Aree da bonificare, in Italia sono 35mila: necessari 30 miliardi
Uno studio dell’Ispra traccia lo scenario nazionale: dei siti contaminati da ciò che resta di lavorazioni dismesse il 46% ha un procedimento in corso
di Davide Madeddu
3' di lettura
Idrocarburi e residui di lavorazioni minerarie. E poi altri rifiuti industriali o ciò che resta di lavorazioni ormai dismesse. Che in Italia valgono complessivamente circa 300 mila ettari. Aree da bonificare in cui sono compresi sia i siti di interesse nazionale, sia quelli che ricadono sotto la competenza delle Regioni o di altri enti. Un mosaico complesso in cui si intrecciano più fattori e altrettante competenze. A delineare una parte dello scenario che complessivamente conta quasi 35mila siti, con un rapporto dedicato allo stato delle bonifiche e dei siti contaminati che ricadono sotto la competenza delle Regioni, è il lavoro “Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia: secondo rapporto sui dati regionali” realizzato dall'Ispra (autori Federico Araneo, Eugenia Bartolucci, Maria Pia Congi, Antonella Vecchio) e dalla rete del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente.
Procedimenti di bonifica
Nel rapporto ci sono i dati raccolti da Mosaico, la banca dati nazionale dei siti «oggetto procedimenti di bonifica, attraverso cui l'Italia ha acquisito un quadro sui siti contaminati relativi ai procedimenti di bonifica presenti nelle banche dati delle Regioni o Province Autonome». Fuori dal rapporto i dati relativi ai siti Sin, ovvero i siti di interesse nazionale.
I numeri
A descrivere la complessità del caso, ci sono i dati citati dai ricercatori: «Al 31 dicembre 2020 il numero totale dei siti oggetto di procedimento di bonifica è 35.022 di cui 16.199 con procedimento in corso (46% dei procedimenti totali) e 18.823 con procedimento concluso (54% dei procedimenti totali) - scrivono gli autori -.I procedimenti di bonifica risultano distribuiti in modo eterogeneo nelle diverse regioni: quelli in corso sono maggiormente concentrati in Campania (20% dei procedimenti in corso nazionali) e Lombardia (17%), cui seguono Toscana e Veneto (rispettivamente 12% e 10%); i procedimenti conclusi sono concentrati in Lombardia, con il 43% di procedimenti nazionali conclusi, seguita dalla Toscana (14%)».
Lo stato di avanzamento delle opere
Nonostante il censimento, resta ancora abbastanza lento l'intero percorso che, seguendo le diverse fasi, dovrebbe portare alla bonifica del sito. Se l'attenzione si sposta sui dati relativi allo stato di avanzamento delle opere e degli interventi di risanamento dei Sin si scopre che il 66% delle aree a terra è stato caratterizzato, mentre solamente il 14% delle aree ha il progetto di bonifica approvato e il 16% delle aree ha il procedimento concluso perché risultate non contaminate o perché con bonifica conclusa.
Secondo l'ultimo rapporto dell'Ispra i siti censiti sono complessivamente 34.478. Di questi, come chiariscono i ricercatori dell'istituto, «16.264 hanno procedimento in corso e 17.862 concluso. Tra questi, quelli per i quali si è resa necessaria la bonifica sono stati 5.222».
Una stima da trenta miliardi
Per il momento non esiste ancora una stima certa sull'ammontare degli interventi. A predisporre uno studio ipotizzando anche una cifra complessiva, era stato l'osservatorio sulle bonifiche ambientali fondato da Lanfranco Polverino che ipotizzò interventi per circa 30 miliardi. Tempi ancora lunghi. Resta da sciogliere un nodo, e riguarda la tempistica legata alle diverse procedure. Non a caso anche i ricercatori, nelle conclusione del rapporto, rimarcano che le evidenze «confermano la necessità di ridurre la tempistica necessaria per far seguire alla fase di “notifica” quella delle indagini - scrivono -. La caratterizzazione, e l'eventuale seguente AdR, consentirebbero, infatti, di chiudere numerosi procedimenti di bonifica e, quindi, di restituire agli usi legittimi aree che al momento attuale sono gravate dal vincolo amministrativo conseguente l'attivazione del procedimento di bonifica, con un significativo impatto in termini di consumo di suolo».
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