Arriva il commissariamento di Anpal. Esce di scena Parisi, l’uomo dei navigator
Via il presidente dell’Agenzia nazionale delle politiche attive Mimmo Parisi, in vista della riforma della governance
di Giorgio Pogliotti
I punti chiave
2' di lettura
Cambia la governance di Anpal, ed esce di scena Mimmo Parisi, il discusso presidente fortemente voluto da Luigi Di Maio. L’operazione del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si compone di tre passaggi. Come primo step, nel decreto Sostegni Bis è in arrivo un commissario all'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, per assicurare la continuità operativa nelle more della riforma della governance che segue il modello delle Agenzie fiscali. Poi verrà nominato un nuovo direttore generale, mentre non ci sarà più la figura del presidente. Verrà, infine, creata una divisione specifica Politiche attive presso il ministero del lavoro, per riportare le funzioni di indirizzo e coordinamento dentro il dicastero guidato da Orlando, con un decreto di riorganizzazione del ministero.
Più poteri al ministero del lavoro sulle politiche attive
La partita in gioco ha un risvolto economico non indifferente. Nell'ambito del Pnrr, va ricordato, sono destinati 4,4 miliardi alle politiche attive del lavoro, ed Anpal si occupa della gestione delle risorse del fondo sociale europeo. I contrasti tra i vertici Anpal - tra l’attuale Dg Paola Nicastro e il presidente Mimmo Parisi - hanno paralizzato l’attività dell’Agenzia che avrebbe dovuto deliberare da tempo per rendere operativa l’estensione dell’assegno di ricollocazione a disoccupati e cassintegrati. Prima ancora le polemiche hanno riguardato le note spese di Parisi, il professore preso in prestito dalla Mississippi State University, e i suoi frequenti viaggi in Usa, dove risiede la famiglia.
La nuova Anpal con Dg ma senza presidente
Nella nuova governance di Anpal, al vertice siederà il direttore generale, mentre non vi sarà più posto per il presidente. Se si seguirà il modello delle Agenzie fiscali, vi saranno direttori centrali sui singoli servizi, e una convenzione prevede che il direttore risponda direttamente al ministro competente. Si rafforza dunque, il potere del ministero del Lavoro.
I navigator restano fino a fine anno
Almeno per il 2021 nulla cambia per i circa 2600 navigator, la cui proroga dei contratti di collaborazione scade a fine anno. La platea dovrebbe progressivamente sgonfiarsi, perchè molti di loro si prevede che parteciperanno ai concorsi per 11.600 posti banditi dalle regioni per lavorare a tempo indeterminato nei centri per l’impiego, dove attualmente i navigator operano da collaboratori.
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