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Arco Madrid: il contagio non spaventa e trionfa l’arte ai tempi del Metoo

Pochi i collezionisti italiani e leggera contrazione di visitatori. Motore degli acquisti i ricchi collezionisti sudamericani

di Sara Dolfi Agostini

Weiwei Ai, Zodiac, 2018, LEGO mattoncini montati su alluminio 115 x 115 cm. Edizione 10 + 2 AP. Courtesy l'artista e Forsblom

5' di lettura

Arco , la fiera spagnola in scena dal 26 febbraio al 1° marzo negli spazi di Ifema Madrid , non si è fermata per il coronavirus, anche se i galleristi intervistati hanno concordato sulla quasi assenza di collezionisti italiani tra gli stand, di solito una presenza costante per l'evento fieristico. Registrata anche una minima contrazione di pubblico, che si è fermato a 93mila contro il record di 100mila dell'anno scorso, a fronte di sporadiche mascherine tra i corridoi e qualche bottiglia di gel antibatterico sui tavoli dei galleristi. Ma la fiera, specializzata in arte spagnola e latinoamericana, non ha concorrenti sul piano internazionale, e con le crisi brasiliana e venezuelana, da due anni è diventata il parterre privilegiato di ricchi collezionisti sudamericani che hanno fatto appello alla propria genealogia spagnola per ottenere passaporto e residenza a Madrid. E la città ha risposto, con prezzi immobiliari del lusso in pieno boom (3-6% all'anno di crescita secondo i dati riportati dal quotidiano El País ) e l'apertura del primo Four Season Hotel in calendario per il 15 maggio prossimo. Mentre sul fronte artistico è arrivata anche la signora dell'arte italiana, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo , che nella settimana di Arco Madrid ha inaugurato la programmazione della sua fondazione torinese nella sede temporanea della Fundacion Fernando De Castro , con una mostra di Ian Cheng curata da Hans Ulrich Obrist, e il lancio della prima edizione della Residenza per giovani curatori stranieri. Intanto in fiera non ci sono stati forfait dell'ultimo minuto, e questa 39ª edizione ha aperto come previsto con 209 gallerie da 30 paesi, delle quali 33% spagnole e 22% latinoamericane.

Installazione di ChertLüdde ad Arco, Madrid, con Gabriel Chaile e Franco Mazzucchelli.Courtesy gli artisti e ChertLüdde, Berlin. Foto Trevor Lloyd

La sezione principale
Come d'abitudine le 171 gallerie della sezione principale e, soprattutto, quelle locali e regionali includendo il Portogallo hanno puntato su stand collettivi, con una presenza a tratti frastagliata dei lavori degli artisti rappresentati e livelli qualitativi più o meno elevati. Di fatto, spazi e display hanno confermato gli equilibri di sistema fuori dalla fiera che vedono tra i galleristi più rispettati e interessanti nomi come Pedro Cera, Cristina Guerra e Filomena Soares di Lisbona e a Madrid, invece, Elba Benitez, Traversìa Quatro, Fundacion Helga de Alvear, Juana de Aizpuru, Maisterravalbuena, Garcìa Galeria e Nogueras Blanchard . Ad aggiungere interesse le 32 gallerie che hanno scelto stand monografici o doppie personali, come la potente Hauser & Wirth , che ha presentato lo scultore modernista spagnolo Eduardo Chillida (1942-2002) con acqueforti e disegni a partire da 15mila e una scultura da esterno destinata al mercato istituzionale da 5 milioni di euro. Le sue indagini materiali al confine tra natura, architettura e civilizzazione sono conservate al museo dell'artista a San Sebastián, aperto quando era ancora in vita, chiuso per la crisi nel 2011 e inaugurato di nuovo grazie al sostegno della galleria l'estate scorsa.

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Adrián Balseca , The Unbalanced Landmarks , 2019 , legno e cemento 70 × 152.7 × 10 cm , edition 1 + 1 AP . Courtesy dell'artista e di Madragoa, Lisbona. Foto: Bruno Lopes

Madragoa di Lisbona, invece, ha proposto un dialogo transgenerazionale tra l'ecuadoriano Adrián Balseca, classe 1989, e il maestro della Transavanguardia Enzo Cucchi, del 1949. A unirli è la ricerca sul paesaggio – sociopolitico per Balseca, che sceglie materiali poveri carichi di riferimenti postcoloniali come il legno di eucalipto e i materiali per estrarre il caucciù, e onirico, a tratti apocalittico, nei dipinti e nella scultura di una «Madonnina» di Cucchi, che rivelano un artista ancora in grado di comunicare. Prezzi da 3.000 euro fino a 75mila. Poi, sempre nella sezione principale, c’erano i progetti speciali situati accanto allo stand della galleria proponente, e negli spazi di Forsblom spiccava lo zodiaco di Ai Weiwei, originariamente concepito come scultura per la Biennale di San Paolo e qui ripensato in versione bidimensionale e mattoncini lego, con prezzi a partire da 150.000 dollari. L'opera, ispirata a un monumento della tradizione cinese in realtà di fattura occidentale, distrutto e parzialmente disperso nel conflitto tra Cina, Francia ed Inghilterra, attrae il pubblico con la sua apparenza ludica ma mantiene la sua carica critica alla politica internazionale.

