ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùAlta tensione nel partito

Armi a Kiev, il no del vicecapogruppo Ciani apre un caso nel Pd, domani la segreteria. Schlein: «Garantito il pluralismo»

Schlein dovrà confrontarsi con il gruppo dei bonacciniani, che chiedono più collegialità dopo la sconfitta alle amministrative

De Luca ai cronisti che gli chiedono di Elly Schlein: "In questa stanza sono vietate brutte parole"

3' di lettura

La posizione sulla guerra in Ucraina espressa dal nuovo vicepresidente dei deputati Paolo Ciani, eletto su indicazione della segretaria Elly Schlein («sugli aiuti militari si può cambiare linea», ha detto). Le parole del Governatore della Campania Vincenzo De Luca, dopo che Schlein ha spostato il deputato Piero De Luca, figlio di Vincenzo, dal ruolo di vicecapogruppo a quello di segretario («“In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic»). L’indagine su Massimo D’Alema, nell’ambito delle indagini dell’ufficio inquirente partenopeo sulla compravendita di navi e aerei alla Colombia. E l’appuntamento domani con la segreteria, dove bisognerà confrontarsi con il gruppo dei bonacciniani, che chiedono più collegialità dopo la sconfitta alle amministrative.

Il caso Ciani e la linea sulle armi all’Ucraina

Non accenna dunque a diminuire la tensione nel Pd. All’uscita di Piero De Luca dal ruolo di vicecapogruppo ha corrisposto l’ingresso di Paolo Ciani, dichiaratamente contrario all’invio di munizioni a Kiev. Ciani è stato eletto col Pd, ma «non sono iscritto», ha chiarito in un’intervista a Repubblica.it. Infatti, fa parte di Demos. Sul tema armi «nel nostro popolo questa discussione c’è - ha detto Ciani - Il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere». Parole che non sono piaciute all’area riformista del Pd, già contrariata dallo spostamento di Piero De Luca. Tanto che Schlein ha dovuto ribadire la posizione del partito. Durante la presentazione di un libro su New York, a domanda diretta sulle parole di Ciani, prima ha provato a glissare, scherzando... «Stavamo facendo ragionamenti molto alti...», ma poi ha chiarito: «Ciani ha parlato a titolo del suo partito, che è Demos». Sull’Ucraina, ha sottolineato Schlein, «la linea del Pd è ben chiara», cioè pieno sostegno a Kiev.

Loading...
Opposizione divisa sulle armi, il M5s sfida il Pd

Riformisti all’attacco

Intanto però, fra i riformisti c’era stata la levata di scudi: «Il Pd dovrà rimanere concretamente dalla parte dell’aggredito», aveva detto il senatore Dario Parrini. E l’eurodeputata Pina Picierno: «Grande confusione sotto il cielo».

Schlein, abbiamo garantito il pluralismo nei gruppi

In conferenza stampa al Nazareno, rispondendo a una domanda sul post di Vincenzo De Luca dopo il cambio dei vicecapigruppo, Schlein ha spiegato: «Abbiamo promesso e ci siamo impegnati a garantire il pluralismo nei gruppi, si è lavorato in questo senso. Ci sono due nuovi capigruppo espressione della maggioranza ed è giusto che ci siano due vicari che non hanno votato me al congresso. E questo ha comportato altre scelte che tenessero conto del pluralismo. Credo che in questo contesto tutti possano proseguire a portare il proprio contributo e a vedersi valorizzati».

La partita contro i Cinque Stelle

Oltre al fronte interno, la segretaria Pd deve tenere a bada quello che succede ai confini. Anche il presidente del M5s, Giuseppe Conte, è tornato a incalzarla sul tema degli aiuti militari, dopo che il Pd si è spaccato sul Piano Ue che prevede la possibilità per gli Stati di usare i fondi del Pnrr per le armi. «Conosciamo la posizione del Pd - ha detto Conte - La nostra su questo punto è diversa. Assolutamente per noi non c’è la possibilità di continuare a coltivare questa prospettiva dell’escalation militare». Insomma, malgrado l’invito di Schlein a sedersi a un tavolo per discutere di lavoro e sanità, e malgrado l’apertura di Conte - «disponibilissimi» -, per adesso fra le opposizioni le distanze fanno più rumore dei punti in comune. Anche se Stefano Bonaccini ha avvertito: «Abbiamo bisogno di costruire un campo di forze più ampio». Perfino sul pride di Roma fra Pd e M5s c’è qualche distinguo. Entrambe le forze parteciperanno. Però, Schlein ha già annunciato che scenderà in piazza, mentre Conte non ci sarà: «Il Movimento aderirà a questa manifestazione», ha detto, ma «purtroppo sabato ho un impegno familiare improrogabile, ma un impegno serio».

L’ipotesi di un disimpegno di De Luca

La vicenda De Luca si porta dietro più di uno scenario. In Transatlantico c’è chi non esclude un disimpegno di De Luca, anche se lui ha smentito. E sulle sorti del governatore campano le supposizioni si accumulano. Perché c’è da vedere che scelte farà nel caso in cui insista nella richiesta di quel terzo mandato alla Regione che Schlein non pare disposta a concedere. Non a caso, fra i primi a farsi sentire è stato il leader di Sud chiama nord, Cateno De Luca: «Un abbraccio a Vincenzo De Luca e a Piero De Luca. Lo dico da tempo: bisogna ripartire dai territori, i partiti tradizionali hanno fallito». Mentre il M5s campano, che per il governatore nutre una diffidenza corrisposta, per una volta ha sposato «la scelta di Elly Schlein» perché «segna l’inizio della fine della dynasty paterna. Il rinnovamento in atto nel Pd è condizione essenziale per costruire un percorso comune per le regionali».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti