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Arbitro bancario: crescono le liti sugli strumenti di pagamento

Aumentano i ricorsi presentati dai risparmiatori italiani all'Arbitro bancario finanziario verso banche estere e istituti di moneta elettronica

di Antonio Criscione

Risparmi tracciati

3' di lettura

Aumentano i numeri dei ricorsi presentati dai risparmiatori italiani all'Arbitro bancario finanziario (l'organismo istituito da Bankitalia che dirime le controversie tra intermediari bancari e clienti) verso banche estere e istituti di moneta elettronica (rispettivamente del 29 e 55 per cento). Il dato emerge dal rapporto annuale per il 2021 dell'Abf, che inoltre spiega come il 2021 sia stato caratterizzato da una flessione (-28 per cento) del numero dei ricorsi presentati (oltre 22.300) e anche del numero dei consumatori che vedono riconosciute le loro ragioni (48 per cento del 2021 contro il 58 per cento del 2020, ma dipende anche dal cambio di materie oggetto di contenzioso). La crescita dei ricorsi verso le banche estere e gli istituti di moneta elettronica si inquadrano all'interno di una significativa ridistribuzione dei ricorsi per materia.

I contenziosi in aumento, quelli in calo

Secondo la relazione, infatti, è notevolmente aumentato il contenzioso in tema di servizi e strumenti di pagamento (del 52 per cento), anche per effetto della maggiore diffusione dei pagamenti digitali nel periodo dell'emergenza sanitaria. Invece continua la riduzione del contenzioso in materia di finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio e di buoni fruttiferi postali, che hanno registrato rispettivamente una diminuzione del 55 e del 31 per cento.

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E tuttavia queste materie continuano ad essere quelle più “gettonate” davanti all'Abf. In ogni caso la CQS continua a rappresentare la materia oggetto del maggior numero di ricorsi ricevuti (circa il 34 per cento del totale), sebbene il contenzioso si sia più che dimezzato. Il fatto che le transazioni finanziarie, a seguito dello scoppio della pandemia, si siano trasferite in buona parte sul web, spiega anche il fatto che la quota di ricorsi relativa a servizi e strumenti di pagamento è raddoppiata rispetto al 2020, passando dal 15 al 33 per cento.

Chi vince e chi perde

Un altro dato rilevante che emerge dalle relazioni dell'Abf è il conto di chi “vince e chi perde”. Nel 2021 solo il 48 per cento dei ricorrenti ha visto le proprie ragioni riconosciute in tutto o in parte dall'Abf, mentre nel 17 per cento dei casi è intervenuta la dichiarazione della cessazione della materia del contendere per l'accordo intervenuto tra le parti. La diminuzione delle percentuali di vittoria dei risparmiatori viene in gran parte attribuito al fatto che sia diminuito il contenzioso su materie per le quali avevano viste le loro ragioni riconosciute nella maggior parte dei casi: ovvero la cessione del quinto.

31 milioni riconosciuti ai risparmiatori

Quanto agli importi riconosciuti ai risparmiatori nel corso del 2021 (in contrasto con la riduzione delle percentuali di vittoria, che come si è detto dipendono dal riassortimento del contenzioso) questi ammontavano a 31 milioni di euro (29 nel 2020). Alla clientela sono stati restituiti circa 20 milioni (in relazione agli inadempimenti degli intermediari soprattutto in materia di CQS e BFP). Il dato non tiene conto dei numerosi casi in cui la restituzione delle somme è avvenuta nell'ambito di un accordo intervenuto tra le parti prima della decisione. L'importo medio è passato da 2.000 euro nel 2020 a circa 2.200 euro nel 2021.

Lo scorso anno le decisioni assunte dai Collegi dell'Arbitro sono state oltre 27.400, in linea con il dato del 2020. Lo scorso anno la durata media della procedura al netto delle sospensioni è stata di 137 giorni, un valore ampiamente inferiore ai 180 giorni previsti dalla normativa; l'85 per cento dei procedimenti si è concluso entro questo termine.

Aumentano i ricorsi a banche estere e istituti di moneta elettronica

I risparmiatori “insoddisfatti” nel 2021 hanno appuntato le loro rimostranze nel 53 per cento verso le banche, anche se la percentuale indica un calo del 5 per cento rispetto al 2020. Calano anche i ricorsi contro società finanziarie (18,1 per cento); mentre invece si segnala un leggero aumento della quota di ricorsi presentati contro Poste Italiane (18,6 per cento). E come detto aumentano i ricorsi presentati verso banche estere e istituti di moneta elettronica e ciò viene attribuito principalmente dal contenzioso in materia di servizi e strumenti di pagamento.

Per quanto riguarda le materie oggetto del contendere, queste riflettono la tipologia degli intermediari e la loro specializzazione: per le società finanziarie hanno prevalso ad esempio i ricorsi in materia di CQS (74 per cento sul totale), che rappresentano una quota rilevante dei loro finanziamenti; per Poste Italiane sono diminuiti i ricorsi relativi ai BFP e ai depositi a risparmio (72 per cento sul totale), in aumento invece i ricorsi relativi a servizi e strumenti di pagamento (25 per cento sul totale).

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