Arriva il Ddl sulla montagna: mutui e agevolazioni per gli under 35 e incentivi per gli agricoltori
È costituito un fondo (Fosmit): istituito dalla legge di bilancio per il 2022 con una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2022 e 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023
di Andrea Carli
I punti chiave
- Obiettivo ripopolamento
- Fondo da 100 milioni nel 2022 per lo sviluppo delle montagne italiane
- Misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”
- “Io resto in montagna”
- La Strategia nazionale per le montagne italiane
- Sanità di montagna
- Scuole di montagna
- Accesso a internet e servizi di telefonia mobile
- Incentivi agli investimenti degli agricoltori e selvicoltori di montagna
- Pascoli montani
- Fondi rustici in territori montani
- Energia: Cdm sblocca realizzazione 6 parchi eolici
6' di lettura
Sviluppare e valorizzare la montagna. Ma soprattutto creare le condizioni affinché i giovani decidano di restare, in modo tale che gli oltre 4mila comuni che in Italia sorgono su territori montani oltre a un passato fatto di storie e tradizioni possano avere anche un futuro. È questo uno degli obiettivi del disegno di legge in 19 articoli (“Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”) collegato alla manovra di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri. La riunione dell’esecutivo a Palazzo Chigi si è svolta nella mattinata di giovedì 10 marzo. Il provvedimento, promosso dal ministro Gelmini, che ha la delega sulla montagna, introduce misure, anche fiscali, per sostenere la crescita dei Comuni montani e per contrastarne lo spopolamento.
Obiettivo ripopolamento
La parola chiave è infatti: “ripopolamento”. Se infatti la superficie montana complessiva occupa il 49% di quella nazionale, dal 2011 al 2019 solo nei comuni totalmente montani la popolazione ha subito un calo di 149.371 unità e la densità abitativa media si è assestata su 61 abitanti/kmq, a fronte di una media nazionale pari a 197 abitanti/kmq. Determinate zone, soprattutto di alta montagna e di crinale, sono ormai da tempo abbandonate.
In pancia il provvedimento - stando al testo giunto sul tavolo del Governo - ha soluzioni ad ampio spettro, a cominciare da misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”. Ma anche un credito di imposta, in misura pari al 10 per cento del valore degli investimenti effettuati negli anni dal 2022 al 2025, per gli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei comuni montani e che investono nel miglioramento delle pratiche di coltivazione e gestione benefiche per l'ambiente e il clima. I rifugi di montagna possono essere concessi in locazione, fatte salve le prioritarie esigenze operative e addestrative del ministero della Difesa.Sono inoltre previste soluzioni per favorire i servizi di telefonia mobile e l'accesso ad internet. Marco Bussone, presidente Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) ha sottolineato che il via libera alla legge costituisce un «primo passo importante verso un’azione forte e coesa in Parlamento».
Fondo da 100 milioni nel 2022 per lo sviluppo delle montagne italiane
Tornando al provvedimento, si delinea una Strategia nazionale per le montagne italiane su base triennale cui viene affidata la definizione di interventi finalizzati allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate. Entro il 30 settembre di ciascun anno, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, sentita la Conferenza Stato-Regioni, presenta alle Camere la relazione annuale sullo stato della montagna e sull'attuazione della strategia. È costituito un fondo (Fosmit): istituito dalla legge di bilancio per il 2022 con una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2022 (prima erano 29,5 milioni) e 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023.
Misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”
Sono previste misure fiscali di vantaggio a favore di piccole e microimprese che intraprendono la propria attività nei comuni montani in cui il titolare o almeno uno degli esercenti non abbia compiuto 35 anni di età alla data di entrata in vigore della presente legge. La soluzione prevista nel ddl, in particolare, riconosce, per i primi tre periodi d'imposta decorrenti dall'anno di inizio dell’attività, un contributo, sotto forma di credito di imposta, in misura pari alla differenza tra l'imposta calcolata applicando le aliquote ordinarie al reddito d'impresa determinato nei modi ordinari e fino a concorrenza dell'importo di 80.000 euro, e l'imposta calcolata sul medesimo reddito applicando l'aliquota del 15 per cento.
“Io resto in montagna”
Arriva poi “Io resto in montagna”, una formula per incentivare la residenzialità in montagna, in alternativa alla detrazione prevista dall'articolo 15, comma 1, lettera b), del testo unico delle imposte sui redditi, con riferimento agli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l'acquisto dell'unità immobiliare da adibire ad abitazione principale nei comuni montani con popolazione residente non superiore a 2.000 abitanti, spetta una detrazione dall'imposta lorda pari al 100% degli interessi passivi entro un ammontare di 500 euro e pari all' 80% sulla parte degli interessi passivi che eccede il limite di 500 euro fino a 1.125 euro.L'agevolazione è disposta in favore dei contribuenti che non hanno compiuto quarantuno anni di età nell'anno in cui l'atto di acquisto dell'immobile e quello di accensione del mutuo sono rogitati e si applica ai soli immobili non ricadenti nella categoria catastale A/1, A/8 e A/9.
