Argentina: l’ultimo miglio delle elezioni presidenziali si gioca tra Milei e Massa
Populismo e negazionismo sono le cifre dei 2 candidati favoriti per il ballottaggio
di Roberto Da Rin
3' di lettura
Più che una corsa pare una corrida. L’ultimo miglio delle elezioni presidenziali argentine si disputa tra due candidati, i favoriti, che si affrontano a viso aperto con promesse funamboliche e irrealistiche: Javier Milei, 53 anni, un anarcoliberista che cerca di sparigliare le carte, e Sergio Massa, 51 anni, attuale ministro dell’Economia, peronista di lungo corso.
L’iperinflazione
Nelle stesse ore in cui il peso, la moneta argentina, crolla del 7,5% il quadro economico è ammantato da una crisi profonda. L’inflazione è il punto dolente, gli ultimi dati rilevano un tasso annuo del 125%, uno dei più alti del mondo. Una follia che rievoca, pur su scala minore, i tempi dell’iperinflazione (anni Ottanta) con la crescita dei prezzi a 4 cifre, un caos economico che impediva qualsiasi pianificazione familiare e obbligava le imprese della distribuzione ad assoldare impiegati disposti a cambiare i prezzi degli articoli, esposti negli scaffali dei supermercati, più volte al giorno.
Moneta a picco
Il crollo del peso di queste ore, secondo gli analisti, va raccontato così: si tratta di un calo equivalente a quello complessivo della settimana precedente che a sua volta era vicino a quello registrato in tutto il mese di settembre. Una tendenza esponenziale - sul mercato parallelo il dollaro ha sfondato per la prima volta quota 1.000 pesos - alimentata da vari fattori: la crisi di liquidità della Banca centrale, che cerca di contenere la svalutazione. E la continua emissione di pesos da parte della stessa Banca centrale che, rispondendo a richieste del governo peronista, vorrebbe sostenere e finanziare le politiche sociali dell’Esecutivo.
L’apogeo dello scontro tra Milei e Massa si è raggiunto in tv al momento dell’illustrazione della politica cambiaria dei candidati. Con la spregiudicatezza che, secondo i sondaggi, gli consente di guadagnare molti consensi, Milei, teorico della dollarizzazione dell’economia, ha detto che «il peso non serve neanche come concime», una dichiarazione che il peronista Massa, ha respinto con durezza. «Sta giocando con i risparmi della gente per guadagnare un voto in più».
L’esasperazione di una larga fetta di elettori, il cui potere d’acquisto è decurtato senza alcuna integrazione, con modalità “scala mobile”, pare stia premiando Milei che annuncia misure sempre più draconiane: la convocazione di una sessione straordinaria del Congresso per promuovere una riforma dello Stato che «abolisca la Banca centrale e avvii una deregolamentazione del mercato del lavoro». Non solo. Milei ha riabilitato l’ex ministro dell’Economia Domingo Cavallo, che stabilì il rapporto di parità (1 a 1) tra peso e dollaro tra il 1991 e 2001, e per l’ex presidente Carlos Saul Menem, al potere tra il 1989 e il 1999, accusando i politici odierni di godere di “privilegi di casta”. La parità fissa di Cavallo, va ricordato, finì per strangolare l’economia argentina, a quel punto incapace di esportare beni e servizi a causa di una competitività totalmente erosa. L’ultimo atto di Cavallo portò alle dimissioni del presidente Fernando de La Rua, costretto a lasciare la Casa Rosada in elicottero dopo gravi scontri di piazza e un bilancio di trenta morti.
Proposte shock
Tra le proposte shock di Milei vi è anche quella di disattendere completamente l’Accordo di Parigi, che prevede la riduzione delle emissioni globali di gas serra entro il 2030. «Non aderiremo all’agenda 2030, non appoggiamo il marxismo culturale, non aderiremo alla decadenza», ha dichiarato. Un negazionismo climatico che comunque gli ha consentito di incassare altri consensi.
La crisi del peronismo argentino, la cui responsabilità va parzialmente ascritta all’attuale governo di Alberto Fernandez e Cristina Fernandez de Kirchner, potrebbe trasformarsi in una ripartenza con riforme che però, al momento, non pare davvero realistica né praticabile. Il probabile ricorso al secondo turno, il ballottaggio tra Massa e Milei, potrebbe riservare qualche sorpresa se la corsa di Patricia Burllrich, anche lei in corsa alle presidenziali, acquisisse più slancio. Nella sua ultima apparizione in tv ha chiesto a Massa: «Quando la smetterete di rubare?» e a Milei: «Nel tuo partito anti-casta hai già assoldato gli stessi esponenti della casta, perché? ». Il voto tra 10 giorni. Don’t cry for me Argentina.
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