2' di lettura
L’attività sul campo, la sinergia Istituzioni e fondazioni bancarie. E i progetti, quelli già avviati e che funzionano e quelli da portare avanti. A fare il punto è Stefano Consiglio che succede a Carlo Borgomeo, presidente da 14 anni .
Quanto è importante per i territori l'attività della Fondazione?
Il contributo della Fondazione è duplice: da una parte attraverso bandi e iniziative selezioniamo e sosteniamo economicamente interventi su beni comuni, legalità, diritti, giovani talenti e welfare di comunità. Oltre 1.600 iniziative sostenute con 282 milioni di euro di risorse private, mettendo in rete circa 7.000 organizzazioni diverse. In secondo luogo, attraverso queste esperienze concrete, dimostriamo che un altro Sud è possibile, promuoviamo cioè una narrazione alternativa sulla capacità delle comunità locali e del terzo settore in particolare di creare sinergie attraverso azioni generative, ovvero di creare le premesse per lo sviluppo.
Quanto è stato investito nell'ultimo anno e quanto pensate di investire per il 2023?
Le nostre risorse, messe a disposizioni dalle fondazioni di origine bancaria, sono poche se rapportate alla popolazione meridionale e alle esigenze sociali. Per questo siamo rigorosi nella gestione delle erogazioni e altrettanto aperti all’ascolto dei territori, affinché i contributi siano spesi nel modo giusto e in modo generativo. Nel corso del 2022 la Fondazione ha assegnato oltre 18 milioni di euro. Per il 2023 mettiamo a disposizione 22 milioni.
Quali sono le aree che hanno maggiore bisogno di supporto?
Tutto il Sud. In particolare le aree interne e le periferie urbane. Pur non essendo un criterio di selezione dei progetti, esiste una proporzionalità tra le percentuali dei contributi assegnati ai territori e il numero di abitanti.
Perché si viaggia a velocità ridotta rispetto ad altre regioni?
Come tutte le situazioni complesse, non vi è un'unica causa, ma una moltitudine di concause.
Quali sono gli ostacoli da superare?
Anche in questo caso, sono diversi. Occorre investire sulla domanda, cioè invertire la rotta utilizzando un software diverso da quello usato in tutti questi decenni. Puntare su una forte collaborazione tra Pubblica Amministrazione e comunità locali.
C’è un progetto che ha lasciato il segno?
Per fortuna ve ne sono tanti. Il più noto, credo, sia quello delle Catacombe di San Gennaro nel Rione Sanità a Napoli. Un'esperienza portata avanti da padre Antonio Loffredo e dai giovani della cooperativa sociale La Paranza che con le magnificenze realizzate (200 mila visitatori l'anno, 40 giovani assunti) ha cambiato il volto e la narrazione del Rione.
La sinergia con le istituzioni e le fondazioni bancarie funziona?
«Si. I risultati della Fondazione stessa lo dimostrano».
loading...