La Strategia nazionale per le montagne italiane
La Strategia nazionale per le montagne Italiane è definita con orizzonte temporale triennale dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Nello specifico la Snami individua, nell'ambito delle disponibilità del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, le priorità e le linee strategiche per la crescita e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, garantendo l'accessibilità alle infrastrutture digitali e ai servizi essenziali, il sostegno alla residenzialità, alle attività commerciali e agli insediamenti produttivi, il ripopolamento dei territori. Viene previsto un Tavolo tecnico scientifico permanente per lo sviluppo delle montagne italiane: è una struttura di supporto tecnico-scientifico al Dipartimento degli affari regionali che può avvalersi anche della collaborazione delle università e di altri soggetti, pubblici e privati, che operano sui territori, dotati di comprovata esperienza. Il Tavolo coadiuva il Dipartimento nel predisporre la relazione annuale sullo stato della montagna e nell’elaborare la Strategia nazionale per le montagne italiane.
Sanità di montagna
A decorrere dal 2023, al fine di contenere l'impegno finanziario connesso al trasferimento in un territorio di montagna, verrà riconosciuto annualmente un credito d'imposta pari al minor importo tra il 60% del canone annuo di locazione dell'immobile e l'ammontare di 2.500 euro a favore di chi presta servizio in strutture sanitarie e socio-sanitarie di montagna e prende in locazione un immobile a uso abitativo per fini di servizio,
Il beneficio è concesso anche a coloro che, per i fini di servizio, acquistano un immobile ad uso abitativo con accensione di finanziamento ipotecario o fondiario e spetta annualmente in misura pari al minor importo tra il sessanta per cento dell'ammontare annuale del finanziamento e l'importo di 2.500 euro.
Scuole di montagna
Sanità, ma anche istruzione. Viene infatti riconosciuto annualmente un credito d'imposta pari al minor importo tra il 60 per cento del canone annuo di locazione dell'immobile e l'ammontare di 2.500 euro a favore di coloro che prestano servizio nelle scuole di montagna di ogni grado e prendono in locazione un immobile ad uso abitativo per fini di servizio.Il credito d'imposta spetta anche a coloro che, per i fini di servizio, acquistano in un comune montano un immobile ad uso abitativo con accensione di finanziamento ipotecario o fondiario e spetta annualmente in misura pari al minor importo tra il sessanta per cento dell'ammontare annuale del finanziamento e l'importo di 2.500 euro.
Accesso a internet e servizi di telefonia mobile
Allo scopo di favorire i servizi di telefonia mobile e l'accesso ad internet, si prevede che i contratti di programma relativi alle concessioni della rete stradale e ferroviaria nazionali dispongano interventi sulle infrastrutture di competenza idonei a garantire la continuità dei servizi di telefonia mobile e delle connessioni digitali. Viene sottolineato che la copertura dell'accesso ad internet in banda cosiddetta ultralarga rappresenta una priorità per lo sviluppo socio-economico dei territori montani specie se a rischio di spopolamento. È una norma programmatica.
Incentivi agli investimenti degli agricoltori e selvicoltori di montagna
È riconosciuto agli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei comuni montani e che investono nel miglioramento delle pratiche di coltivazione e gestione benefiche per l'ambiente e il clima, un contributo, sotto forma di credito di imposta, in misura pari al 10 per cento del valore degli investimenti effettuati negli anni dal 2022 al 2025.
Pascoli montani
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, deve predisporre le linee guida per le Regioni finalizzate all'utilizzazione razionale ed alla valorizzazione dei pascoli montani.
Fondi rustici in territori montani
Arrivano agevolazioni fiscali per il trasferimento di proprietà di fondi rustici in comuni montani. Nella sostanza, viene escluso che le agevolazioni fiscali (imposta di registro e ipotecaria in misura fissa ed esenzione dalle imposte catastali) siano applicate unicamente ai territori montani con terreni situati ad una altitudine non inferiore a 700 metri sul livello del mare, ai terreni compresi nell'elenco dei territori montani compilato dalla commissione censuaria centrale e ai terreni facenti parte di comprensori di bonifica montana.
Energia: Cdm sblocca realizzazione 6 parchi eolici
Non solo zone montane. Il Consiglio dei ministri ha affrontato anche il nodo energia, sbloccando la realizzazione di sei parchi eolici, che assicureranno una potenza pari a 418 MW. Si tratta di impianti eolici in Puglia, Basilicata e Sardegna.
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