Armin Laschet, leader della Cdu, sarà candidato per la cancelleria: Söder rinuncia
Armin Laschet, leader della Cdu, è stato votato a larga maggioranza dalla direzione federale del partito come candidato alla cancelleria. Markus Söder ha ritirato la sua candidatura
di Isabella Bufacchi
2' di lettura
Il leader della Cdu Armir Laschet ha incassato, nella tarda notte tra il 19 e il 20 aprile, l’appoggio del comitato esecutivo federale del partito, con 31 voti su 46, favorevole alla sua candidatura alla cancelleria. Questa decisione mette fine all’aspro duello tra i capi della Cdu e Csu e costringere alla ritirata Markus Söder, il carismatico bavarese leader del partito “sorella minore” dell’Unione. La rinuncia alla candidatura per la cancelleria del leader della Csu è stata annunciata da Söder in una conferenza alle 12:00.
Söder aveva detto, prima del voto del comitato esecutivo Cdu, che si sarebbe ritirato se non fosse stato il prescelto ai piani alti della Cdu. E i vertici dell’Unione cristiano-democratica hanno scelto Laschet, con una preferenza oltre il 70%.
I vertici della Cdu hanno deciso infine di sostenere il proprio leader, nonostante avesse perso il braccio di ferro con Söder sul piano dei sondaggi per i favoriti alla cancelleria.
I voti del comitato esecutivo a favore di Laschet sono stati 31, tra i quali l’ex presidente della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer e il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble ma non Peter Altmaier ministro dell’Economia e braccio destro di Merkel , contro nove per Söder e sei astenuti.
Le dimissioni di Laschet, in caso di voto contrario, sono state un rischio che il partito non si è potuto permettere dopo le dimissioni di Angela Merkel nel 2018 e quelle di Annegret Kramp-Karrenbauer nel 2020, che lo hanno indebolito e spaccato.
La lotta interna a Cdu/Csu per la poltrona della cancelleria, che si è aperta dopo il vuoto lasciato da Angela Merkel e il pessimo andamento dei sondaggi in vista delle elezioni generali del 26 settembre, ha ulteriormente dilaniato la presa sull’elettorato dell’Unione Cdu/Csu, già messa in serie difficoltà per la gestione della terza ondata del coronavirus e l’avvio lento della campagna delle vaccinazioni.
Laschet, ministro-presidente della Renania settentrionale Vestfalia, è stato nominato a metà gennaio leader della Cdu per portare avanti la continuità e la politica merkeliana del compromesso ma si è rivelato molto meno popolare di Söder nei sondaggi sulla corsa alla cancelleria, che hanno testato gli umori dell’elettorato in tutta la Germania e anche all’interno dell’Unione cristiano-democratica.
Un numero, imbarazzante per Laschet, di alti esponenti della Cdu hanno sostenuto per giorni il leader della Csu alla corsa alla cancelleria nel tentativo di giocare un asso nella campagna elettorale per la chiamata alle urne su scala nazionale il 26 settembre, e risollevare così i sondaggi che danno la Cdu sotto la soglia del 30% (29%) e i Verdi in risalita tra il 20% e il 22%. Il pericolo di perdere la corsa alla cancelleria, per Laschet, è stato molto alto perché lo avrebbe indebolito enormemente.
La prassi consolidata, ma regola non scritta, di assegnare in automatico la candidatura alla cancelleria al leader della Cdu, ha rafforzato la leadership della Merkel. Non applicata, ha portato Laschet sull’orlo del baratro politico.
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