Iman IssaSelf-Portrait (Self as Doria Shafik), 2020, Dalla serie Proxies, with a Life of Their Own. Stampe 3-d, acrilico, epoxy, pittura, pali di metallo (60 x 30 x 28 cm) testo sotto vetro (7 x 12 cm).Courtesy dell'artista carlier | gebauer, Berlin/Madrid

Le sezioni curate
La curatela più riuscita è nelle sezioni Dialogues, affidata a Augustin Pérez Rubio e Lucìa Sanromàn, e «It's Just A Matter Of Time» dell'artista Alejandro Cesarco e Mason Leaver-Yap, che hanno scelto la pratica concettuale, intima e politica dell'artista di origini cubane Félix González-Torres (1957-1996) come elemento aggregante degli artisti presentati da 13 gallerie internazionali. Tra queste c'era Garcia Galeria con Pepe Espaliú (1955-1993), l'artista spagnolo che ruppe il silenzio sull'Aids e nel 1992 organizzò una marcia dalla Camera dei Deputati al Museo Reina Sofia con Pedro Almodóvar e la attrice Marisa Paredes per chiedere maggiore informazione e tutela sulla malattia. La galleria madrilena ha sottratto il suo lavoro all'oblio qualche anno fa, e ha presentato le sue sculture di oggetti del quotidiano assemblati a suggerire una forma alternativa di protezione, senza rinunciare alla sessualità. Le opere – di cui una acquistata dalla Fundación Maria Cristina Masaveu Peterson , erano in vendita a 48-55mila euro. Accanto, Barbara Weiss offriva uno stand dedicato a un work in progress di Maria Eichhorn, «Film Lexicon of Sexual Practices 1999/2005/2008/2014/2015», concepito per il Portikus di Francoforte nel '99 ed esteso nel corso degli anni. Un'opera rilevante del portfolio dell'artista, unica nella versione da venti film al prezzo di 140mila euro, e decisamente sfidante dal punto di vista del collezionismo, perché costituita da una lista di film in 16 mm riposti in una libreria-scultura accessibile solo attraverso una richiesta a un custode dell'opera, il cui compito è attivare la proiezione. I titoli dei film sono esplicitamente sessuali, e sono i visitatori a decidere cosa vedere, se fermarsi nello stand o procedere. Nella sezione Dialogues, poi, Chertludde esponeva un insolito ma riuscito incontro tra l'opera dell'italiano Franco Mazzucchelli e quella dell'argentino Gabriel Chaile calibrata su materiali dialettici – i gonfiabili di Mazzucchelli e le pesanti fornaci e pentole delle mense della solidarietà di Chaile – economia popolare e un reale impatto sociale dell'arte all'interno delle rispettive comunità. Le opere, da 4.500 a 45mila euro, hanno riscontrato successo di critica e vendite.

Franco Mazzucchelli, A. to A. (Alfa Romeo factory, Milan, 1971), Late 1970s,Fotografia e matita su cartoncino, PVC del gonfiabile originale, dittico; ogni elemento 70 × 100 × 3 cm. Courtesy dell'artista e ChertLüdde, Berlin

La rivincita delle donne in città
Arco proseguiva in città, con una proposta vivace di mostre, e dai musei alle gallerie spiccava l'opera di artiste rigorose e militanti. La galleria KOW ha inaugurato una personale di Candice Breitz che interroga il potere simbolico delle immagini in relazione al corpo della donna affrontando il tabù della nascita e la tendenza sempre più pressante dei nazionalismi internazionali a rimettere in discussione i diritti conquistati dalle donne in materia di aborto e autodeterminazione. Gli faceva eco Nogueras Blanchard , con una rilettura dell'opera di Ana Mendieta da parte dell'artista connazionale Wilfredo Prieto che svela rari disegni, cartoline e video dell'artista – prezzi da 20-65mila euro - dove il corpo di Mendieta si impone come strumento di trasmissione e resistenza. Infine, da Carlier Gebauer c'è l'artista egiziana Iman Issa con opere da 20-35mila euro: sculture essenziali, a tratti misteriose, che sfidano i canoni della storia e i preconcetti culturali della visione. A fare da sfondo a questa rivendicazione artistica al femminile delle gallerie madrilene ci sono i musei, dal Thyssen Bornemisza che in collaborazione con TBA21 di Francesca Thyssen affida all'americana Joan Jonas il compito di raccontare l'ecosistema marino al confine tra scienza, arte e mitologia, e infine il Museo Reina Sofia , con i drammatici dipinti che raccontano l'esperienza della deportazione nazista dell'artista autodidatta di origini gitane Ceija Stojka (1933–2013), e la monumentale mostra «Defiant Muses - Delphine Seyrig and the Feminist Video Collectives in France in the 1970s and 1980s» che racconta la storia movimento femminista francese fondato dall'attrice e musa di Alain Resnais in «L'anno scorso a Marienbad» (1961) all'intersezione tra cinema, video e politica.

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