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Arriva lo smartphone R15 Pro. Ecco chi sono i giganti cinesi di Oppo

di Luca Tremolada

3' di lettura

Prima una premessa su Oppo. Quinto produttore mondiale per numero di smartphone venduti, ha debuttato in Europa a giugno con Find X un dispositivo top di gamma che mira a eguagliare le case più blasonate come Samsung e Apple, anche nel prezzo. Tutto bene, ma chi c’è dietro?  Oppo è controllata da BBK Electronics, una società creata nel 1995 da Duan Yongping e con sede a Dongguan. Che a sua volta controlla il produttore di telefoni Vivo, molto attivo in Cina, Russia e India e OnePlus, un produttore di telefonini piuttosto noto anche in Italia e tra i più brillanti della scena (telefoni low cost ma tecnologicamente molto avanzati).

In particolare Oppo, Vivo e OnePlus commercializzano smartphone mentre attraverso Oppo Digital vengono commercializzati lettori di Blu-Ray, cuffie e amplificatori audio. Facendo la somma Bkk ha venduto nel 2017 quasi 200 milioni di dispositivi, meglio di lui hanno fatto solo Apple e Samsung. Dietro a Oppo, anzi dentro a Oppo, abbiamo quindi una multinazionale del telefonino asiatica con numeri da paura.

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Non siamo di fronte a boutique di lusso ma a un nuovo soggetto muscolare che guarda più al modello degli chaebol coreani alla Samsung che a quello della californiana Apple.

R15 Pro, le immagini

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In Italia, Oppo si gioca una sfida importante. Oggi ha reso disponibili nel nostro Paese altri due smartphone, l'R15 Pro di fascia medio-alta e l'A3 di fascia medio-bassa. Quest’ultimo (249 euro) si presenta con un display da 6,2 pollici, fotocamera posteriore da 16 megapixel e frontale da 8 megapixel. Il sistema operativo è sempre Android 8.1, il processore un MediaTek Helio P60. Monta 4 GB di Ram e 128 GB di capacità d'archiviazione, espandibile.

Il test. Il primo lo abbiamo provato. L'Oppo R15 Pro (649 euro) ha uno schermo da 6,28 pollici, sistema operativo Android Oreo, fotocamera frontale da 20 megapixel e doppia fotocamera posteriore con sensori da 16 e 20 megapixel.
Integra il processore Qualcomm Snapdragon 660, 6 GB di RAM e 128 GB di memoria interna, espandibile fino a 256 GB.

Il look. Anche se un po’ anni Ottanta il colore è la prima cosa che colpisce. Il designer Karim Rashid ha introdotto nuance sfumate come Cosmic Purple e Ruby Red. La superficie appare effettivamente meno piatta. Il display è ampio e con cornici ridotte al minimo. Peccato per il notch superiore che rompe un equilibrio.

Professione Selfie. È il primo smartphone dotato di un sensore Sony IMX519 sul lato posteriore con pixel singoli un po’ più grossi del normale. μFa strano scriverlo ma è davvero lo smartphone nato per gli autoritratti. La fotocamera frontale da 20 MP, R15 Pro potenzia ulteriormente la precisione del riconoscimento facciale con 296 punti fisionomici. R15 Pro può così fornire milioni di schemi di abbellimento per l'utente sulla base di informazioni relative a sesso, età, colore e texture della pelle. In aggiunta, è in grado di identificare simultaneamente le caratteristiche di un massimo di 4 soggetti nella stessa immagine per eseguire abbellimenti individuali su misura.
Ci sono anche feature ad hoc, come Sticker AR: la nuova funzione sticker AR di R15 Pro che consente di utilizzare sticker e filtri per commuffarsi in modo preferibilmente simpatico. Parliamo di “effetti speciali” che non mancano nei telefonini di punta della Apple, Samung o Huawei. Tuttavia, Oppo ne ha fatto una bandiera rendendoli anche più accessibili allargando la gamma di possibilità. Come ad esempio la tecnologia Sensor-HD aiuta (un pochino) quando sei in controluce ottimizzando l’immagine.

Giudizio. Siamo dalle parti di One Plus 6 e di questa nuova generazione di telefonini cinesi che fanno tutto quello che fanno i primi della classe ma costano molto meno. C’è da rilevare che non è presente la stabilizzazione ottica dell’immagine, le componenti hardware sono in linea con la fascia di prezzo (media) e la batteria è buona. Se sei un maniaco del selfie e ti piace colorato forse è il tuo telefonino.


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