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L’aria compressa rappresenta una vera e propria fonte di energia per l’industria: una risorsa trasversale, utilizzata in tutti i comparti per alimentare dispositivi e muovere macchinari. I numeri descrivono quello dei compressori come un settore molto dinamico. “L’aria compressa è molto più presente nella vita di tutti i giorni di quanto noi possiamo immaginare”, spiega Roberto Balma, presidente e amministratore delegato di FNA, multinazionale che da 75 anni opera nel settore.
Il panorama è sempre più vasto ed eterogeneo, e non riguarda solo l’industria, ma anche il fronte consumer - quello del fai-da-te nel gonfiare, avvitare o verniciare - e dei piccoli professionisti, dai tappezzieri ai meccanici. “Il nostro è l’unico gruppo al mondo presente in questi tre segmenti di mercato con successo”, sottolinea Balma.
In Europa per anni l’Italia è stata leader del settore e oggi, nonostante uno scenario stravolto dalle multinazionali e dalle aziende cinesi, pompe e compressori rappresentano ancora più del 7% dell’export di meccanica del nostro Paese. “Nei nostri 75 anni di storia abbiamo prodotto più compressori di chiunque altro al mondo, oltre 40 milioni: nessuna azienda, in nessuna parte del mondo, si è mai avvicinata a questo record storico”, rivendica con orgoglio Balma. Oggi “abbiamo raggiunto un fatturato di circa 250 milioni di euro, esportiamo il 90% delle nostre produzioni e operiamo in tre continenti: Asia, Europa e Stati Uniti”.
La storia di FNA è quella di una multinazionale, ma di famiglia, che conserva il proprio Dna italiano. “È un’azienda che rappresenta la storia di due generazioni, iniziata nel 1948 in un capannone nella cintura di Torino”. A scommettere sui compressori ad aria è stato Antonio Balma: la crescita da realtà artigianale a colosso industriale non passa inosservata e nel 1980 gli specialisti del settore negli Stati Uniti gli riconoscono il titolo di “padre dell’aria compressa”. Di questo patrimonio storico, il figlio Roberto si fa scrupoloso garante: “Essere un’azienda familiare e avere un cuore italiano sono per noi dei punti di forza. L’attaccamento al lavoro, il senso di responsabilità, la lealtà, la fidelizzazione del cliente sono i valori della nostra famiglia, che trasmettiamo a tutti i nostri collaboratori. È un approccio tipico delle aziende familiari italiane e questo fa la differenza con i concorrenti cinesi e multinazionali”.
Oggi FNA investe in ricerca e sviluppo con due priorità: l’ambiente e la sostenibilità. “Il compressore d’aria è una macchina energivora - ammette Balma -. Da anni lavoriamo per riuscire a produrre la stessa quantità di aria, consumando meno energia possibile”. Il passaggio dai motori a velocità fissa, sempre in funzione, a quelli con inverter, che regolano la loro velocità per adeguare l’aria prodotta alle reali richieste dell’utente, è un punto di svolta a cui si è arrivati combinando l’elettronica con la meccanica. A ciò, FNA ha affiancato un nuovo approccio alla consulenza. “Ogni industria ha esigenze diverse, non c’è una macchina in grado di risolvere tutti i problemi, ma ci può essere una soluzione che permetta di ottimizzare l’impianto garantendo risparmi energetici fino al 40%”.
La ricerca nei laboratori di FNA si sta muovendo anche in un’altra direzione, perché sostenibilità, per chi opera nell’industria, significa anche investire sulla qualità delle condizioni di lavoro. “Purtroppo, il compressore è una macchina rumorosa - continua il
presidente della società - e chi ci lavora è soggetto a un inquinamento acustico significativo. Con i nostri ingegneri abbiamo superato il concetto di soffocare il rumore e siamo intervenuti nella progettazione, studiando come vibrano i componenti e come si propaga l’onda acustica. Abbiamo apportato modifiche alla struttura dei materiali, riducendo le vibrazioni e utilizzando silenziatori laddove il rumore si crea”. Eliminando tutte le strutture mobili fonoassorbenti utilizzate fino a oggi, il beneficio è stato duplice: si sono abbassate le emissioni acustiche e si è notevolmente alleggerito il prodotto. “In alcuni casi abbiamo utilizzato fino al 40% di materiali in meno, garantendo gli stessi risultati a livello acustico”, spiega.
Settantacinque anni dopo la nascita dell’azienda, lo sguardo resta proiettato al futuro. “Cercare di avere lungimiranza e di anticipare le criticità è una nostra responsabilità”, conclude Balma. “Se dopo 75 anni continuiamo ad avere una posizione di leadership, è perché siamo sempre riusciti a interpretare e intercettare i trend di mercato. Oggi i segnali sono abbastanza inquietanti e gli scenari cambiano molto rapidamente, quindi dobbiamo fare molta attenzione. Quello che è accaduto negli ultimi anni ha messo in discussione il modello della globalizzazione e, secondo noi, ci sarà un ritorno alla regionalizzazione. Riportando le produzioni vicino ai mercati di sbocco dovremo cercare di mantenere un livello competitivo dei costi di produzione in ogni parte del mondo”. Ma questa non sarà l’unica sfida. “Saremo chiamati a cercare una soluzione ai problemi climatici, a quelli migratori, alle tensioni nei rapporti di forza tra le grandi potenze e nei controlli delle materie prime. Sono fronti che non possiamo sottovalutare”.
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