ARCO, edizione anomala ma con molte acquisizioni istituzionali
La fiera madrilena, nell'edizione 40+1 ha saputo far fronte alle difficoltà del mercato sudamericano facendo leva su acquisizioni istituzionali ed espositori europei
di Nicola Zanella
I punti chiave
4' di lettura
ARCO festeggia l'edizione 40 + 1, un compleanno un po' anomalo quello celebrato quest'anno, come spiega la direttrice Maribel Lopez: «Quarant'anni più uno, visto che quando abbiamo oggettivamente compiuto i 40, nel 2021, era il momento di badare più all'efficienza che al fare festa».
ARCO negli anni ha saputo creare un'immagine vincente e fortemente attrattiva verso il collezionismo straniero. Un'identità che si sviluppa soprattutto attorno alla scelta di legarsi al mercato del Sud America; diventando quasi un avamposto latinoamericano, a due ore di volo dalle maggiori capitali europee. Ecco quindi che quest'anno la fiera appariva un po' snaturata non essendo stato possibile attrarre in massa galleristi e collezionisti dall'altra parte dell'Atlantico, così come la celebre movida madrilena, parte integrante della settimana dell'arte, era per ovvie ragioni sottotono.
Visto che si parla di compleanni è doveroso nominare la gallerista Juana de Aizpuru che Arco l'ha fondata nel 1982, e che ancora troneggia nel suo stand con una chioma rossa fiammante nonostante i suoi 90 anni, a tener vivo lo spirito delle origini di una Madrid che all'inizio degli anni '80 era in pieno fermento post-franchista, la Madrid di Alaska e Pedro Almodovar per intendersi. Una fiera che è quindi molto più che altrove un evento e un simbolo nazionale e non a caso tra i suoi visitatori anche quest'anno non è mancata la regina Letizia di Spagna.
La fiera
Centottantacinque gli espositori, meno 24 rispetto al 2020, come detto molti meno quelli latinoamericani, (disincentivati soprattutto da una logistica più complicata e da un'inflazione galoppante nei paesi d'origine) sostituiti in massa, in particolare, da gallerie tedesche, ridisegnando quindi anche la mappa dei collezionisti presenti.
Nutrito invece il plotone di gallerie italiane: P420 presente con un solo show dedicato alle opere su carta a partire dal 1968 di Irma Blank, prezzi da 6.000 a 70.0 00 euro, e la peculiarità di riprodurre con lo stand lo studio dell'artista con tanto di parquet e fregi alle pareti. Monitor ha omaggiato la sua sede di Lisbona con un solo show della pittrice figurativa portoghese Eugenia Mussa, prezzi dai 1.500 ai 12.000 per le opere su carte e le tele. Debutto madrileno per due giovani gallerie italiane nella sezione opening: East Contemporary di Milano che ha proposto un duo show tra Nour Houda e Ania Bak vincendo anche il premio Opening by Allianz che prevede il rimborso del costo dello stand. UNA Galleria di Piacenza ha messo in dialogo le opere concettuali di Andreia Santana e Vasilis Papageorgiou (da 1.500 a 4.500 i prezzi nello stand) trovando un buon riscontro di vendite, anche istituzionali.
Galleria Continua, presente con due stand, uno dei quali dedicato interamente ad un'installazione di Jonathas de Andrade (ed. di 3 a 160.000 euro) che fra meno di due mesi rappresenterà il Brasile alla Biennale di Venezia, annoveriamo infine tra le gallerie italiane anche Richard Saltoun, che settimana prossima inaugurerà uno spazio a Roma.
Saltoun ha puntato su artiste rappresentanti della Textile Art ricevendo un ottimo riscontro di vendite, in particolare cedendo un'opera di Olga de Amaral a 320.000 euro ad una collezione europea, de Amaral, colombiana, è una dei pionieri della textile art, corrente che ha contribuito ad affermare internazionalmente come forma d'arte riconosciuta. A livello internazionale i nomi più blasonati presenti in fiera sono quelli di Perrotin, Esther Schipper, Rosemarie Schwarzwalder, Peter Kilchmann, ChertLudde e Krinzinger, che tra le varie opere ha venduto un lavoro di Monica Bonvicini a 60.000 euro.
Da segnalare lo stand di Galeria Alegria di Barcellona molto soddisfatta per le vendite fin dal primo giorno e che fra pochi mesi avrebbe dovuto inaugurare una mostra di Moritz Kraus, rivelando di come la truffa dell'artista immaginario si stesse velocemente diramando a livello internazionale.
I collezionisti
Sul fronte dei collezionisti, come detto mancavano molti dei latino americani, eccezion fatta per quelli di base Europa o quelli che un aereo di linea non l'hanno mai preso neanche prima del 2020, avvistati quindi il brasiliano Pedro Barbosa, il colombiano Eduardo Salazar e Josè Luis Lorenzo dall'Argentina. Cospicua la presenza di Italiani da Giovanna Caruso Fendi a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ad altri più giovani tra i quali Chiara Zanga, Michele Cristella, Lorenzo Perini Natali ed Edoardo Monti molti di loro hanno effettuato acquisti in fiera come la Marval Collection che ha acquisito un'opera di Tavares Strachan (100-150.000 euro) da Perrotin ed Emilio Bordoli che ha comprato una scultura di Adam Jeppesen in vendita a 7.800 euro da Piero Atchugarry. Ma come detto ARCO in Spagna ha una rilevanza sociale e culturale che trascende il mondo dell'arte così non sorprende, come enti pubblici, musei, fondazioni pubbliche e private abbiano sostenuto in massa le acquisizioni in questo anno della ripartenza, a partire dalla Fundacion ARCO che ha comprato in fiera 5 opere, 16 lavori per un controvalore di 370.000 euro sono stati acquisiti dal Museo Reina Sofia. La regione di Madrid ha speso in fiera 405.000 euro da aggiungersi ai 60.000 euro del Comune di Madrid ed altrettanti da parte del comune di Mallorca. Cospicue le acquisizioni anche da parte di fondazioni private e corporate: tra le quali spiccano quelle di Maria Cristina Masaveu Peterson, di Helga de Alvear e di Maria Josè Jove. Arco nonostante le indubbie difficoltà di quest'anno ha saputo reagire grazie ai forti investimenti istituzionali e dà appuntamento al 2023 nella speranza che torni l'illusione di trovarsi in una fiera di Buenos Aires o Bogotà, senza che ce ne voglia Monaco di Baviera.
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