Arriva Re-Candy, la borsa Furla best seller diventa esempio di circolarità
La presidente Giovanna Furlanetto: «La sostenibilità è un percorso iniziato con una presa di coscienza mia e di tutte le persone che lavorano in azienda». In Toscana una fabbrica modello
di Giulia Crivelli
I punti chiave
2' di lettura
Si fa presto a dire sostenibilità: è la parola più usata nel mondo della moda (e non solo) da oltre un anno. Con altrettanta disinvoltura vengono definite sostenibili tante delle novità in vetrina alla settimana della moda milanese. Più difficile è spiegare come arrivare a un prodotto sostenibile senza alzarne il prezzo e senza cambiarne la qualità. Lo fa Giovanna Furlanetto, presidente di Furla, cavaliere del lavoro e allo stesso tempo campionessa di understatement. Ma per il progetto Re-Candy è felice di esporsi.
Il modo di progettare da riprogettare
«Per Furla la sostenibilità è un percorso da fare passo dopo passo, iniziato con una presa di coscienza mia e di tutte le persone che lavorano in azienda – spiega la figlia del fondatore della società, nata nel 1927 a Bologna –. Non parliamo di piccoli aggiustamenti o novità di stagione, ma di un cambiamento del modo di progettare, produrre e consumare».
Candy (caramella, in inglese) è uno dei modelli più venduti di Furla: nata dieci anni fa, ora diventa Re-Candy. «L’abbiamo studiata secondo i principi dell’economia circolare con il supporto di Nativa, società specializzata sui temi della “rigenerazione” – spiega Giovanna Furlanetto –. Re-Candy è in plastica riciclata e tutti gli elementi sono pensati in un’ottica sostenibile, dall’etichetta in carta certificata Fsc allo zainetto che la contiene, in cotone riciclato tinto con colori naturali. Il prossimo progetto è un pellame nato dalla rigenerazioni degli scarti di lavorazione». Tra le passioni della presidente di Furla c’è l’arte e in particolare quella contemporanea: con l’omonima fondazione premia ogni anno giovani artisti e a Milano lavora con il museo del Novecento e la Gam.
L’arte accompagna i cambiamenti
Cosa c’entra l’arte con il progetto Re-Candy? «Molto. Primo perché dopo la presentazione alla stampa abbiamo previsto tre giorni a ingresso libero per l’installazione “artistica” dedicata alla capsule, che racconta la sostenibilità – risponde Giovanna Furlanetto –. Credo poi che l’arte sia necessaria in questa era di cambiamenti, incertezze, paure. Perché apre la mente e mostra imprevedibili incroci tra mondi, passati e presenti, e inaspettate combinazioni di culture».
La fabbrica modello in Toscana
Nel pieno della pandemia, sei mesi fa, Furla ha inaugurato una fabbrica modello in Toscana, forse la più sostenibile che esista in Italia. L’azienda e la sua presidente sono inoltre da sempre all’avanguardia nel welfare e aperti a talenti di tutto il mondo, nel segno della diversità e inclusività. Progetti come Re-Candy in fondo non sorprendono, ma si inseriscono in una visione che viene da lontano. E (anche) per questo sono più credibili.
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