Arriva la carta acquisti per la spesa: fuori chi ha il reddito di cittadinanza
Saranno distribuite fino a un massimo di 1,3 milioni di tessere prepagate che diventeranno operative da luglio 2023
di Marco Mobili e Giovanni Parente
I punti chiave
3' di lettura
Arriva la carta destinata ai più poveri per l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità. Ma non ne avranno diritto le famiglie in cui vi siano i titolari del reddito di cittadinanza.
Sono le indicazioni messe a punto nel decreto firmato dai ministri dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che attende di diventare pienamente operativo a partire da luglio 2023.
Viene così attuato il fondo da mezzo miliardo previsto dalla manovra 2023 riservato ai più indigenti.
In particolare si tratta di quelle persone residenti in Italia che, alla data della pubblicazione del Dm, abbiano tutti i componenti del nucleo familiare iscritti all’Anagrafe della popolazione residente e siano titolare di un’Isee valido non superiore a 15mila euro.
Escluso chi ha il reddito di cittadinanza (e non solo)
La carta acquisti, che consisterà materialmente in una Postepay prepagata e ricaricabili, prevede però tutta una serie di esclusioni. Il contributo non potrà, infatti, essere erogato a quei nuclei familiari in cui vi siano titolari di reddito di cittadinanza, reddito di inclusione o qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà.
Non solo. Nel novero delle esclusioni indicate dal decreto attuativo ci sono i nuclei familiari nei quali almeno un componente sia percettore di: nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) e indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori (Dis coll); indennità di mobilità; fondi di solidarietà per l'integrazione del reddito; Cassa integrazione guadagni (Cig); ogni altra forma di integrazione salariale, o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.
Proibiti gli alcolici
La carta acquisti sarà utilizzabile solo per le spese alimentari di prima necessità. Non è in alcun modo ammesso l’acquisto di bevande alcoliche.
Il buono potrà essere speso presso tutti gli esercizi commerciali che vendono generi alimentari.
Per questi ultimi sarà necessario stipulare una convenzione. L’accreditamento passerà per una domanda da presentare (anche in via telematica) al Masaf.
L’esercizio dovrà aderire a piani di contenimento dei costi dei beni alimentari di prima necessità da attuare anche attraverso apposita scontistica praticata a favore dei possessori delle carte. La convezione dovrà prevedere le modalità della comunicazione periodica dei dati di variazione dei prezzi praticati per la generalità degli utenti relativi ai beni di prima necessità.
Importo massimo fissato a 382,5 euro
Il decreto fissa anche un tetto massimo di 382,5 euro per nucleo familiare. Resta la possibilità di effettuare un riparto degli eventuali residui.
Il decreto prevede, infatti, che Poste italiane effettua un monitoraggio dal mese di ottobre 2023 sulle somme che non risultano assegnate e sulle carte non attivate e ne informi il ministero dell'Agricoltura, il ministero dell'Economia e i Comuni.
Gli importi residui risultanti dal monitoraggio sono ricaricati sulle carte dei componenti dei nuclei familiari che abbiano regolarmente utilizzato le somme nei mesi precedenti secondo i criteri di priorità e con le modalità previste il riparto.
Filo diretto Inps-Comuni per l’attribuzione
Il meccanismo di attribuzione prevede una sinergia tra Inps e Comuni. In pratica, i Comuni riceveranno - nel limite delle carte assegnato a ciascuno di essi - l’elenco dei beneficiari messo a disposizione dell’Inps, attraverso un’applicazione web sul proprio sito istituzionale, sulla base di tre parametri di priorità in ordine decrescente individuate dal decreto.
I Comuni saranno chiamati a verificare la posizione anagrafica dei nuclei familiari contenuti negli elenchi. Sulla base del numero di carte loro assegnate, attribuiscono quelle eventualmente rimaste dopo l'applicazione dei criteri di priorità, selezionando i beneficiari, nell'ambito dell'elenco predisposto, tra i nuclei familiari, anche unipersonali, in effettivo stato di bisogno, sulla base di informazioni provenienti dai locali servizi sociali.
Fino a 1,3 milioni di carte assegnabili
Saranno sempre i Comuni a comunicare agli interessati l’assegnazione dell’aiuto e le modalità di ritiro della tessera che avverrà presso gli uffici postali. Potranno essere attribuite complessivamente tra tutti i Comuni non più di 1,3 milioni.
Primo pagamento entro il 15 settembre
Le carte saranno nominative e saranno operative a partire dal mese di luglio 2023. Attenzione, però. Chi non effettuerà la prima spesa di beni alimentari di prima necessità con la tessera assegnata entro il 15 settembre 2023 decadrà dal beneficio.
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