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Arredo, la regione mantiene il primato di ricavi ed export A Milano attesa per il Salone

La Confcommercio locale stima un aumento del 10% dell’indotto sulla città durante la manifestazione. Per il Fuorisalone previsti 1.200 eventi

di Giovanna Mancini

L’appuntamento. Il Salone torna finalmente nelle sue date tradizionali di aprile, quest’anno dal 18 al 23

4' di lettura

Nonostante tutte le difficoltà di questo periodo storico – dalla guerra in Ucraina alle difficoltà di approvvigionamento, dal costo di materie prime ed energia all’inflazione che frena i consumi, fino al blocco della cessione del credito sui bonus fiscali all’edilizia – il settore del legno-arredo e del design italiano continua a macinare ricavi record, raggiungendo nel 2022 i 57 miliardi di euro di produzione, con una crescita del 12,7% rispetto al 2021, a sua volta un anno straordinario per il comparto.

E la Lombardia, che di questa filiera è il territorio più rappresentativo, non è da meno. I dati consuntivi per le singole regioni non sono ancora disponibili, ma il trend è allineato a quello nazionale, così come i numeri sull’export forniti da FederlegnoArredo, relativi al terzo trimestre dello scorso anno, che evidenziano anche per la Lombardia un lieve rallentamento della dinamica di crescita, sebbene siamo ancora di fronte a incrementi a doppia cifra: quasi 3,2 miliardi di euro di vendite all’estero tra gennaio e settembre, in aumento del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

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Questa regione – che non a caso ospita Salone del Mobile di Milano – rappresenta un quarto circa del fatturato nazionale del settore, con 9,6 miliardi di euro nel 2021, di cui 6,2 relativi al solo sistema arredo, sempre secondo i dati forniti da FederlegnoArredo. La Lombardia è prima in Italia anche per numero di imprese – con 9mila realtà di cui oltre 4.800 nel mobile e quasi 4.200 nell’area legno – e per numero di addetti, in tutto 51.500.

Al di là delle cifre, è in questo territorio – e in particolare nella provincia di Monza e Brianza – che si concentrano i brand più famosi del design a livello internazionale, nonché i gruppi imprenditoriali più grandi, che negli ultimi anni hanno accelerato anche sulle trasformazioni di governance, aprendo le proprie società ai capitali finanziari o dando vita a fusioni e acquisizioni tra marchi del settore.

Una dinamicità e una capacità di innovare – sotto il profilo sia del prodotto, sia del processo, sia dell’organizzazione – di cui il Salone del Mobile di Milano è lo specchio e la vetrina più importante. L’attesa per questa manifestazione, quest’anno, è più alta che mai: dopo la lunga parentesi del Covid (l’annullamento nel 2020, lo slittamento a settembre nel 2021, con un format speciale, e lo spostamento a giugno nel 2022), il Salone torna finalmente nelle sue date tradizionali di aprile, quest’anno dal 18 al 23.

Attesa e aspettative che le imprese del settore condividono con la città stessa, che da oltre 60 anni vive un rapporto di simbiosi e sinergia con questo evento, che porta sul territorio attrattività, visibilità internazionale e, soprattutto, un indotto economico molto rilevante per le aziende della ricezione, della ristorazione, del commercio e dei trasporti. L’anno scorso Confcommercio ha stimato un impatto economico di 247 milioni di euro generato su Milano dal Salone, ancora inferiore (del 10%) rispetto a quello del 2019, ma con una presenza di circa 386mila persone, in linea con i livelli pre-pandemia. Per quest’anno è atteso un aumento del 10% delle ricadute economiche, spiega Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e Politiche del Lavoro con delega a Moda e Design del Comune di Milano. «La Design Week e le sfilate della moda, soprattutto quelle di settembre, sono i due eventi più importanti per la città, in termini di indotto generato – dice l’assessora –. Rispetto alle sfilate, però, il Salone del Mobile e il Fuorisalone si caratterizzano per un coinvolgimento della città unico, con tante attività diffuse nei diversi quartieri, che sono un momento vitale di partecipazione dei cittadini». Per questo, ormai da diversi anni, il Comune sostiene e supporta, attraverso un bando, il palinsesto di eventi che si svolgono durante il Fuorisalone, mettendo a disposizione spazi e concedendo l’utilizzo di luoghi pubblici. «Notiamo un aumento interessante delle proposte e delle attività rispetto al 2022, che già era stato un anno di ripresa significativa dopo la pandemia: le iniziative saranno circa 1.200 contro le mille di giugno scorso», aggiunge Cappello.

Conferma il trend positivo anche Paolo Casati, creative director di Brera Design District e fondatore del portale Fuorisalone.it: «Il nostro Osservatorio registra numeri in crescita rispetto al 2022, ma anche rispetto al 2019, in termini di espositori che organizzano eventi nei vari distretti». L’Osservatorio si basa sui dati di Brera District, che monitora regolarmente le attività della Design Week dal 2010, quando le iniziative furono appena 47, contro i 180 del 2019 e i circa 270 di quest’anno. «L’aspetto interessante è che, oltre ai brand del design, tornano anche i grandi marchi della moda e del lusso, quelli dell’automotive e del settore hi-tech», aggiunge Casati. Anche a livello di investimenti, la raccolta è in linea o leggermente superiore a quella dell’anno scorso.

Per quanto riguarda la mappa del design, si confermano i distretti “storici” di Brera, Tortona, via Durini e 5Vie, ma ne nascono anche di nuovi, spiega Alessia Cappello: Porta Venezia, l’area dell’ex Macello, interessata da una importante riqualificazione, la zona della Darsena e quella del Cimitero Monumentale.

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