Arera: oltre 6,2 milioni di bonus sociali nel 2022. Risparmi per 3 miliardi per le famiglie in tutela da revisione prezzo gas
Il messaggio del presidente dell’Authority, Stefano Besseghini: «La crisi dei prezzi morde con meno intensità ma i mercati energetici sono ancora tesi»
di Celestina Dominelli
I punti chiave
- Il numero uno dell’Arera: mercati energetici ancora tesi
- Besseghini: veniamo da due anni drammatici
- La revisione del metodo di fissazione del prezzo nel gas
- Idrico: focus su infrastrutture e water service divide
- L’incidenza della regolazione sulla spesa per gli investimenti
- Il nodo governance locale nei rifiuti
- Il richiamo alla politica in vista della fine della maggior tutela
- Aumentano i passaggi nel mercato libero
4' di lettura
Sono oltre 6,2 milioni i bonus sociali erogati nel corso del 2022, il secondo anno di riconoscimento automatico, alle famiglie in condizioni di disagio economico e fisico: 3.766.105 le agevolazioni per il mercato elettrico (+51,4% rispetto al 2021) e 2.441.158 per il gas (+58,7%) per un valore complessivo di oltre 2,1 miliardi di euro. E, per il 2023, si stima un ulteriore incremento dei beneficiari del bonus che potrebbero ammontare a circa 4,7 milioni per l’elettrico e 2,8 milioni per il gas. Sono questi alcuni dei numeri illustrati oggi, martedì 11 luglio, dal presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nel corso della presentazione della Relazione Annuale dell’Authority a Parlamento e Governo.
Il numero uno dell’Arera: mercati energetici ancora tesi
«La crisi dei prezzi morde con meno intensità ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza», ha esordito il numero uno dell’Autorità nell’Aula dei gruppi parlamentari alla Camera dei deputati particolarmente gremita.
Besseghini: veniamo da due anni drammatici
Nelle trenta pagine di presentazione, Besseghini ha messo in fila il bilancio del regolatore partendo con il sottolineare «i due anni particolarmente impegnativi, a tratti drammatici» che hanno visto anche l’Arera impegnata in prima linea nel cercare «di fronteggiare le diverse criticità che si stavano determinando». Criticità dovute, ha spiegato il presidente dell’Arera, «allo sbilanciamento del rapporto domanda-offerta ma che, da un certo livello di prezzo in poi, hanno riguardato anche la possibilità degli operatori di svolgere la propria attività in condizioni di rischio sostenibili».
La revisione del metodo di fissazione del prezzo nel gas
Tutti nodi che il Regolatore ha affrontato approntando, ha ricordato Besseghini, una serie di contromisure la prima delle quali, la revisione del metodo di formazione del prezzo del gas, non più indicizzato al Ttf (la Borsa di Amsterdam) ma al prezzo ex post mensile del Psv italiano, avviata lo scorso luglio, ha consentito di calmierare i costi per le famiglie ancora in tutela con un beneficio stimato in circa 3 miliardi di euro nel semestre invernale 2022-2023 e una differenza di prezzo piuttosto significativa. Senza quell’intervento, infatti, ricorda Besseghini, «avremmo avuto un prezzo fisso per tutto il IV trimestre ’22 pari a 240 euro per megawattoea, da confrontare con un prezzo medio, realizzatosi nel trimestre, di circa 95 euro/MWh». E considerando, aggiunge, il numero uno dell’Authority, «l’elevata quota di contratti nel mercato libero, indicizzati al prezzo di tutela, il vantaggio complessivo è ben più elevato».
Idrico: focus su infrastrutture e water service divide
Insomma, l’intervento dell’Autorità ha fatto sentire i suoi effetti. Com’è accaduto in altri settori che Besseghini passa rapidamente in rassegna nel corso della sua relazione a cominciare dall’idrico, dove, sottolinea, ci sono «elementi di crescita del ruolo degli operatori» nella gestione delle acque meteoriche e nel riuso dell’acqua depurata. E dove occorre assegnare «un’elevata priorità» al processo di integrazione infrastrutturale che conferma ancora l’esistenza in Italia «di un water service divide» tra Nord e Sud della penisola.
L’incidenza della regolazione sulla spesa per gli investimenti
Quanto ai numeri, Besseghini si limita solo a evidenziare come l’azione regolatoria abbia impresso una decisa spinta alla spesa agli investimenti, passata da 1 miliardo di euro nel 2021 al quadruplo nel 2022 e a 4,5 miliardi nel 2023 «favorendo un percorso di miglioramento della qualità del servizio idrico integrato». Che ha potuto contare, nel quadriennio, si legge nella Relazione consegnata a governo e Parlamento e disponibile sul sito dell’Autorità (www.arera.it), in un assist di 13,5 miliardi di euro. Con il risultato che si sta riducendo il gap tra l’Italia e gli altri Paesi più avanzati: 276 euro per abitante (corrispondenti a una spesa annuale per investimenti di 69 euro per abitante).
Il nodo governance locale nei rifiuti
Poi c’è il capitolo dei rifiuti dove, spiega Besseghini, l’Autorità è impegnata su più fronti, a cominciare dall’identificazione di «meccanismi che assicurino, per un verso, la continuità del servizio e, per un altro, la sostenibilità dei corrispettivi all’utenza finale». Con un occhio, tra le tante criticità, al tema della governance istituzionale locale dove il legislatore, ricorda il numero dell’Autorità, ha deciso di assegnare all’Arera una nuova attività di monitoraggio sul rispetto della disciplina di settore. Ci sono, dunque, ancora significativi margini di miglioramento se è vero che, documenta la Relazione, l’analisi di tutti i gestori iscritti (8.101) al servizio integrato di gestione dei rifiuti mostra «che, nella maggioranza dei casi (66,6%), i soggetti risultano accreditati per una singola attività e solo raramente (1,9%) per tutte le attività del ciclo». A conferma, insomma, della perdurante «parcellizzazione del sistema».
Il richiamo alla politica in vista della fine della maggior tutela
Infine, il capitolo energia e qui il focus di Besseghini si concentra anche sull’annunciata cessazione della maggior tutela di prezzo (gennaio 2024) dove, insiste il presidente dell’Arera, «acquisiranno ancora maggiore rilevanza le adeguate campagnate informative più volte richieste, programmate e rimandate e i sistemi di comparazione delle offerte e di analisi dei profili di consumo», come quelli garantiti oggi dal Portale Offerte e dal Portale consumi, fortemente voluti dall’Autorità e gestiti da Acquirente Unico. «È importante - avverte Besseghini - che la politica, nella pienezza del proprio mandato democratico, tenga attento presidio dei passaggi necessari» per la definitiva liberalizzazione del mercato dell’energia.
Aumentano i passaggi nel mercato libero
In questo segmento, ricorda la Relazione, nel 2022 è aumentato lo switching (vale a dire la migrazione dalle tutele di prezzo al mercato libero) nell’elettrico (il 64,8% dei clienti, dato che aggiornato a marzo sale al 69,3%),con 560 venditori attivi ed Enel ancora al top tra gli operatori, mentre nel gas lo scorso anno la quota delle famiglie che hanno acquistato la fornitura nella maggior tutela è scesa al 33,2% (era il 36,6% nel 2021) e le imprese attive hanno invece toccato quota 512.
loading...