con il loro calore, la loro energia cinetica, il loro vapore acqueo, l'equilibrio “energetico” è sotto controllo grazie a provvedimenti e strumenti sia tecnologicamente avanzati. L’evento straordinario, com’è noto, è legato alle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del Sanzio (1520), e prevede un Convegno sull'opera pittorica e architettonica di Raffaello ai Musei Vaticani dal 20 al 22 aprile.
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